Maze beffa Brignone. E' argento azzurro a Garmisch

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Federica Brignone mastica felice la sua medaglia d'argento del gigante mondiale di Garmisch (Ansa)
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La 20enne milanese ha chiuso al secondo posto il gigante mondiale alle spalle della slovena. "Sono molto contenta, non ho parole". Quarto posto per l'altra italiana Denise Karbon, sesto per Manuela Moelgg. VIDEO E FOTO

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Splendida medaglia d'argento per Federica Brignone nel gigante femminile dei Mondiali di sci di Garmisch. La 20enne, figlia dell'ex azzurra Maria Rosa Quario, è stata preceduta di soli 9 centesimi dalla slovena Tina Maze, che ha conquistato il suo primo titolo iridato della carriera.

Bronzo per la francese Tessa Worley, diciannovesima al termine della prima manche e autrice di una strepitosa rimonta. Uscita di scena nella seconda manche invece la tedesca Maria Riesch. Bene la squadra italiana, che ha centrato la quarta piazza con Denise Karbon e la sesta con Manuela Moelgg.

A causa di una fitta nebbia sulla parte alta del tracciato, la gara, prevista alle ore 10, è iniziata alle 12 dopo una serie di rinvii. Si è gareggiato sulla parte finale della Kandahar 1, con un tracciato filante ed ancora un po' di nebbia in quota. La temperatura era di qualche grado sopra lo zero, con un fondo più morbido soprattutto nella parte finale del tracciato.

E così per l'Italia, ormai, le medaglie non finiscono più ai Mondiali di Garmisch 2011. Nel gigante donne è arrivato l'argento di Federica, milanese che vive a Courmayer, 21 anni il prossimo 14 luglio. Buon sangue non mente: Fede, come la chiamano tutti, è figlia di Maria Rosa Quario detta Ninna, ex campionessa della valanga rosa con quattro vittorie ed altri 11 podi in Coppa del mondo. Toccherà anche a Ninna, ora giornalista dello sci, raccontare ai lettori del suo giornale la grande impresa della figlia.

L'argento di Fede è maturato dentro una grande prestazione complessiva della squadra azzurra, con Denise Karbon quarta, come quarta sia in gigante che in speciale era stata ai Mondiali di due anni fa in Val d'Isere. C'è poi il sesto posto di Manuela Moelgg, che però avrà modo sabato di fare ancora meglio nello slalom speciale, la disciplina in cui al momento si sente piu' forte.

La gara è nata sotto tribolazioni meteo, con la la partenza della prima manche rinviata, per quattro volte, dalle 10 alle 12 per colpa di un banco di nebbia che si era ben piazzato sulla parte alta della Kandahar 1. Il tutto con temperature sopra lo zero e neve primaverile soprattutto sulla tratto finale della pista, che nella prima manche era un tracciato filante, quasi un supergigante. Federica - ancora ben carica per il secondo posto e miglior risultato in carriera di dieci giorni fa a Zwiesel in Coppa del mondo - ha fatto pienamente il proprio dovere. Sapeva anche che, tra il pubblico, non c'era solo la mamma, ma anche i nonni materni ultraottantenni venuti appositamente da Milano per fare il tifo. L'azzurra si è piazzata seconda, con una brava Manuela Moelgg quinta e Denise Karbon nona. Più indietro, ormai fuori dai giochi, era invece finita Irene Curtoni.

Alle tre del pomeriggio, ora più che mai inusuale, con neve ancora più morbida, è partita la manche decisiva tracciata dall'allenatore azzurro Stefano Costazza. Il trentino Costazza, soprattutto sul ripido, aveva sistemato porte decisamente più angolate di quelle della prima manche. Più angolate e più favorevoli alle italiane. Ed è stata tutta una gara tirata allo spasimo, con il passaggio decisivo che si è rivelato il lungo tratto finale, con poca pendenza e neve morbida. Superba la prova di Denise Karbon, tradita però da un errorino che le è  costato il podio. Quasi altrettanto brava, ma non a sufficienza, Manuela Moelgg.

Ma la grande gara, quella della vita, è stata opera di Federica Brignone, che ha buttato giù dalla Kandahar tutta la spavalderia dei suoi 20 anni. E' arrivata in fondo e si è piazzata al comando in attesa della discesa di Tina Maze, ma con addosso una medaglia d'argento sicura che sarebbe potuta forse diventare d'oro. La slovena ha perso ad ogni intermedio, ma troppo poco. Alla fine, per nove centesimi, si è portata via l'oro superando l'azzurra. Poco male: l'argento ed il titolo di vicecampionessa mondiale non sono poca cosa a 20 anni. C'è tempo per tante altre imprese.

Per Brignone, Karbon e Moelgg, poi, un'altra soddisfazione e cioè quella di essere tutte e tre insieme alla premiazione: tre italiane su sei atlete. A Gap 2001, infatti, si premiano i primi sei atleti, i tre con medaglie ed i migliori altri tre. Insomma, una premiazione piena di azzurro.