Tuffi mondiali: Marconi-Cagnotto, un trampolino per due
Altri SportNella seconda giornata di gare a Shanghai, Tania Cagnotto strappa con l'ultimo posto disponibile l'accesso alla gara che assegna le medaglie, in programma martedì. Fa meglio Maria Marconi, che si piazza sesta
Il brivido per una volta di stare davanti alla regina dei tuffi made in Italy. Maria Marconi ha smesso di piangere, di delusioni ne ha vissute varie, e per imporsi il nuovo diktat della sua vita se lo è anche impresso sull'avambraccio sinistro: "Big girls dont' cry" recita l'ultimo arrivato dei suoi numerosi tatuaggi. E infatti l'ala rosa della famiglia Marconi ai mondiali dell'acqua di Shanghai sorride, eccome: l'azzurra, una delle veterane della nazionale targata Giorgio Cagnotto, si giocherà le sue chance nella finale mondiale del trampolino da un metro dopodomani, quando in Italia saranno le otto del mattino.
La serie estenuante dei cinque salti preliminari (moltiplicata per 40 atlete al via, decisamente troppe) Maria Marconi l'ha chiusa al sesto posto, sei piazze davanti a Tania Cagnotto, che ha strappato con i denti l'ultimo posto buono per la sfida che assegna le medaglie. In testa, nemmeno a dirlo, le cinesi Wang Han e Shi Tingmao. Dopo aver viaggiato oltre il ventesimo posto fino a metà gara e aver toccato con mano l'eliminazione, la bolzanina, campionessa europea della specialità, reduce dal sesto posto nel sincro da tre metri, si è data uno scossone risalendo con un salto sei posizioni fino alla dodicesima utile.
"Ho sofferto fino all'ultimo - ammette sorridente la Cagnotto - avevo preso queste eliminatorie un po' sottotono: forse mi ero sopravalutata pensando di entrare facile in finale e all'inizio non ho saltato affatto bene. Dopo il terzo tuffo mi sono detta che se non mi davo una svegliata ero fuori e così eccomi qui". In finale partirà per prima: "Non è affatto bello - sottolinea la campionessa azzurra, che ha visto compromettersi questo mondiale con l'incidente in motorino dello scorso maggio che l'ha costretta a subire un intervento al polso per una doppia frattura - ma lì si azzera tutto e ho davanti tutte le possibilità. Speriamo di fare una bella finale, anche con Maria".
La tuffatrice romana è già gasatissima. "Sono molto contenta - dice la Marconi - ero particolarmente tranquilla e temevo che questo mi togliesse determinazione. E invece sono qui, e non ho dato nemmeno il cento per cento". Una gara troppo lunga, sotto un caldo insopportabile e con un riverbero fastidiosissimo nell'unico impianto outdoor dell'Acquatic Center di Shanghai. "Rischiavo di annoiarmi - sorride l'azzurra - e tra un salto e l'altro ho ingannato il tempo giocando con il cellulare a bubble lup, una roba snervante che ha tenuto alta la mia adrenalina. Sono contenta perché non ero troppo in forma, ma vedo che l'esperienza maturata negli anni compensa anche la mancanza di allenamento". E per una volta Maria Marconi, un argento e un bronzo europeo proprio da un metro, si gode la sua giornata senza lacrime. Si sa, le grandi donne non piangono. Non più almeno.
La serie estenuante dei cinque salti preliminari (moltiplicata per 40 atlete al via, decisamente troppe) Maria Marconi l'ha chiusa al sesto posto, sei piazze davanti a Tania Cagnotto, che ha strappato con i denti l'ultimo posto buono per la sfida che assegna le medaglie. In testa, nemmeno a dirlo, le cinesi Wang Han e Shi Tingmao. Dopo aver viaggiato oltre il ventesimo posto fino a metà gara e aver toccato con mano l'eliminazione, la bolzanina, campionessa europea della specialità, reduce dal sesto posto nel sincro da tre metri, si è data uno scossone risalendo con un salto sei posizioni fino alla dodicesima utile.
"Ho sofferto fino all'ultimo - ammette sorridente la Cagnotto - avevo preso queste eliminatorie un po' sottotono: forse mi ero sopravalutata pensando di entrare facile in finale e all'inizio non ho saltato affatto bene. Dopo il terzo tuffo mi sono detta che se non mi davo una svegliata ero fuori e così eccomi qui". In finale partirà per prima: "Non è affatto bello - sottolinea la campionessa azzurra, che ha visto compromettersi questo mondiale con l'incidente in motorino dello scorso maggio che l'ha costretta a subire un intervento al polso per una doppia frattura - ma lì si azzera tutto e ho davanti tutte le possibilità. Speriamo di fare una bella finale, anche con Maria".
La tuffatrice romana è già gasatissima. "Sono molto contenta - dice la Marconi - ero particolarmente tranquilla e temevo che questo mi togliesse determinazione. E invece sono qui, e non ho dato nemmeno il cento per cento". Una gara troppo lunga, sotto un caldo insopportabile e con un riverbero fastidiosissimo nell'unico impianto outdoor dell'Acquatic Center di Shanghai. "Rischiavo di annoiarmi - sorride l'azzurra - e tra un salto e l'altro ho ingannato il tempo giocando con il cellulare a bubble lup, una roba snervante che ha tenuto alta la mia adrenalina. Sono contenta perché non ero troppo in forma, ma vedo che l'esperienza maturata negli anni compensa anche la mancanza di allenamento". E per una volta Maria Marconi, un argento e un bronzo europeo proprio da un metro, si gode la sua giornata senza lacrime. Si sa, le grandi donne non piangono. Non più almeno.