C’è un’altra Italia a caccia di conferme a Shanghai: è l'Adn Swim Project di Andrea Di Nino. La squadra del serbo, Korotyshkin e Dunford ha aperto le porte dello stadio del nuoto di Caserta a Sky.it alla vigilia della rassegna iridata. I VIDEO E LE FOTO
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Foto - Crisi di panico per Giorgia Consiglio - Tutte le medaglie azzurre - Il backstage dell'intervista Dotto-Magnini - Phelps si concentra in cuffia a Shanghai - Dietro le quinte dei campioni, le foto degli allenamenti a Caserta
di LUIGI VACCARIELLO
C’è un’altra Italia a caccia di conferme ai Mondiali di Shanghai. Non veste i colori azzurri di Magnini e Pellegrini, ma quelli internazionali della Adn Swim Project. E’ un’Italia di stranieri, o di “oriundi” se preferite, che però nel nostro paese ha messo le basi. Tra Friuli e Campania per la precisione. Caserta è stata la tappa finale, la città dove è stata ultimata la preparazione in vista della rassegna iridata cinese al via domani a Shanghai. L’Adn ha aperto le porte dello stadio del nuoto del capoluogo campano a Sky.it durante quella fase che nel gergo natatorio è meglio conosciuto come scarico. “Si tratta di un periodo che indicativamente dura 3-4 settimane ma può variare a seconda dell’atleta” come precisa l’italianissimo Andrea Di Nino che di questa Nazionale è il ct, ovvero il capo allenatore.
Di questa squadra fanno parte quattro uomini e una donna: due serbi, due russi e un keniota. Il più famoso di tutti è senza dubbio il grande rivale di Michael Phelps , Milorad Cavic. Il campione del mondo dei 50 farfalla è al grande rientro dopo l’intervento all’ernia del luglio 2010 che l’ha tenuto lontano dalle competizioni tutta la scorsa stagione. “Milorad è l’uomo su cui puntiamo di più anche se non è al massimo – sottolinea Di Nino che coordina il lavoro del gruppo con l’ausilio dell’ex nazionale Matteo Giunta (cura la preparazione atletica anche di Magnini, ndr)-, non è facile rientrare dopo quel tipo d’intervento ed essere subito competitivo. Ha pur sempre il quinto tempo dell’anno. Ma non dimentichiamo che in molti hanno smesso di nuotare a delfino dopo questo tipo di problema”. Cavic è un ragazzo simpatico, combattivo, orgoglio delle sue origine serbe che ama le donne e la vita notturna, ma che in acqua è in grado di scatenare l’inferno come sa bene il Kid di Baltimora. La finale dei 100 farfalla dei mondiali di Roma è stata la più sentita e forse più bella della rassegna iridata dopo le polemiche di Pechino, con “Milo”, come viene chiamato dai suoi compagni, seguito come una star dalle telecamere delle televisioni americane.
Oltre a Cavic, del gruppo fanno parte anche la stile liberista serba Miroslava Najdanovski, il campione europeo dei 100 farfalla, il russo Evgeny Korotyshkin, il connazionale Sergej Fesikov (fidanzato della dorsista Anastasija Zueva, a Shanghai gareggerà sui 50 sl, ndr) e il “delfino bianco” del Kenya Jason Dunford . I ragazzi sembrano essersi ambientati molto bene, soprattutto in Campania, come conferma la già buona conoscenza del dialetto locale di Korotyshkin o la passione per pizza e pasta di Najdanovski e Dunford. I ventenni adorano i social network e i nuotatori non fanno eccezione: facebook, del quale tutti hanno un account personale, viene spesso usato tra di loro per motivi goliardici. In acqua si lavora duro, così, appena possibile, soprattutto nel fine settimana, mare e luoghi di cultura diventano preda ambita della squadra. Però, per evitare le eventuali brutte sorprese che l’ottima cucina campana potrebbe comportare in questa fase, il peso degli atleti viene controllato due volte alla settimana: il lunedì e il giovedì.
“Il nostro obiettivo però è l’Olimpiade di Londra, da questi mondiali mi aspetto soprattutto finali” precisa Di Nino che ha scelto lo stadio del nuoto di Caserta per ultimare la fase di “tapering”. Quest’anno l’Adn ha sperimentato una nuova tecnica di allenamento. “Per aiutare l’atleta ad aver maggiore controllo psichico dell'atto respiratorio nella parte finale della gara – spiega il tecnico - abbiamo effettuato esercizi di ipossia e ipercapnia, si tratta di esercizi tipici dell’apnea che svolgiamo sia a secco che in acqua”. Cavic e compagni hanno lavorato a lungo, a Lignano Sabbiadoro, con il pluricampione di apnea Umberto Pellizzari su questo aspetto che “consente all’atleta di ridurre in maniera importante lo stress figlio della competizione agonistica e dello stress fisico”, precisa Di Nino.
Le giornate dei 5 nuotatori sono lunghe ma meno stressanti rispetto ad altri periodi dell’anno. Si comincia alle 7.30, colazione all’americana con uova strapazzate e cibi salati, poi alle 8.45 subito al lavoro: si alternano sedute aerobiche-rigenerative ad esercitazioni tecniche e simulazioni di gara. Si rimane in piscina per almeno 2 ore pur avendo da svolgere un allenamento ridotto nella quantità (massimo 4km nelle prime settimane, ridotto a 3-2km nell'approccio alla gara) rispetto ai periodi di “carico”. Alle 12.45 si pranza, un paio d’ore di riposo per poi tornare al lavoro in palestra intorno alle 16.30. Il doppio allenamento in vasca durante la fase di scarico non viene svolto sempre e si riduce man mano che la gara si avvicina. Alle 20 si cena e alle 23 si va a letto con la speranza che in quei pochi secondi o minuti in cui si scenderà in acqua a Shanghai tutti questi sacrifici vengano premiati.
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Foto - Crisi di panico per Giorgia Consiglio - Tutte le medaglie azzurre - Il backstage dell'intervista Dotto-Magnini - Phelps si concentra in cuffia a Shanghai - Dietro le quinte dei campioni, le foto degli allenamenti a Caserta
di LUIGI VACCARIELLO
C’è un’altra Italia a caccia di conferme ai Mondiali di Shanghai. Non veste i colori azzurri di Magnini e Pellegrini, ma quelli internazionali della Adn Swim Project. E’ un’Italia di stranieri, o di “oriundi” se preferite, che però nel nostro paese ha messo le basi. Tra Friuli e Campania per la precisione. Caserta è stata la tappa finale, la città dove è stata ultimata la preparazione in vista della rassegna iridata cinese al via domani a Shanghai. L’Adn ha aperto le porte dello stadio del nuoto del capoluogo campano a Sky.it durante quella fase che nel gergo natatorio è meglio conosciuto come scarico. “Si tratta di un periodo che indicativamente dura 3-4 settimane ma può variare a seconda dell’atleta” come precisa l’italianissimo Andrea Di Nino che di questa Nazionale è il ct, ovvero il capo allenatore.
Di questa squadra fanno parte quattro uomini e una donna: due serbi, due russi e un keniota. Il più famoso di tutti è senza dubbio il grande rivale di Michael Phelps , Milorad Cavic. Il campione del mondo dei 50 farfalla è al grande rientro dopo l’intervento all’ernia del luglio 2010 che l’ha tenuto lontano dalle competizioni tutta la scorsa stagione. “Milorad è l’uomo su cui puntiamo di più anche se non è al massimo – sottolinea Di Nino che coordina il lavoro del gruppo con l’ausilio dell’ex nazionale Matteo Giunta (cura la preparazione atletica anche di Magnini, ndr)-, non è facile rientrare dopo quel tipo d’intervento ed essere subito competitivo. Ha pur sempre il quinto tempo dell’anno. Ma non dimentichiamo che in molti hanno smesso di nuotare a delfino dopo questo tipo di problema”. Cavic è un ragazzo simpatico, combattivo, orgoglio delle sue origine serbe che ama le donne e la vita notturna, ma che in acqua è in grado di scatenare l’inferno come sa bene il Kid di Baltimora. La finale dei 100 farfalla dei mondiali di Roma è stata la più sentita e forse più bella della rassegna iridata dopo le polemiche di Pechino, con “Milo”, come viene chiamato dai suoi compagni, seguito come una star dalle telecamere delle televisioni americane.
Oltre a Cavic, del gruppo fanno parte anche la stile liberista serba Miroslava Najdanovski, il campione europeo dei 100 farfalla, il russo Evgeny Korotyshkin, il connazionale Sergej Fesikov (fidanzato della dorsista Anastasija Zueva, a Shanghai gareggerà sui 50 sl, ndr) e il “delfino bianco” del Kenya Jason Dunford . I ragazzi sembrano essersi ambientati molto bene, soprattutto in Campania, come conferma la già buona conoscenza del dialetto locale di Korotyshkin o la passione per pizza e pasta di Najdanovski e Dunford. I ventenni adorano i social network e i nuotatori non fanno eccezione: facebook, del quale tutti hanno un account personale, viene spesso usato tra di loro per motivi goliardici. In acqua si lavora duro, così, appena possibile, soprattutto nel fine settimana, mare e luoghi di cultura diventano preda ambita della squadra. Però, per evitare le eventuali brutte sorprese che l’ottima cucina campana potrebbe comportare in questa fase, il peso degli atleti viene controllato due volte alla settimana: il lunedì e il giovedì.
“Il nostro obiettivo però è l’Olimpiade di Londra, da questi mondiali mi aspetto soprattutto finali” precisa Di Nino che ha scelto lo stadio del nuoto di Caserta per ultimare la fase di “tapering”. Quest’anno l’Adn ha sperimentato una nuova tecnica di allenamento. “Per aiutare l’atleta ad aver maggiore controllo psichico dell'atto respiratorio nella parte finale della gara – spiega il tecnico - abbiamo effettuato esercizi di ipossia e ipercapnia, si tratta di esercizi tipici dell’apnea che svolgiamo sia a secco che in acqua”. Cavic e compagni hanno lavorato a lungo, a Lignano Sabbiadoro, con il pluricampione di apnea Umberto Pellizzari su questo aspetto che “consente all’atleta di ridurre in maniera importante lo stress figlio della competizione agonistica e dello stress fisico”, precisa Di Nino.
Le giornate dei 5 nuotatori sono lunghe ma meno stressanti rispetto ad altri periodi dell’anno. Si comincia alle 7.30, colazione all’americana con uova strapazzate e cibi salati, poi alle 8.45 subito al lavoro: si alternano sedute aerobiche-rigenerative ad esercitazioni tecniche e simulazioni di gara. Si rimane in piscina per almeno 2 ore pur avendo da svolgere un allenamento ridotto nella quantità (massimo 4km nelle prime settimane, ridotto a 3-2km nell'approccio alla gara) rispetto ai periodi di “carico”. Alle 12.45 si pranza, un paio d’ore di riposo per poi tornare al lavoro in palestra intorno alle 16.30. Il doppio allenamento in vasca durante la fase di scarico non viene svolto sempre e si riduce man mano che la gara si avvicina. Alle 20 si cena e alle 23 si va a letto con la speranza che in quei pochi secondi o minuti in cui si scenderà in acqua a Shanghai tutti questi sacrifici vengano premiati.
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