Quando la squalifica è maxi e stronca la carriera
Altri SportRiccardo Riccò è solo l'ultimo degli squalificati "di lungo corso". Francesco Flachi, Angelo pagotto, Justin Gatlin sono solo alcuni degli atleti fermati per molto tempo dall'antidoping
Neanche George Roy Hill avrebbe mai immaginato una stangata così forte per il protagonista del suo film. Dodici anni, tanti sono quelli che il tribunale nazionale antidoping del Coni ha comminato a Riccardo Riccò. Ma il maxistop per il ciclista di Formigine non è stato l’unico nella storia dello sport. Anzi. Molti sono stati quelli che hanno visto interrompere la loro carriera per un lungo periodo. Come Gianni Da Ros, ora 26 anni.
Nel 2009 lo stesso organo federale che ha condannato Riccò l’aveva fermato per 20 anni, fino al 22 novembre 2029. Secondo l’accusa Da Ros si sarebbe dopato (anche se mai è risultato positivo) e avrebbe anche fornito sostanze dopanti a due ciclisti dilettanti. La sua condanna è stata ridotta dopo il ricorso a Tribunale Arbitrale dello Sport dell’agosto 2010 a 4 anni, con decorrenza nel 2013.
Qualche anno in meno, quindici anni di stop, invece si è preso Pedro Lopes, ciclista portoghese, vincitore (e squalificato) del titolo nazionale lusitano nel 2004. Lopes, sospeso a partire dal gennaio 2011, sarebbe risultato positivo tre volte in 18 mesi. La stessa condanna inflitta a Riccardo Riccò è arrivata per il giocatore della Sampdoria Francesco Flachi. Positivo una prima volta a un metabolita della cocaina nel 2007 e condannato a sedici mesi, fu “pizzicato” di nuovo, sempre per la stessa sostanza, nel dicembre 2009.
Qualche mese dopo la procura nazionale antidoping gli ha comminato dodici anni, mettendo in pratica fine alla sua carriera. Stesso vizio, ma una sanzione minore di un terzo per Angelo Pagotto. L’ex giocatore di Milan e Perugia venne condannato a due anni nel 1999 e poi a otto anni nel 2007. La sua condanna dovrebbe finire il 14 giugno 2015, quando l’ex portiere dell’Under 12 avrebbe 42 anni. Dieci anni invece è la condanna inflitta dalla Federazione russa alla sollevatrice di pesi Taisya Antonova. L’atleta, 23 anni, ex campionessa europea juniores, è stata squalificata per “aver infranto il regolamento antidoping” . Insieme a lei sono state fermate tre atlete di livello internazionale, tra cui la campionessa nazionale Irena Bondarenko.
Tra gli atleti caduti nella rete delle maxisqualifiche, anche uno degli ex astri nascenti dell’atletica Usa: Justin Gatlin. Il centometrista, vincitore dei 100 metri ad Atene 2004, nel 2006 fu trovato positivo per testosterone. Essendo un recidivo (al suo attivo uno stop di 2 anni poi ridotto a uno per anfertamine) era stato condannato a otto anni, ridotti a quattro nel 2008 dopo il ricordo alla Commissione d’arbitrato della Federazione Usa di atletica. Nel 2012 ha vinto l’oro ai Mondiali indoor di Istanbul. Oro olimpico come Gatlin era il fondista austriaco Christian Hoffmann, Campione a Salt Lake City nella 30 km, il 5 dicembre 2011 la Commissione nazionale antidoping l’ha fermato per sei anni. Due anni per essere stato cliente di una banca del plasma a Vienna e quattro per essere stato comproprietario di una centrifuga di sangue. Una galleria degli orrori chiusa da Lorenzo Bernucci.Sei anni, ridotti a cinque per utilizzo di sostanze e pratiche vietate.
Nel 2009 lo stesso organo federale che ha condannato Riccò l’aveva fermato per 20 anni, fino al 22 novembre 2029. Secondo l’accusa Da Ros si sarebbe dopato (anche se mai è risultato positivo) e avrebbe anche fornito sostanze dopanti a due ciclisti dilettanti. La sua condanna è stata ridotta dopo il ricorso a Tribunale Arbitrale dello Sport dell’agosto 2010 a 4 anni, con decorrenza nel 2013.
Qualche anno in meno, quindici anni di stop, invece si è preso Pedro Lopes, ciclista portoghese, vincitore (e squalificato) del titolo nazionale lusitano nel 2004. Lopes, sospeso a partire dal gennaio 2011, sarebbe risultato positivo tre volte in 18 mesi. La stessa condanna inflitta a Riccardo Riccò è arrivata per il giocatore della Sampdoria Francesco Flachi. Positivo una prima volta a un metabolita della cocaina nel 2007 e condannato a sedici mesi, fu “pizzicato” di nuovo, sempre per la stessa sostanza, nel dicembre 2009.
Qualche mese dopo la procura nazionale antidoping gli ha comminato dodici anni, mettendo in pratica fine alla sua carriera. Stesso vizio, ma una sanzione minore di un terzo per Angelo Pagotto. L’ex giocatore di Milan e Perugia venne condannato a due anni nel 1999 e poi a otto anni nel 2007. La sua condanna dovrebbe finire il 14 giugno 2015, quando l’ex portiere dell’Under 12 avrebbe 42 anni. Dieci anni invece è la condanna inflitta dalla Federazione russa alla sollevatrice di pesi Taisya Antonova. L’atleta, 23 anni, ex campionessa europea juniores, è stata squalificata per “aver infranto il regolamento antidoping” . Insieme a lei sono state fermate tre atlete di livello internazionale, tra cui la campionessa nazionale Irena Bondarenko.
Tra gli atleti caduti nella rete delle maxisqualifiche, anche uno degli ex astri nascenti dell’atletica Usa: Justin Gatlin. Il centometrista, vincitore dei 100 metri ad Atene 2004, nel 2006 fu trovato positivo per testosterone. Essendo un recidivo (al suo attivo uno stop di 2 anni poi ridotto a uno per anfertamine) era stato condannato a otto anni, ridotti a quattro nel 2008 dopo il ricordo alla Commissione d’arbitrato della Federazione Usa di atletica. Nel 2012 ha vinto l’oro ai Mondiali indoor di Istanbul. Oro olimpico come Gatlin era il fondista austriaco Christian Hoffmann, Campione a Salt Lake City nella 30 km, il 5 dicembre 2011 la Commissione nazionale antidoping l’ha fermato per sei anni. Due anni per essere stato cliente di una banca del plasma a Vienna e quattro per essere stato comproprietario di una centrifuga di sangue. Una galleria degli orrori chiusa da Lorenzo Bernucci.Sei anni, ridotti a cinque per utilizzo di sostanze e pratiche vietate.