Europei di Atletica: Donato oro nel triplo. Meucci d'argento
Altri SportDopo il bronzo di Chiara Rosa, a Helsinki arriva la medaglia più preziosa dal salto triplo uomini. Donato ha chiuso la gara con 17,63 metri. Il mezzofondista invece è arrivato secondo nel 10.000 metri
Confermare il pronostico non è mai impresa facile. L'ha resa addirittura semplicissima, a Helsinki, un 35enne nato a Latina, da tanti anni protagonista dell'atletica azzurra. L'oro del salto triplo va all'Italia, e se lo mette al collo Fabrizio Donato, uno dei maggiori talenti espressi dal movimento tricolore nella pur gloriosa storia della specialità, atleta bersagliato da mille infortuni e mille volte risorto, capace di vivere l'atletica ancora con il sorriso.
La superiorità espressa da Donato è stata schiacciante. Quattro soli salti, tutti oltre i 17 metri, con il primo a fare da vetrina, 17,63 (ventoso, +2.8 m/s). Un capolavoro. Il laziale, sotto la pioggia battente, centra una buona pedana e poi esegue il gesto in maniera sublime. Velocità, ritmo, potenza, tecnica: c'è tutto nell'azione di Donato, che capisce immediatamente di aver azzeccato il salto, ed esulta rivolto verso la tribuna. La misura è da urlo: 17,63, la cifra del record italiano all'aperto (nelle indoor, ha saltato 17,73), anche se il vento non ne consentirà l'omologazione.
Come in più di un'occasione gli è capitato in carriera (vedi la finale degli Euroindoor di Parigi), Donato inizia a volare sulle ali dell'entusiasmo. Il secondo salto, con il solo step forse non a livello della prima esecuzione, è misurato a 17,53, ma con vento assolutamente regolare (+0.8). Il terzo, vale 17,49 (+1.5), in una serie che richiama l'attenzione di tutto lo stadio. Al quarto salto è ancora oltre i 17 metri (17,17, vento +1.3). E' il momento di sedersi sulla riva del fiume. Fino al giro d'onore, tricolore al collo, e alla vestizione della maglietta realizzata dalla figlia Greta, con la scritta "papa' sei un campione". L'argento va all'ucraino Sheryf El Sheryf, che aveva aperto con 17,28, misura rimasta cristallizzata fino al termine, il bronzo al bielorusso Alieksei Tsapik, 16,97. Fabrizio Schembri, l'altro italiano in gara, e' decimo, con 16,40 . Questa di Donato è la 35/a medaglia d'oro dell'atletica italiana agli Europei, che segue, in ordine cronologico, quella vinta da Stefano Baldini nella maratona di Goteborg 2006. E' anche la prima medaglia vinta da un italiano nel triplo.
Dopo l'impresa di Donato, arriva quella di Daniele Meucci, battuto nei 10.000 metri dal solo turco Polat Kemboi Arikan (28"22'27 il crono del vincitore, 28'22"73 per l'azzurro) ed e' quindi argento. Il secondo posto dell'ingegnere pisano, allenato da Massimo Magnani, arriva al termine di una gara completamente tattica, risolta con una volata di poco più di 200 metri.
Dopo un passaggio a metà percorso, sotto la pioggia, di 14'21"93, si forma al comando un gruppo di otto atleti; Meucci prova a sondare il terreno in testa, ma non prende mai l'iniziativa. Lascia il pallino ad Arikan, in qualche occasione sostenuto al comando dallo spagnolo Carles Castillejo e dal portoghese Rui Pedro Silva. E' una lunghissima attesa per l'attacco decisivo, che però sembra non arrivare mai: Arikan alla corda, Meucci come un falco, in agguato, al suo fianco. Alla campana la situazione e' come congelata, nessuno attacca, anche se l'andatura ovviamente si fa molto più sostenuta. Poi, ai 200 metri, Arikan cambia, allungando la fila; tra i due contendenti si infila anche il russo Eugeny Rybakov (uno dei due gemelli che seppero fare sfracelli a livello giovanile alcuni anni fa), che sembra poter lottare ad armi pari. Sul rettilineo conclusivo Meucci, finalmente lanciato, passa Rybakov e guadagna l'argento, anche se ormai il turco-keniano è fuori portata. E' il momento della gioia: due anni dopo il bronzo di Barcellona, Meucci scala un gradino del podio ed è secondo.
L'ennesima sfida della sua lunga vita d'atleta vede Nicola Vizzoni terminare non lontano dal podio, al quinto posto nella finale del martello di Helsinki 2012. Il toscano si piazza in classifica con il 75,13 del primo lancio, senza però poi riuscire a migliorarsi nei turni successivi (serie: 75,13; 74,77; 74,22; 74,77; nullo; nullo). La pioggia che sta caratterizzando questi Europei complica maledettamente le cose ai martellisti, e anche Vizzoni non sembra essere a proprio agio, a tal punto che il martello, nel'ultimo lancio, gli scivola via dalle mani. L'oro, come da pronostico, va all'ungherese Krisztian Pars, vice-campione del mondo in carica che chiude a 79,72, davanti al russo Zagorniy (77,40) ed al polacco Ziolkowski (76,67). Proprio il russo ed il polacco sono stati protagonisti di un bel duello, con sorpasso e controsorpasso, nell'ultimo turno di lanci.
La superiorità espressa da Donato è stata schiacciante. Quattro soli salti, tutti oltre i 17 metri, con il primo a fare da vetrina, 17,63 (ventoso, +2.8 m/s). Un capolavoro. Il laziale, sotto la pioggia battente, centra una buona pedana e poi esegue il gesto in maniera sublime. Velocità, ritmo, potenza, tecnica: c'è tutto nell'azione di Donato, che capisce immediatamente di aver azzeccato il salto, ed esulta rivolto verso la tribuna. La misura è da urlo: 17,63, la cifra del record italiano all'aperto (nelle indoor, ha saltato 17,73), anche se il vento non ne consentirà l'omologazione.
Come in più di un'occasione gli è capitato in carriera (vedi la finale degli Euroindoor di Parigi), Donato inizia a volare sulle ali dell'entusiasmo. Il secondo salto, con il solo step forse non a livello della prima esecuzione, è misurato a 17,53, ma con vento assolutamente regolare (+0.8). Il terzo, vale 17,49 (+1.5), in una serie che richiama l'attenzione di tutto lo stadio. Al quarto salto è ancora oltre i 17 metri (17,17, vento +1.3). E' il momento di sedersi sulla riva del fiume. Fino al giro d'onore, tricolore al collo, e alla vestizione della maglietta realizzata dalla figlia Greta, con la scritta "papa' sei un campione". L'argento va all'ucraino Sheryf El Sheryf, che aveva aperto con 17,28, misura rimasta cristallizzata fino al termine, il bronzo al bielorusso Alieksei Tsapik, 16,97. Fabrizio Schembri, l'altro italiano in gara, e' decimo, con 16,40 . Questa di Donato è la 35/a medaglia d'oro dell'atletica italiana agli Europei, che segue, in ordine cronologico, quella vinta da Stefano Baldini nella maratona di Goteborg 2006. E' anche la prima medaglia vinta da un italiano nel triplo.
Dopo l'impresa di Donato, arriva quella di Daniele Meucci, battuto nei 10.000 metri dal solo turco Polat Kemboi Arikan (28"22'27 il crono del vincitore, 28'22"73 per l'azzurro) ed e' quindi argento. Il secondo posto dell'ingegnere pisano, allenato da Massimo Magnani, arriva al termine di una gara completamente tattica, risolta con una volata di poco più di 200 metri.
Dopo un passaggio a metà percorso, sotto la pioggia, di 14'21"93, si forma al comando un gruppo di otto atleti; Meucci prova a sondare il terreno in testa, ma non prende mai l'iniziativa. Lascia il pallino ad Arikan, in qualche occasione sostenuto al comando dallo spagnolo Carles Castillejo e dal portoghese Rui Pedro Silva. E' una lunghissima attesa per l'attacco decisivo, che però sembra non arrivare mai: Arikan alla corda, Meucci come un falco, in agguato, al suo fianco. Alla campana la situazione e' come congelata, nessuno attacca, anche se l'andatura ovviamente si fa molto più sostenuta. Poi, ai 200 metri, Arikan cambia, allungando la fila; tra i due contendenti si infila anche il russo Eugeny Rybakov (uno dei due gemelli che seppero fare sfracelli a livello giovanile alcuni anni fa), che sembra poter lottare ad armi pari. Sul rettilineo conclusivo Meucci, finalmente lanciato, passa Rybakov e guadagna l'argento, anche se ormai il turco-keniano è fuori portata. E' il momento della gioia: due anni dopo il bronzo di Barcellona, Meucci scala un gradino del podio ed è secondo.
L'ennesima sfida della sua lunga vita d'atleta vede Nicola Vizzoni terminare non lontano dal podio, al quinto posto nella finale del martello di Helsinki 2012. Il toscano si piazza in classifica con il 75,13 del primo lancio, senza però poi riuscire a migliorarsi nei turni successivi (serie: 75,13; 74,77; 74,22; 74,77; nullo; nullo). La pioggia che sta caratterizzando questi Europei complica maledettamente le cose ai martellisti, e anche Vizzoni non sembra essere a proprio agio, a tal punto che il martello, nel'ultimo lancio, gli scivola via dalle mani. L'oro, come da pronostico, va all'ungherese Krisztian Pars, vice-campione del mondo in carica che chiude a 79,72, davanti al russo Zagorniy (77,40) ed al polacco Ziolkowski (76,67). Proprio il russo ed il polacco sono stati protagonisti di un bel duello, con sorpasso e controsorpasso, nell'ultimo turno di lanci.