Fun day: abbattere gli ostacoli? Con lo sport si può

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Fun day: quando lo sport può cambiare la vita

Nulla è impossibile grazie allo sport. Nemmeno superare i propri limiti fisici e mentali. E allora a quel punto la vittoria diventa personale, tanto importante da riuscire a cambiare la vita, come insegnano le storie che vi raccontiamo

di Valentina Fass

Ispirazione e motivazione. Due concetti che per quanto simili hanno una valenza diversa. Per i bambini il desiderio di praticare uno sport può arrivare dai cartoni animati, ma possono venire ispirati anche da esempi più vicini di amici o parenti.

Nel caso di Federico l'ispirazione è arrivata da un amico di famiglia che ha compiuto una grande impresa attraversando tre Paesi, Italia-Svizzera-Austria, a nuoto, in bicicletta, di corsa. Un triathlon su grande scala fatto proprio per ispirare i ragazzi a praticare sport.
"Lo sport è vita", così parla Massimo Magnocavallo, il triatleta protagonista dell'impresa sportiva. Federico, un ragazzo affetto da una emiparesi e con difficoltà cognitive medie, desidera poter giocare a calcio con gli amici e imparare a nuotare.
Massimo prende a cuore la cosa e in 10 mesi non solo gli insegna a nuotare, ma lo mette in grado di attraversare un tratto del Lago di Como a nuoto. Quasi 900 metri percorsi in acqua che hanno donato a Federico una sicurezza motoria e psicologica tale da consentirgli ora di uscire da solo e praticare sport. Adesso gioca a calcio con gli amici, anche più grandi di lui.

Motivazione. I limiti fisici a volte sono tali da richiedere più di una semplice ispirazione per essere superati.
Andrea Antonello è un ragazzo di 18 anni autistico. La comunicazione con il mondo esterno è limitata. Risponde ad una domanda, scrive al computer, ma non riesce ad esprimere un'esigenza, un bisogno. Protagonista di un bellissimo viaggio col padre in giro per il mondo, a lui è stato dedicato anche un libro, "Se ti abbraccio non aver paura".
Per conoscere le persone Andrea le abbraccia, e loro spesso non sono abituate a questo modo così diretto di relazionarsi, si spaventano.

Massimo Magnocavallo oltre ad essere un triatleta ha fatto corsi di coaching, e quando allena le persone lo fa sia a livello fisico che mentale. La scorsa estate Massimo ha deciso di provare ad aiutare Andrea nella comunicazione, proprio attraverso lo sport. Andrea non aveva mai praticato sport in vita sua. Massimo ha passato una settimana con lui facendogli fare ogni giorno uno sport diverso. Nuoto, corsa, canoa, erano tutti modi per entrare in relazione con lui.
L'ultimo giorno decide di far fare ad Andrea e a sua madre una rampicata sulle Dolomiti. Quel giorno, esausto, probabilmente per la fatica fisica dopo una settimana così intensa, Andrea comunica. "Massimo, andiamo a dormire in macchina." Poche parole, ma le prime dette in autonomia, senza stimoli. Lo sport in questo caso gli ha fornito la motivazione per comunicare.
Per quanto l'autismo non si possa curare, adesso riesce a praticare uno sport (va in canoa due volte alla settimana), e ha dimostrato buoni miglioramenti. Lo sport può regalare grandi emozioni. A volte è la vittoria della propria squadra del cuore. A volte la vittoria è del tutto personale, ma cambia la vita.