Pietro, l'eroe di Barletta e quel record durato 17 anni

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Il leggendario record di Pietro Mennea a Mexico City
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LA CARRIERA. Mennea, che è morto stamattina in una clinica romana stroncato da un male incurabile, può essere considerato uno degli atleti più decorati nella storia dello sport italiano. Indimenticabile il 19"72 nei 200 a Mexico City nel '79. IL VIDEO

Pietro Mennea, che è morto stamattina in una clinica romana stroncato da un male incurabile, può essere considerato uno degli atleti più decorati nella storia dello sport italiano. Nato il 28 giugno 1952, a Barletta, per 17 anni è stato detentore del primato mondiale dei 200 metri, stabilito alle Universiadi di Città del Messico, nel 1979. Partecipò alla rassegna da studente in scienze politiche e polverizzò il precedente record che apparteneva a Tommie Smith. Un altro statunitense, Michael Johnson gli strappò il primato alle Olimpiadi di Atlanta, nel 1996.



Un soprannome leggendario - Soprannominato la Freccia del sud, tuttora detiene il primato europeo e italiano dei 200 metri. nel 1980, a Mosca, con una straordinaria rimonta, conquistò la medaglia d'oro, sempre nei 200 metri, che si somma ai quattro titoli europei, a un argento e un bronzo ai Mondiali, ma anche ad altri due bronzi olimpici, il primo dei quali conquistato sulla pista di Monaco di Baviera ai Giochi del 1972, nella gara vinta dal sovietico Borzov. Mennea è stato anche straordinario staffettista e ha pure trovato fortuna nei 400 metri piani.

Campione veloce e testardo - Mennea era un mito per l'atletica mondiale oltre che azzurra, una personalità forte, forgiatasi nel Sud, terra diffidente e di silenzi, ma un profilo esatto dello sprinter più veloce e più testardo mai avuto in Italia risulta essere operazione complessa. La storia di Pietro Mennea sembra caratterizzata da un comun denominatore: tagliare traguardi e proiettarsi alla successiva sfida, considerare ogni successo, piccolo o grande che sia, un semplice punto di partenza anziché d'approdo e per questo è facile capire come un campione del suo calibro smessi i panni della celebrità abbia potuto continuare a dare importanti contributi seppur in scenari differenti dalle piste d'atletica.

Politico, avvocato, olimpionico - E'  stato politico e avvocato, oltre che olimpionico (1980), detentore del primato mondiale dei 200 metri piani dal 1979 al 1996. Mennea nasce nel 1952 a Barletta, cittadina sull'Adriatico. Terzo di cinque figli, papà Salvatore sarto e mamma Vincenza casalinga, frequenta sin da piccolo la palestra della strada. La cosa curiosa è che il più grande velocista italiano cominciò a praticare l'atletica non da velocista ma da marciatore. Ma l'amore fra Mennea e la marcia non durò che 15 giorni, anche perché non era piacevole  allenarsi sulla litoranea di Ponente di Barletta in un ambiente freddo e umido.

Quelle "terribili" sfide a scuola - Più facile, invece, dedicarsi alla velocità, soprattutto per il piacere di battersi tra le mura scolastiche con Salvatore Pallammolla, lo studente più veloce della Ragioneria: e infatti le sfide (sui 50 m, superficie in terra battuta) terminavano troppo spesso con la vittoria di quest'ultimo. Fu il primo successo su Pallammolla che convinse il giovane Mennea a dedicarsi sempre con  maggior impegno all'atletica con la maglia della societa' sportiva  Avis Barletta. Spinto dal professor Autorino, iniziò a prepararsi per i 100 m dei Campionati Studenteschi stravinti nella finale di Pisa con un eccellente 10"8.

Il bronzo nei 200 di Monaco '72 - Le prime Olimpiadi alle quali Mennea ha partecipato, sono quelle di Monaco 1972, terminate in maniera più che soddisfacente con la  conquista di un'insperata medaglia di bronzo nei 200 metri, dietro il grande Borzov e l'americano Black; in più aveva preso parte anche alla finale della staffetta 4x100: con il ventenne Mennea che vedeva  il 3° posto come una piccola delusione perché era giusto puntare sempre e comunque al massimo. Il giovane velocista dopo un 1973 con  molto problemi fisici diventa campione d'Europa nei 200 metri a Roma  '74, mentre a Praga '78 è campione europeo sia sui 100 che sui 200  metri.

Il record del mondo e Mosca - A Città del Messico '79 ottiene il record del mondo dei 200 metri ma è ai Giochi Olimpici di Mosca '80 che raggiunge il suo più grande risultato sportivo. Le olimpiadi moscovite non erano nate sotto una buona stella. Molti Paesi occidentali avevano boicottato i Giochi per protestare contro l'invasione dell'Afghanistan da parte dell'Armata Rossa sovietica. E così gli atleti di Usa, Germania Ovest, Canada, Giappone ed altre nazioni importanti erano stati costretti a rimanere a casa.

Cronaca di un recupero indimenticabile
- Mennea era partito per la sede delle Olimpiadi  teso e preoccupato per via del clima incerto che circondava l'evento. La prima gara, i 100 metri, non era andata per niente bene tanto che Mennea neanche si era qualificato per la finale, vinta poi dallo  scozzese Alan Wells. Ma lui aveva deciso di puntare tutte le sue chance sulla gara prediletta, i 200 metri. All'azzurro venne assegnata la scomodissima 8a corsia con Wells in settima. Lo starter diede il via: lo scozzese partì come una scheggia,  ma a 50 metri dal termine l'italiano era ancora in ritardo, e  Wells sembrava irraggiungibile: qui iniziò una delle più memorabili  progressioni della storia dell'atletica moderna, scandita  dall'indimenticabile telecronaca del compianto Paolo Rosi:  "...recupera ....recupera ....recupera ....recupera ....recupera  ....ha vinto!...ha vinto! ...Pietro Mennea ha compiuto un'impresa  straordinaria...".

Cinque volte alle Olimpiadi - Un buono, ma non eccezionale, 20"19 fu il tempo  della grande impresa che gli è valsa la medaglia d'oro olimpica. Prima della fine delle Olimpiadi, un'altra soddisfazione: con i  compagni Malinverni, Zuliani e Bongiorni si portò a casa il bronzo della 4x400. Mennea in totale ha preso parte a 5 edizioni dei Giochi  Olimpici e in carriera, ha corso 528 gare (419 individuali e 109 di  staffetta); conta 52 presenze con la maglia della Nazionale.

Una carriera interminabile -Ma la carriera di Mennea non finì a Mosca, anche se le più grandi imprese erano state già compiute. Ma altri risultati di rilievo accompagneranno la sua lunga carriera, inframmezzata da 2 momentanei ritiri (marzo 1981-agosto 1982 e ottobre 1984-settembre  1987): il record sui 200 m a livello del mare (19"96) conquistato nella sua Barletta, l'argento (4x100) e bronzo (200 m) mondiali ad  Helsinki, la 4a finale olimpica consecutiva a Los Angeles, la quinta olimpiade di Seul nella quale ebbe l'altissimo onore di essere il  portabandiera della squadra azzurra.