Sport e cittadinanza. Il sogno azzurro di Dariya

Altri Sport
Dariya Derkach è nata nel 1993 in Ucraina ma si è trasferita in Italia da bambina
balotelli_d_italia_darya_derkach_triplo

Mentre il ministro per l'Integrazione Kyenge propone una legge di cittadinanza per i "nuovi" italiani, c'è chi come la 20enne Dariya Derkach, nata in Ucraina ma da 11 anni in Italia, per un documento non può gareggiare in Nazionale, ecco la sua storia

di Roberto Brambilla

“Ho deciso di essere italiana e aspetterò”. Dariya Derkach ha 20 anni ed è una delle atlete più forti del mondo a livello giovanile. Specialità salto in lungo e salto triplo. I suoi primati (13.56 nel triplo e 6.55 nel lungo) l'hanno proiettata dal 2011 ai vertici delle liste mondiali della sua categoria. Tanti titoli italiani, l'ultimo a febbraio 2013 nella categoria “promesse”, ma mai una convocazione in Nazionale. Perchè Darya, ucraina di nascita, l'azzurro non lo può vestire, nonostante sia cresciuta e abbia studiato in Italia. Ecco la sua storia

Da Vinnitsa a Pagani, seguendo la mamma -
“Sono arrivata in Italia dall'Ucraina nel 2002 – racconta la ragazza in un italiano perfetto con una leggera inflessione campana – mia madre ( ex nazionale ucraina di eptathlon) viveva a Pagani, in provincia di Salerno, mio padre Sergey ed io l'abbiamo raggiunta quando avevo 9 anni”. Nella cittadina campana Dariya si è integrata subito. “Quando sei piccola – spiega – non senti il cambio, in Ucraina non avevo una “vita”, le poche difficoltà che ho avuto all'inizio sono state quelle con l'italiano”.

L'atletica, una questione di famiglia –
Dalla terza elementare al diploma di liceo scientifico arrivato nel 2012, sempre in Campania e dividendosi tra banchi e campo d'allenamento.“In pista posso dire di esserci nata, da piccola seguivo la mamma – racconta la ragazza divertita – poi a 9 anni, mi sembra (ride) ho cominciato a gareggiare. facevo un po' di tutto ma soprattutto salti, velocità e qualche prova multipla”. Gareggiare e vincere, seguito sempre da Sergey, allenatore e papà. Titoli e record, ma solo a livello nazionale. Perchè Dariya ha la cittadinanza ucraina e non può rappresentare l'Italia in Mondiali, Europei e Giochi Olimpici Giovanili. E le sue prestazioni tecniche, compresi i primati italiani, non le vengono riconosciuti, perchè tecnicamente lei è straniera.

Miraggio cittadinanza – Nel 2011, con i 18 anni di Dariya e i dieci anni di residenza in Italia dei suoi genitori la ragazza fa richiesta di cittadinanza. Ma tutto si ferma. Per colpa di un documento. “Non so cosa manchi di preciso, perchè di questo argomento se ne stanno occupando i miei genitori– racconta un po' sconsolata Dariya – ma dovrebbe esserci un piccolo intoppo che riguarda il mio nome in un certificato di residenza”. Uno stop non facile per un'atleta. “E' una cosa un po' frustrante – prosegue Dariya – non è facile allenarsi e non poter gareggiare nelle competizioni internazionali, soprattutto vedendo che sei al livello delle migliori”. “ "Per fortuna – aggiunge – ho i miei genitori e la società che mi sostengono, ho conosciuto colleghe che in queste situazioni erano sul punto di mollare”

Solo la maglia azzurra – In questo periodo di limbo dell'atleta della società romana ACSI Italia Atletica, se ne sono accorti in molti. Anche all'estero. La federazione spagnola e soprattutto quella ucraina hanno “offerto” a Dariya di gareggiare per loro. “Ho detto no – racconta fiera la ragazza – non avrebbe senso, ho scelto di vivere in questo paese, mi sento italiana al 100%, aspetterò”. “E poi con l'Ucraina io non ho nulla a che fare, non parlo nemmeno l'ucraino” sottolinea. Su quanto debba ancora aspettare per vestire il sospirato azzurro Dariya però non si sbilancia. Un po' per scaramanzia, un po' per esperienza. “Non so - dice – tante volte mi hanno detto che mancavano giorni per la cittadinanza e poi non è arrivata, così non mi faccio illusioni”. “La mia prima maglia azzurra? Me la sono immaginata troppe volte in questi anni, aspetto e penso solo ad allenarmi”. Magari per le prossime competizioni internazionali. O per Rio 2016.