America's Cup, Luna arrembante a San Francisco

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A San Francisco non manca nulla: nemmeno la bufera a colpi di ricorsi contro un regolamento controverso
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IL PUNTO. Vento sì, ma di polemica a pochi giorni dal via alle regate. La discussione sulla vertenza è prevista l'8 luglio, a Vuitton Cup già partita: la sfida a colpi di carta bollata oppone Luna Rossa e Emirates al regolamento, cambiato in corsa...

La bufera non spazza la baia di San Francisco, dal 7 luglio palcoscenico della Louis Vuitton e, da settembre, della 34/a America's cup che il vincitore della competizione fra gli sfidanti contenderà a Bmw Oracle di Larry Ellison. Però rende ugualmente tempestosi i giorni che introducono alla sfida velica più attesa, prestigiosa e costosa. C'è aria di polemica e di battaglia a colpi di carta bollata contro chi - sostengono due dei tre challenger (Luna Rossa ed Emirates team New Zealand) - vuole cambiare le regole in corsa, nel buon nome della sicurezza.

La sfida, almeno per il momento, si consuma a terra: niente onde, brezze marine, solo azzeccagarbugli in grado di interpretare un regolamento così inestricabile che anche gli stessi velisti fanno fatica a comprendere. In ogni caso, da domenica 7 luglio, si comincerà a regatare, o almeno così si spera. Ma sarà una Vuitton per pochi intimi che, rispetto ai 12 team al via nel 2007 a Valencia, nella competizione targata Alinghi, presenta al via solo tre equipaggi: gli italiani di Luna Rossa, i 'kiwi' e gli svedesi di Artemis dell'ex Moro di Venezia, Paul Cayard.

Alle polemiche dell'ultim'ora vanno aggiunte le contestazioni per una formula troppo rivoluzionaria, che parte dai mostruosi multiscafi AC72 e si snoda attraverso una serie di controversie regolamentari che lasciano interdetti i più, aggiungono pepe alla sfida, ma tolgono pubblico (e sponsor). L'idea del business-man neozelandese Russel Coutts di una Coppa America per pochi (e ricchi) eletti è una specie di idea balzana che va in controtendenza con la crisi dell'economia mondiale. In quanti si possono permettere un Ac72? Quasi nessuno.

Ma non solo, questi mostri del mare risultano pericolosi e assolutamente spropositati anche per i velisti più esperti, costretti a salire a bordo muniti perfino di bombole d'ossigeno, costretti ad appellarsi alla buona sorte. La tragedia di Artemis ridotta in mille pezzi, con il suo velista Andrew 'Bart' Simpson ucciso e seppellito fra le onde, è ancora davanti agli occhi di tutti e allora gli interrogativi aumentano. Bisogna limitare i danni, ma soprattutto i rischi, non si può morire di Coppa America, né alimentare altre polemiche, in una competizione che già parte a fari spenti. Il rischio immediato, visto che la 'nuova' Artemis non dovrebbe essere pronta prima di agosto, è che la Louis Vuitton cup partirebbe solo con due team: Luna Rossa e New Zealand, che hanno preparato a braccetto nella baia di Hauraki, ad Auckland.

Ed ecco arrivare, puntuali, 37 nuove regole imposte dal direttore di regata Iain Murray: limitazione d'intensità del vento, passando per le dotazioni personali di sicurezza dei velisti che devono cavalcare i mostri del mare, lunghi 22 metri, dotati di un'ala rigida e un albero alto 40 metri. Il nulla osta per la disputa dei Round Robbin nella baia di San Francisco è arrivato grazie a un emendamento di Murray, a garanzia della sicurezza che, però, vuole imporre modifiche ai timoni dei multiscafi, legato a un dettaglio progettuale (gli impennaggi sui timoni regolabili, che solo Oracle possiede) costringono alla sollevazione dei challenger, con Luna Rossa in testa.

Un cambiamento definito inaccettabile a pochi giorni dal via e che favorisce il defender. La discussione sulla vertenza è prevista l'8 luglio, a Vuitton già in corso, e anche questo non va bene. Pertanto si potrebbe nuovamente finire in Tribunale. Chi non ricorda la battaglia legale Alinghi-Oracle? Gli statunitensi sono esperti in materia.