Manassero: "L'Open non mi basta sognarlo. Voglio vincere"

Altri Sport
Matteo Manassero, 20 anni, tra gli attesi protagonisti dell'Open d'Italia 2013 (Foto Getty)
manassero_getty

L'INTERVISTA. La grinta del 20enne veneto alla vigilia del torneo italiano. "Stagione buona, con un leggero calo. Ma sono pronto". Gli avversari: "Occhio a Francesco Molinari e Castano". In palio 250mila euro ("Non so cosa ci farei") e punti per la Ryder

di Alfredo Alberico

Formby Golf Club, una manciata di chilometri da Liverpool. E' il 20 giugno 2009 quando Matteo Manassero, 16 anni appena, si aggiudica la 114.a edizione dell'Amateur Championship. Così, sullo stesso campo dove trionfarono campioni in erba come José Maria Olazabal e Sergio Garcia, nasce la leggenda del baby-prodigio italiano: il ragazzotto veneto, o butél come dicono dalle sue parti, centra il record di più giovane vincitore del major dilettanti. Oggi, a vent'anni e con un Open d'Italia al quale arriva da protagonista, Matteo quel soprannome se lo tiene ancora stretto: "Non è mica un'offesa, anzi. Da allora sono diventato professionista, ho giocato tanti tornei, accumulato esperienza. E resto comunque giovane...".

All'Open di Torino dopo una stagione lunga, positiva nel complesso, ma con un calo nella seconda parte. Sinceramente, sei pronto?
"Ho giocato molto e c'è stata una flessione fisiologica. Non lo nego. Eppure sono andato oltre le aspettative. Dopo una pausa per ricaricarmi, adesso sono pronto a dare il 101%".

Basterà per vincere?
"E' il mio obiettivo, non solo una speranza. E' un torneo importante, che ha fatto la storia del golf in Italia e assegnerà anche punti per formare la squadra di Ryder Cup. Capite che la posta è alta. Negli ultimi giorni ho perfezionato nel miglior modo possibile la preparazione".

E come ci si prepara ad un impegno del genere?

"Giocando, giocando, giocando".   

Quindi non esite un allenamento specifico? Una parte atletica, ad esempio.

"No, qui la cosa più importante è mantenere l'equilibrio, magari anche alimentare, e soprattutto la concentrazione. Tutto finalizzato al ritmo gara".

Tre parole per definire l'Open d'Italia.

"Storia, eleganza, calore. Calore inteso come passione del pubblico".

Quali sono le difficoltà del torneo?
"Gli alberi. Il campo ne ha molti attorno. Serviranno colpi lunghi e precisi. E il più preciso vincerà".

Ultimo italiano a vincere, a Tolcinasco nel 2006, Francesco Molinari. E' l'avversario da battere?

"Si tratta di un giocatore davvero molto forte, ma ce ne sono altri".

Tipo?
"Penso al belga Nicolas Colsaerts o allo spagnolo Gonzalo Fernandez Castaňo, tra l'altro campione uscente".

Matteo, fai gli scongiuri.

"Perché?".

Hai vinto l'Open d'Italia 2013: cosa fai con i 250.000 euro in palio?

"Non ne ho la minima idea, ora. Vi farò sapere...".