Addio a Ken Norton, l'Ercole Nero che fratturò Ali
Altri SportE' morto l'unico pugile (42 vittorie di cui 33 per ko) che poteva vantarsi di aver spaccato la faccia a Muhammad Ali. Aveva 70 anni, era ricoverato in Arizona. Sceso dal ring divenne celebre nel ruolo cinematografico dello schiavo Mandingo. IL VIDEO
E' morto Ken Norton, l'unico pugile che poteva vantarsi di aver spaccato la faccia a Muhammad Ali. Aveva 70 anni, era ricoverato in una clinica dell'Arizona, a Bulhead, da tempo malato di cuore. Faceva parte di quella ristrettissima cerchia di sopravvissuti della grande boxe degli anni Settanta, che teneva incollati gli appassionati alla tv e suscitava interminabili discussioni su chi fosse il più forte, in attesa della prossima sfida. Erano gli anni di Muhammad Ali e George Foreman, di Joe Frazier e Leon Spinks, di Ken Norton e Larry Holmes, grandi pugili americani che dettarono legge nella categoria di peso più prestigiosa, quella dei massimi.
Norton divenne famoso perché a forza di ganci micidiali ruppe la mascella nientemeno che ad Ali nel 1973 a San Diego. Fino a quel momento era stato solo un pugile modesto. Ali l'aveva sottovalutato, e si ritrovò battuto proprio mentre inseguiva la corona dei massimi detenuta dal suo storico rivale Foreman. Ma la cosa non si ripeté più, perché nei successivi due incontri di rivincita con Ali, Norton le prese di santa ragione.
Nato nel profondo Sud americano, a Jacksonville, il 9 agosto 1943, Ken Norton si dedicò giovanissimo alla boxe, aiutato da un fisico prestante, che gli fece guadagnare anche l'appellativo di Ercole Nero. A fine carriera quel fisico gli gioverà, perché l'ormai ex pugile verrà scritturato per la parte di Mandingo nell'omonimo film che raccontava l'improbabile storia di un gigante afroamericano, ed ebbe un discreto successo nelle sale. Ma come attore non valeva molto, ebbe parti minori in vari film, ma fu scartato da Sylvester Stallone nella parte che più sentiva sua, quella di Apollo Creed nel primo film della serie Rocky.
Norton fu campione del mondo per un breve periodo, ma ebbe una carriera incompleta: fu il primo pugile ad avere un titolo mondiale senza averlo conquistato sul ring. Inoltre, uscì sempre perdente dalle sfide con i mostri sacri del suo tempo. Ciò non toglie che sia stato una grande figura del pugilato, non a caso l'Ercole nero ha un posto nella Hall of fame della boxe.
Nel 1974 incrociò i guantoni con Foreman per il mondiale, ma l'incontro durò solo due riprese, perché Norton andò subito al tappeto. Nel 1976 terza sfida con Ali, in palio il mondiale Wbc e Wba, ma Norton perse ai punti. Nel 1977 Norton riprende la corsa al mondiale, batte Jimmy Young e inaspettatamente si ritrova detentore del titolo senza combattere, perché il suo competitor Leon Spinks si ritira dalla sfida. Norton però conserva la corona solo pochi mesi, perché già nel giugno 1978 gli viene strappata dall'astro emergente Larry Holmes.
Nella sua lunga carriera da professionista, Norton ha inanellato 42 vittorie di cui 33 per ko. Fu sconfitto solo 7 volte, e l'ultima fu la più brutta e forse la più umiliante. Era il 10 maggio del 1981, e il 38enne pugile di Jacksonville salì sul ring del Madison Square Garden di New York per affrontare un ragazzone di 102 kg che gli poteva essere figlio, tale Gerry Cooney, che lo travolse di ganci al volto e al corpo. Il povero Norton si ritrovò ko senza tirare nemmeno un pugno. Il match finì dopo 54 secondi, e solo una ricca borsa potè consolare il vecchio campione, ormai pronto per una nuova, seppur modesta, carriera nel cinema.
Norton divenne famoso perché a forza di ganci micidiali ruppe la mascella nientemeno che ad Ali nel 1973 a San Diego. Fino a quel momento era stato solo un pugile modesto. Ali l'aveva sottovalutato, e si ritrovò battuto proprio mentre inseguiva la corona dei massimi detenuta dal suo storico rivale Foreman. Ma la cosa non si ripeté più, perché nei successivi due incontri di rivincita con Ali, Norton le prese di santa ragione.
Nato nel profondo Sud americano, a Jacksonville, il 9 agosto 1943, Ken Norton si dedicò giovanissimo alla boxe, aiutato da un fisico prestante, che gli fece guadagnare anche l'appellativo di Ercole Nero. A fine carriera quel fisico gli gioverà, perché l'ormai ex pugile verrà scritturato per la parte di Mandingo nell'omonimo film che raccontava l'improbabile storia di un gigante afroamericano, ed ebbe un discreto successo nelle sale. Ma come attore non valeva molto, ebbe parti minori in vari film, ma fu scartato da Sylvester Stallone nella parte che più sentiva sua, quella di Apollo Creed nel primo film della serie Rocky.
Norton fu campione del mondo per un breve periodo, ma ebbe una carriera incompleta: fu il primo pugile ad avere un titolo mondiale senza averlo conquistato sul ring. Inoltre, uscì sempre perdente dalle sfide con i mostri sacri del suo tempo. Ciò non toglie che sia stato una grande figura del pugilato, non a caso l'Ercole nero ha un posto nella Hall of fame della boxe.
Nel 1974 incrociò i guantoni con Foreman per il mondiale, ma l'incontro durò solo due riprese, perché Norton andò subito al tappeto. Nel 1976 terza sfida con Ali, in palio il mondiale Wbc e Wba, ma Norton perse ai punti. Nel 1977 Norton riprende la corsa al mondiale, batte Jimmy Young e inaspettatamente si ritrova detentore del titolo senza combattere, perché il suo competitor Leon Spinks si ritira dalla sfida. Norton però conserva la corona solo pochi mesi, perché già nel giugno 1978 gli viene strappata dall'astro emergente Larry Holmes.
Nella sua lunga carriera da professionista, Norton ha inanellato 42 vittorie di cui 33 per ko. Fu sconfitto solo 7 volte, e l'ultima fu la più brutta e forse la più umiliante. Era il 10 maggio del 1981, e il 38enne pugile di Jacksonville salì sul ring del Madison Square Garden di New York per affrontare un ragazzone di 102 kg che gli poteva essere figlio, tale Gerry Cooney, che lo travolse di ganci al volto e al corpo. Il povero Norton si ritrovò ko senza tirare nemmeno un pugno. Il match finì dopo 54 secondi, e solo una ricca borsa potè consolare il vecchio campione, ormai pronto per una nuova, seppur modesta, carriera nel cinema.