Woods, domande e incertezze: il campione è perduto?
Altri SportE' solo uno dei tanti interrogativi sul golfista statunitense. All'Open Championship manca ancora un altro taglio, secondo di fila in un Major dopo quello a Chambers Bay. Lui pensa positivo, forse sbaglia chi ha in testa il Tiger di una volta
E' come sfogliare la margherita, Tiger torna-non torna-torna-non torna. Da mesi sembra quasi una litania e noi tutti ci ritroviamo divisi tra la nostalgia e il cinismo.
La nostalgia di vedere Tiger mancare ancora un altro taglio, il secondo consecutivo in un Major dopo quello a Chambers Bay. E' anche un po' colpa sua, ci aveva illusi ad aprile quando al Masters aveva chiuso 17esimo. Anche se quell'ultimo giro in 73, e la miseria di 2 fairways presi, confermava i punti oscuri del suo gioco. Inguardabile a giugno allo U.S. Open quando a far specie oltre al suo golf è stato anche l'eccesso di ottimismo ostentato davanti al microfono, non sembrava per nulla demoralizzato o scoraggiato. E noi a pensare. Ma ci è o ci fa?
Il gioco con troppe lacune lo si è visto pure all'Open Championship a St.Andrews, dove nel 2000 aveva dominato vincendo con 8 colpi di vantaggio e nel 2005 si era ripetuto mettendo 5 colpi tra se e il resto del Mondo. Adesso è un Tiger che fa fatica, sembra sempre stanco, non ha superato il taglio dopo due giri mediocri, 7 sopra il par, che è lo stesso score realizzato qui quando aveva 19anni ed era dilettante. Adesso di anni ne ha 39 e come dobbiamo catalogarlo? Vale tutto, pure una punta di cattiveria. Ex fuoriclasse, campione spaesato, giocatore finito, stella in declino? Aveva iniziato l'anno 2015 da numero 32 del mondo, adesso dopo Saint Andrews finirà oltre il 250esimo posto del World Ranking. Ancora una volta stupisce nelle sue dichiarazioni perchè dice di essere arrivato in Scozia convinto di giocare bene, di poter addirittura vincere.
Forse ha ragione lui, ad essere positivo, a continuare a prendere il buono da una situazione difficile. Forse sbagliamo noi che vorremmo vederlo quello di una volta. E invece dovremmo semplicmente mettere di aspettarlo, quel Tiger lì non esiste più.
La nostalgia di vedere Tiger mancare ancora un altro taglio, il secondo consecutivo in un Major dopo quello a Chambers Bay. E' anche un po' colpa sua, ci aveva illusi ad aprile quando al Masters aveva chiuso 17esimo. Anche se quell'ultimo giro in 73, e la miseria di 2 fairways presi, confermava i punti oscuri del suo gioco. Inguardabile a giugno allo U.S. Open quando a far specie oltre al suo golf è stato anche l'eccesso di ottimismo ostentato davanti al microfono, non sembrava per nulla demoralizzato o scoraggiato. E noi a pensare. Ma ci è o ci fa?
Il gioco con troppe lacune lo si è visto pure all'Open Championship a St.Andrews, dove nel 2000 aveva dominato vincendo con 8 colpi di vantaggio e nel 2005 si era ripetuto mettendo 5 colpi tra se e il resto del Mondo. Adesso è un Tiger che fa fatica, sembra sempre stanco, non ha superato il taglio dopo due giri mediocri, 7 sopra il par, che è lo stesso score realizzato qui quando aveva 19anni ed era dilettante. Adesso di anni ne ha 39 e come dobbiamo catalogarlo? Vale tutto, pure una punta di cattiveria. Ex fuoriclasse, campione spaesato, giocatore finito, stella in declino? Aveva iniziato l'anno 2015 da numero 32 del mondo, adesso dopo Saint Andrews finirà oltre il 250esimo posto del World Ranking. Ancora una volta stupisce nelle sue dichiarazioni perchè dice di essere arrivato in Scozia convinto di giocare bene, di poter addirittura vincere.
Forse ha ragione lui, ad essere positivo, a continuare a prendere il buono da una situazione difficile. Forse sbagliamo noi che vorremmo vederlo quello di una volta. E invece dovremmo semplicmente mettere di aspettarlo, quel Tiger lì non esiste più.