Cagnotto-Dallapè, argento speciale: tolto un peso

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Tania Cagnotto e Francesca Dallapè: argento a Rio 2016 nel sincro trampolino 3 metri (Foto Getty)
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La gioia e il riscatto dopo la delusione di Londra 2012. Le due azzurre sul podio di Rio con un fantastico secondo posto nel trampolino 3 metri: "Un 'grazie' è la prima cosa che ci siamo dette"  

Un abbraccio infinito e un grazie per quei 45 minuti che sono valsi l'argento olimpico. Tania Cagnotto e Francesca Dallapè si sono strette come solo due amiche sanno fare, dopo aver regalato la prima medaglia olimpica in rosa all'Italia dei tuffi nel sincro trampolino 3 metri. "Avrei voluto farlo durare ancora di più quell'abbraccio - racconta Tania - è tanto tempo che inseguivamo questo sogno ma ne è valsa la pena. Mi sono tolta un peso, tutto quello che farò da adesso avrà un altro peso. Mi sento leggera". Una medaglia per lei inseguita sedici anni, e arrivata all'ultima chiamata, perché dopo Rio non ci saranno altre Olimpiadi.

Le prime parole - "Ci siamo ringraziate subito, perché quello che abbiamo raggiunto è il frutto del lavoro e dei sacrifici condivisi" racconta l'altra metà, Francesca Dallapè. E la Cagnotto delle due era la più agitata: "Lei piange sempre, ma quella che sta peggio sono io - sorride ora la bolzanina figlia d'arte - avevo già pianto tre volte oggi, sentivo un fuoco dentro che adesso sono contenta di non sentire più. Quel magone finalmente è andato via, con questa medaglia".

Il riscatto - Non era un'ossessione, ma un cruccio sì, perché avendo vinto tutto quello che una non cinese poteva vincere, l'assenza della medaglia a cinque cerchi pesava. "Continuo a guardarla, è un sogno" aggiunge Tania, che ringrazia e dedica l'argento a tutti quelli che l'hanno sostenuta. Dalla mamma alla psicologa: "Ha fatto un lavoro strepitoso, oggi in quei 45' è contato solo quello che ci ha detto lei". E anche il maltempo, Tania lo voleva, ci sperava: la mattina il vento forte aveva anche annullato gli allenamenti. "Lo abbiamo voluto, anche quando è iniziato a piovere io ero felice - ride l'azzurra, che a Rio con la compagna di trampolino è arrivata preparata al top, dopo essersi misurata in tutte le condizioni, altura, caldo, freddo, piscina scoperta - adesso mi sento sciolta, mi godrò ogni tuffo, non ho più nulla da perdere". Anche quando il 12 agosto tornerà nella piscina brasiliana per la sua gara individuale, tre metri per salutare le Olimpiadi.

Il destino
- "Il destino ci ha portato fin qui - aggiunge Dallapè - era scritto che questa medaglia doveva arrivare". Anche dopo il quarto tuffo in cui sono finite in acqua poco sincronizzate e che le ha fatte tremare di nuovo come a Londra quattro anni fa. "Ci siamo guardate, ho pensato che avevo compromesso il sincro" racconta Tania. Francesca invece il tabellone lo ha guardato solo alla fine, dopo il quinto salto: quello che vale l'argento e quell'abbraccio infinito inseguito da sempre.