Non solo Var: 2017, un anno di innovazioni tecnologiche nello sport

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Francesco Giambertone

Il calcio italiano è cambiato con l'introduzione della "moviola in campo". Ma anche altri sport sono stati interessati da importanti novità tecnologiche: dai caschi stampati in 3D nel football americano ai giudici di linea elettronici nel tennis

Ricorderemo il 2017 come l'anno del Var. Il Video Assistant Referee era stato sperimentato dal 2015 in diverse occasioni prima di fare il suo debutto in Serie A a inizio stagione. I meno attenti lo avevano visto in azione per la prima volta durante un'amichevole tra Francia e Spagna, dove un gol era stato giustamente annullato a Griezmann e uno era stato invece convalidato a Deulofeu, sempre con l'uso degli schermi. Da agosto scorso la possibilità per l'arbitro di consultarsi con due colleghi davanti a uno schermo o di rivedere lui stesso le immagini di un'azione importante ha cambiato il nostro calcio, attirando su di sé tutte le polemiche un tempo destinate esclusivamente agli arbitri. Sono cambiate le discussioni del lunedì mattina: più che “era o non era rigore?” oggi ci si chiede “ha fatto bene il Var a intervenire?”. Ci interroghiamo sul senso di tutta questa tecnologia in uno sport fatto da esseri umani e giudicato da esseri umani (anche attraverso uno schermo), ma il bilancio, per noi, è in generale positivo: meno errori e un senso più diffuso di giustizia, a costo di perdere qualche minuto e di soffocare qualche esultanza.

Il giudice di linea elettronico

È stato l'anno anche delle prime Atp Next Gen Finals con delle grosse novità nel regolamento e nella tecnologia. Il tennis usa l'occhio di falco da più di 10 anni. Ma nel torneo di Milano tra i giovani più forti in circolazione è stato sperimentato per la prima volta l'hawk-eye “in diretta”, cioè un giudice di linea elettronico che chiama la palla al posto di quello umano. Niente più “challenge” dei tennisti, l'intelligenza artificiale sulle linee del campo vede tutto, subito, e non sbaglia. Ha funzionato e presto, chissà, potremmo vederlo persino nei tornei dello Slam, che piaccia o meno.

Le onde artificiali del surf

Non piace a tutti neppure la più grande novità tecnologica mai inventata nel surf, presentata a fine estate: l'onda artificiale perfetta, creata dal campione Kelly Slater nel suo ranch, ha suscitato entusiasmi nei suoi colleghi e portato molti appassionati a parlare di rivoluzione. Esagerati? Neanche un po': la World Surf League per il 2018 ha già piazzato nel lago artificiale del deserto californiano una tappa del tour mondiale. "Sacrilegio", gridano i puristi di questo sport, ma toccherà accettare la novità. Per la prima volta i surfisti verranno giudicati lontano dall'oceano, su onde perfettamente uguali l'una all'altra.

Gli sms sui cruscotti in MotoGp

La tecnologia nello sport divide anche la MotoGp, che dall'anno prossimo introdurrà per la prima volta degli “sms” sul cruscotto dei piloti con le comunicazioni della direzione di gara: Marquez, Rossi e gli altri riceveranno i messaggi importanti riferiti alle quattro bandiere (rossa, gialla, nera e nera col bollino arancione), e le eventuali penalità. E sono già spaccati tra chi lo vede come “un aiuto”, tipo Dovizioso e Lorenzo, e chi ne farebbe volentieri a meno “perché non abbiamo il tempo di leggere i messaggi mentre guidiamo”, come Crutchlow.

Nfl, i caschi personalizzati stampati in 3D

L'estate del 2017 ha confermato quello che in molti temevano da tempo: uno studio su 111 ex giocatori di football americano deceduti ha dimostrato che 110 di loro avevano danni permanenti al cervello. Anche per questo negli Usa si sta cercando di innalzare la qualità dei caschi attraverso la tecnologia: le due aziende che riforniscono il 90% degli atleti stanno provando diverse soluzioni, dall'elmetto con interno stampato in 3D e cuscinetti personalizzati per ciascun giocatore, a quello con un guscio “a placche” che si muovono in maniera indipendente dal casco intero, riducendo la forza e tracciando i dati su forza e localizzazione di ogni impatto.

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Moto e auto: i primi mondiali live di Esports

La sicurezza di chi gioca è al primo posto in Nfl, mentre in Nba hanno lanciato le maglie tecnologiche più per ragioni di marketing: le “connected jerseys” sono dotate di un chip a cui avvicinare lo smartphone per vedere clip e contenuti esclusivi sul giocatore a cui appartiene la maglia. Servono più a noi appassionati che a loro, ma è un passo avanti anche questo. Come le prime finali mondiali degli Esports, protagonisti anche su Sky del finale di stagione di MotoGp (vinto da un italiano) e di Formula 1: ormai i videogiocatori sono quasi dei professionisti e c'è chi ha ottenuto già un contratto nel team virtuale fondato da Fernando Alonso. Ma qui la tecnologia non è parte dello sport: è essa stesso lo sport.