Pyeongchang 2018, l'Italia nelle mani di Arianna Fontana: "Volevo ritirarmi ma ho ancora fame di vincere"

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Francesco Giambertone

Arianna Fontana è nata a Sondrio nell'aprile del 1990 (Foto Instagram)

Cinque medaglie in tre Olimpiadi, ma stavolta si punta all'oro. Ex ragazzina prodigio, lavoratrice infaticabile, ribelle sorridente: la pattinatrice di velocità Arianna Fontana, alfiere dell'Italia ai Giochi di Pyeongchang al via a febbraio, si racconta a Skysport.it: "Gli ultimi anni sono stati duri. Sento una carica pazzesca"

Due serate per sentirsi appagata per sempre. Per completare una carriera incredibile, a cui lei ha sempre creduto. Mancano solo due serate, tra poco più di un mese, perché Arianna Fontana entri nella leggenda dello sport italiano. La prima, il 9 febbraio, non gliela leverà nessuno: alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang la 27enne di Berbenno di Valtellina porterà la bandiera dell'Italia che ha ricevuto dalle mani del Presidente della Repubblica, il sogno di ogni atleta. Quattro giorni più tardi, se tutto va come deve, scenderà in pista per la finale dei 500 metri di short track, la prima occasione utile per prendersi l'oro olimpico che ancora le manca dopo un argento e quattro bronzi. L'ultimo traguardo di una corsa in velocità iniziata a Torino 2006, quando a nemmeno 16 anni divenne la più giovane atleta italiana a vincere una medaglia alle Olimpiadi. In Corea vivrà da assoluta protagonista i Giochi per la quarta volta, lei che è già stata campionessa d'Europa e del mondo di pattinaggio di velocità su pista corta. Rimanendo per tutti la stessa “Ary”.

"Portabandiera? Non ci volevo credere"

Il 2018 sarà l'anno dei Mondiali senza l'Italia. Ma il tricolore sventolerà forte tra le mani di Arianna, scelta dal Coni senza esitazioni: “Giravano voci – racconta a Skysport.it Fontana, che in questi giorni si allena a Courmayeur - in tanti mi chiedevano:”Ma allora sei tu..?”. Io però finché non ho avuto la conferma da Giovanni (Malagò, ndr) non ci volevo credere, la delusione sarebbe stata troppo grande. Poi è arrivata la telefonata e un altro mio sogno che avevo fin da piccola si è realizzato”. Zero pressione in più del solito, solo una gran voglia di scendere in pista e volare sulle lame più veloce di tutti: “Il fatto di essere portabandiera mi dà una carica in più. Non devo dimostrare niente a nessuno, sono tranquilla, voglio arrivare alle Olimpiadi che non sono mai stata così forte e veloce: esserci al 110%. Non sto tralasciando nulla nella mia preparazione”.

"Dopo Sochi volevo smettere"

La raccontano come una ribelle, perché “chi mi conosce sa che se qualcuno o qualcosa che mi sta a cuore viene minacciato esce quella parte di me”. Ma il fenomeno Arianna si è presa il mondo rimanendo quel che è sempre stata, sin da ragazzina: una lottatrice sorridente. Le due serate che le auguriamo di non dimenticare mai ha rischiato di non viverle, perché il ritiro quattro anni fa è stato più di un'ipotesi: “Negli ultimi anni non è stato facile: dopo Sochi pensavo di smettere, ma è bastato assistere ad una gara durante il periodo in cui sono stata ferma e la voglia è tornata subito. Ho ancora fame di vincere, finché ho quella non mi importa fare fatica e sacrifici, perché so che dopo ci saranno le soddisfazioni più grandi”.

I social, gli allenamenti e il suo Anthony

Arianna di sorrisi ne regala molti ai suoi “raghi” su Instagram, tra un allenamento all'alba e un selfie col marito Anthony Lobello, pattinatore italo-americano che ha sposato proprio dopo i Giochi in Russia e con cui si sposta tra la Valtellina, Courmayeur e la Florida: “Lui è molto importante nella mia vita da atleta, spesso litighiamo: non è facile avere tuo marito come allenatore. Ma non c'è un giorno in cui non lo ringrazi per tutto l'aiuto e il sostegno che mi dà”. E star dietro ad Arianna non dev'essere semplice: due allenamenti al giorno “per circa 6 ore in totale”, Lobello le prepara anche il pranzo, “così non esagero – racconta Fontana - perché sono golosissima. Ma una volta alla settimana ci concediamo una cena romantica”.

Un post condiviso da Arianna Fontana (@aryfonta90) in data:

"Obiettivo 1000 metri. Ritiro? Penso alla torta..."

È la vita normale di un'atleta paranormale: bella, bionda e tatuata come Federica Pellegrini, ma diventata campionessa di uno sport che in Italia è ancora una nicchia. Arianna ha cominciato all'età di 4 anni per provare a battere il fratello Alessandro, due anni più grande: ci è riuscita presto. Per migliorare bisognava uscire dalla pista di allenamento in Valmalenco, così la mamma Maria Luisa per anni l'ha accompagnata ogni giorno fino a Bormio, 75 chilometri ad andare e altrettanti a tornare. Sacrifici veri, ma ne valeva la pena. Per Fontana lo short track meriterebbe ancor più sèguito: “Chiunque lo vede per la prima volta ne rimane affascinato, per la velocità, i sorpassi al limite, le cadute impreviste. Può capitare di tutto in un battito di ciglia, è uno sport di puro istinto e ti dà una scarica di adrenalina pazzesca”. Quella che vorrebbe trasmettere a tutta Italia quando scenderà in pista a caccia dell'oro olimpico: “Gli obiettivi sono tanti, ma vorrei togliermi qualche bella soddisfazione sulla distanza dei 1000 metri, quella che per me è stata sempre la più difficile”. E dopo i Giochi che farà? Si ritira? Non è il momento di pensarci: “Ho già detto a mio marito che finita l’ultima gara mi voglio mangiare una torta: ve l'ho detto che sono golosa”. Di dolci e di medaglie.