Match emozionante allo Staples Center di Los Angeles: Fury domina i primi otto round, ma va al tappeto nel nono e nel dodicesimo, riuscendo a salvarsi in extremis. I giudici "non decidono" e ai punti finisce in pareggio, con Wilder che in qualità di detentore resta campione. Rivincita in vista nel 2019
Finisce in parità uno dei match più belli dell'anno, che avrebbe dovuto assegnare il titolo di campione del mondo dei pesi massimi WBC. Allo Staples Center di Los Angeles i protagonisti, per una notte, non sono stati nè LeBron James nè Danilo Gallinari, ma Tyson Fury e Deontay Wilder. Al termine di un incontro emozionante e ricco di colpi di scena, i giudici hanno deciso di "non decidere": due verdetti contrastanti (114-111, 112-114) e uno in perfetta parità (113-113) hanno decretato il pareggio, con la corona che rimane così al detentore Wilder. Una sentenza che ha naturalmente lasciato sbigottiti i due pugili, entrambi festanti al suono dell'ultima campana, convinti di aver portato a casa match e titolo mondiale. Anche il pubblico, naturalmente, non ha apprezzato, fischiando sonoramente alla lettura del verdetto. Fury ha infatti dominato l'incontro, dimostrando di essere vicino al pugile che nel 2015 mise fine alla carriera di Klitschko: persi ben 64 kg dopo aver toccato l'obesità ed essere sprofondato nella più profonda depressione, con tanto di dipendenza da alcol e cocaina, il gigante inglese (206 cm) ha ritrovato i suoi colpi e soprattutto la sua incredibile rapidità di gambe. Non sono mancate le provocazioni sul ring, le linguacce e i balletti, tipici di 'Gipsy King'.
Fury al tappeto due volte, ma non basta
Wilder si è opposto con l'unica arma a disposizione: la sua incredibile potenza, che gli aveva permesso di vincere 39 match su 39, tutti per KO. Se i primi otto round sono stati quasi un monologo di Fury, gli ultimi quattro hanno dato credito alle pretese dello statunitense, capace di mandare al tappeto l'avversario nella nona ripresa con un destro fulminante e soprattutto di stenderlo a poco più di due minuti dal gong finale, nel dodicesimo round. Un destro-sinistro che ha buttato giù Fury, contato fino a 6 dall'arbitro prima di una miracolosa ripresa, che ha lasciato sbigottito anche lo stesso Wilder, come ripreso dai social. Il verdetto lascia tutto in sospeso per il rematch, da organizzare "dove ci sono più soldi", come già disposto dal campione in carica. Anthony Joshua, che attendeva il vincente di questo match per sfidarlo il prossimo aprile, dovrà aspettare la rivincita "tra i due migliori pugili del pianeta", come detto dallo stesso Fury a fine incontro, in un triangolo che promette già scintille.