
Campioni veri, in alcuni casi fenomeni. Accomunati dal fatto di aver vinto poco, se si pensa al talento di cui erano dotati. Da Best a Rodman, da Alonso a Canè: il dibattito è aperto e prosegue nel corso di "Sunday Morning", su Sky Sport 24

Nessuna classifica, nessuna accezione negativa quando parliamo di "dissipatori di talento", anzi. Qui si tratta di campioni veri, accompagnati però in tutto l'arco delle loro carriere da un interrogativo: "Cosa sarebbero potuti essere se...?". Il dibattito è aperto

MARIO BALOTELLI. Per anni la grande speranza azzurra, e c'è chi quella speranza non l'ha ancora persa. Potenzialmente, uno degli attaccanti più completi al mondo, a sentire qualsiasi allenatore. Fisico, tecnica, potenza: ma nei momenti più importanti, forse, gli è mancata la testa

ANTONIO CASSANO. "Gemello" di Balotelli per tanti versi. Per Totti, il più forte con cui abbia mai giocato: intesa unica, figlia di quella stessa lingua calcistica che parlavano in campo. Oggi dice che gli resta un rimpianto: quella chance al Real Madrid sprecata malamente

GEORGE BEST. Tra le sue tante citazioni, quel "Se fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelè". Che fosse al livello dei migliori di sempre non si discute: un talento sconfinato dissipato tra alcool, donne e macchine veloci. Ciò per cui Best, come ricordava lui stesso, ha speso la maggior parte dei suoi soldi. Aggiungendo: "Il resto l'ho sperperato"

GARRINCHA. In Brasile, per molti, è stato superiore persino a Pelè. Due Mondiali in tasca, roba da fenomeni, ma anche una vita di eccessi che ci fa sospettare che quanto ha vinto sia in fondo poco rispetto al potenziale

EVARISTO BECCALOSSI. Torniamo ai fenomeni di casa nostra. Uno scudetto in bacheca è davvero poca roba in proporzione al talento di cui era dotato. Quando era in giornata, uno dei migliori fantasisti prodotti dal calcio italiano

DENNIS RODMAN. Talento ed eccessi, "spalla" del grandissimo MJ nei Chicago Bulls che infilarono tre anelli di fila tra il 1996 e il 1998. Sempre la stessa domanda: cosa sarebbe stato con una testa diversa?

PAOLO CANE'. Classe unica, eleganza da vendere, ma anche un bel caratterino. Il "turborovescio" del tennis italiano vanta successi contro alcuni grandissimi (da Connors a Edberg, da Cash a Wilander) e resta l'impressione che avrebbe potuto togliersi soddisfazioni ancora maggiori

FERNANDO ALONSO. Due Mondiali battendo la Ferrari e Schumacher, ma probabilmente sono stati pochi in relazione al talento che tutti gli hanno sempre riconosciuto. Con la Ferrari in particolare è stato un matrimonio che non ha mai funzionato, con un titolo Mondiale solo sfiorato che forse avrebbe segnato diversamente la sua carriera

MARCO MELANDRI. A 20 anni è campione del mondo della classe 250 e le aspettative su di lui sono altissime. Si pensa addirittura a un "altro Rossi", ma la verità è che nel suo caso le promesse non vengono mantenute e quel titolo resterà l'unico della sua carriera

FEDERICA PELLEGRINI. Tranquilli, stiamo chiaramente provocando. Anche se... Sicuri che con quel talento non avrebbe potuto segnare un'era più di quanto abbia fatto? Dibattito aperto, come dicevamo

CAROLINA KOSTNER. Piccola provocazione anche in questo caso: un Mondiale, 5 Europei, un bronzo alle Olimpiadi. Spesso frenata dall'emozione, ci si chiede: avrebbe potuto fare di più?