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Buffa Presenta il ritratto inedito di uno dei più grande atleti: "I am Ali"

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Per la rassegna di grandi documentari di sport, presentati e commentati da Federico Buffa, il 26 dicembre su Sky Sport Arena alle 21.00(e disponibile on demand), un viaggio nella esplosiva personalità di Muhammad Ali e nella sua insospettabile vita privata

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Definirlo un documentario è forse riduttivo, non solo per la ricchezza della confezione cinematografica – colonna sonora sontuosa con brani di Jimi Hendrix, Steve Wonder, Ella Fitzgerald, Muddy Waters, Ray Charles e Ludovico Einaudi, tra gli altri - ma perché “I am Ali”, scritto e diretto con grande sensibilità e misura da una giovane regista, Clare Lewins, è uno dei più emozionanti film su quella inestirpabile passione umana che chiamiamo sport.

La dimensione agonistica dell’esistenza è esplorata in ciò che la muove, dentro la personalità complessa e straripante di un uomo eccezionale. L’istinto primordiale della sfida all’avversario; la voglia, il bisogno interiore di vincere; il confronto con se stessi, a livello fisico e mentale, per ottenere il massimo nella competizione: tutto questo ha avuto una espressione eclatante e forse unica nella biografia di Muhammad Ali.

 

Ma il bello di questo film non è la glorificazione di un atleta di cui crediamo di sapere quasi tutto perché è diventato leggendario, ma piuttosto la scoperta di un Cassius Clay inedito. Un uomo sensibile, di grande cuore, che piange spesso per commozione, come rivela la sua ex moglie Veronica Porsche. Un padre amorevolissimo e attento alle sue bambine, che per anni registra montagne di audio-cassette delle chiacchierate in famiglia per lasciare loro un ricordo che le renderà felici quando saranno vecchie. 

I am Ali” è uno sguardo intimo e commovente sull'uomo dietro la leggenda e mostra un Ali diverso da come lo avevamo sempre percepito. La produzione ha avuto un accesso esclusivo e senza precedenti all'archivio personale della famiglia da cui sono saltati fuori i nastri domestici, foto e ricordi mai visti prima. Questo fa di “I am Ali” anche un film sulla famiglia, e in particolare sulla dimensione familiare di un campione e di un simbolo sociale.

 

I materiali di archivio inediti sono poi combinati con interviste toccanti e testimonianze eccezionali non solo della sua cerchia di familiari e amici, tra cui figlie, figlio, fratello ed ex moglie, ma anche di campioni e miti della boxe tra cui Mike Tyson , George Foreman e Gene Kilroy.

In particolare è straordinario il racconto di Foreman, co-protagonista della più memorabile sfida sul ring con Ali, un Foreman pacato e illuminato, oggi uomo di fede, che dice del suo eterno rivale: “La boxe è una delle cose che ha fatto, non è sufficiente a definire Muhammad Ali, lui è stato davvero uno degli uomini più grandi mai apparsi sulla terra.” Che dire di più? Queste sono parole che lasciano il segno.

Dalla gran messe di materiali di repertorio di tutta la sua vita emerge anche la grande ironia di Ali, il sottile umorismo delle sue frasi in conferenza stampa o in famiglia, con momenti esilaranti. E colpisce il rammarico, addirittura le scuse rivolte dal campione agli ex rivali per le frasi aggressive rivolte loro nell’imminenza del match, chiaramente dettate da una forte trance agonistica.

 

Molti altri i passaggi toccanti del film, come la rivelazione da parte di una figlia che quando Ali decise di tornare sul ring per la quarta volta, a ben 38 anni, aveva già il Parkinson, ma ancora non ne era consapevole, nonostante la sua evidenza nei comportamenti quotidiani. Il modo in cui Cassius/Muhammad annunciò quella decisione che spiazzò tutti, con una quasi euforica leggerezza, è il vero segno del suo spirito insopprimibile che sfida i limiti del corpo. Il bisogno di essere ancora sul ring per riconfermarsi campione è un dovere innato a cui un uomo quasi malato non può sottrarsi. In questo vediamo il sangue di un vero re.

Appuntamento il 26 dicembre alle 21.00 su Sky Sport Arena. Sempre disponibile on demand