Softball, Italia campione d'Europa: Olanda ko in finale 9-5
softballLe azzurre hanno sconfitto in finale 9-5 l'Olanda: titolo europeo dedicato a Enrico Obletter, Ct della nazionale scomparso lo scorso febbraio per il Covid
L’azzurro è ancora il colore dell’Europa del softball. L’Italia porta a termine il percorso netto: 11 vittorie (solo 3 al completamento delle 7 riprese, tutte le altre applicando la regola della manifesta inferirità dell’avversario), 0 sconfitte e si regala il dodicesimo titolo europeo.
Ma questo, di tanti che le azzurre hanno conquistato, è il trofeo più sofferto e quindi più bello da festeggiare, più dolce ma, al tempo stesso, più amaro: sublimazione di un’idea plasmata 4 anni fa da un uomo, un allenatore, un insegnante di softball - Enrico Obletter - che ora purtroppo non è qui. Il gruppo l’ha costruito e fortemente voluto lui; l’ha fatto crescere e portato a successi impensabili, compresa la qualificazione olimpica per cui tra 15 giorni questa stessa squadra scenderà in campo a Tokyo contro le altre 5 formazioni più forti del mondo alla ricerca di una medaglia, cercando di sorprendere ancora e di fare lo sgambetto a potenze mondiali come Stati Uniti (partita d’esordio il 21 luglio), Giappone, Canada, Australia e Messico. Ora Obletter, ucciso dal covid, non può festeggiare con le sue ragazze. Anche se, negli occhi e nelle parole di tutte lui c’è sempre e le ha guidate all’ennesima vittoria in una finale contro l’Olanda.
Perché un giorno, Obletter, in un discorso motivazionale, che il suo amico e successore Federico Pizzolini ha fatto riascoltare alla squadra prima della finale contro l’Olanda, disse: “Io non partecipo mai a un torneo. Noi non andiamo per partecipare, non andiamo per vincere tutte le partite”. E così le sue ragazze hanno imparato a fare e hanno fatto anche questa volta.
E dire che si era messa male: sotto 3-0 dopo la prima ripresa. Ma senza paura e unite una con l’altra, le azzurre hanno macinato punti su punti. Con i fuoricampo di Andrea Howard e del capitano Erika Piancastelli (una delle donne sportive che Sports Illustrated ha inserito tra le 50 più influenti del pianeta) e i lanci di Greta Cecchetti, Ilaria Cacciamani e Alexia Lacatena. Di quest’ultima, classe 2002, sono stati gli ultimi due out, nella fase più incandescente della partita, quando l’Olanda aveva provato un ultimo, estremo tentativo di rimonta. Ma lei non si è scomposta e come una veterana, ha portato a termine il compito iniziato dalle “sue sorelle”. Alla fine il suo capitano Piancastelli ha persino detto: “sono orgogliosa di giocare con Alexia”. Lei capitano, giocatrice che sta facendo la storia di questo sport a livello mondiale, che con l’umiltà di una rookie, dà l’onore proprio alla rookie. Perché questa squadra è così, con il contributo di tutte, ma nella mano, è arrivata fino alla fine.
Fino alla vittoria 9-5, per pareggiare i conti nelle finali giocate contro l’Olanda: 8-8, ma nel computo totale dei titoli ora è Italia 12, Olanda 10. Di sicuro questo, però, senza ombra di smentite, per i sentimenti che lo hanno accompagnato e lo pervadono è il titolo più bello, quello più sofferto, quello che ha un gusto speciale. #perenrico