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Cambiasso, Zorzi, Bertolucci e Diego Dominguez sono i "Campioni della Casa dello Sport"

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Paolo Bertolucci, Esteban Cambiasso, Diego Dominguez e Andrea Zorzi sono “I campioni della Casa dello Sport". Il talk che li ha visti protagonisti a Sky Sport, tra aneddoti e attualità. Già disponibile on demand

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Buon compleanno Casa dello Sport: Paolo Bertolucci, Esteban Cambiasso, Diego Dominguez e Andrea Zorzi hanno partecipato al talk “I campioni della Casa dello Sport”, insieme a Rachele Sangiuliano e Fabio Tavelli. Di seguito alcuni estratti dei loro interventi negli studi di Sky. 

Paolo Bertolucci: "Tennis azzurro ci rende orgogliosi"

"Cosa penso dei giornalisti? Vengo da lontano, avevamo grandi giornalisti, grandi personaggi, la maggior parte di loro erano bravi perché ti giudicavano – ed è quello che cerco di fare anche io adesso – per quello che tu esprimi in campo, cosa fai fuori sinceramente a me non interessa. Se non rendi in campo dico che stai avendo una prestazione insufficiente, da che cosa è dovuto non lo so. All’epoca, di tecnica tennistica erano veramente in pochi che ne capivano, assolutamente. Poi c’è stato il boom del tennis, noi giravamo e avevamo 40-45 giornalisti dietro, ma in pochi capivano veramente di tennis. Io ho avuto la fortuna che, giocando solo il doppio, sia il venerdì che la domenica ero di fianco a Mario Belardinelli, che mi spiegava punto su punto quello che sarebbe dovuto accadere o che cosa avrebbe dovuto fare Adriano piuttosto che Corrado per vincere quel punto o quella partita. Questo secondo me è stato un insegnamento pazzesco che io ho avuto la fortuna di avere e gli altri no. A parte la Coppa Davis, la tv in quel periodo lì seguiva pochissime competizioni.

Personalmente cerco di avere il minor contatto possibile con i giocatori: l’amicizia con uno o sapere come si comporta fuori dal campo potrebbe poi condizionare il mio giudizio durante la telecronaca". Su Wimbledon: "Noi avevamo un giocatore di punta, Berrettini, che purtroppo è un anno che passa da un infortunio all’altro, ancora non è pronto, ha bisogno di giocare ancora 5-6 partite e non so se riuscirà a essere pronto al 100% a Londra. Sinner lo aspettiamo, sulla terra battuta non è andato benissimo, ci aveva stupito l’anno scorso e ci aspettiamo che riesca ad avere un altro bel torneo. Musetti deve ancora fare esperienza e Sonego è un giocatore di livello. Abbiamo una squadra molto forte, l’anno scorso abbiamo perso in semifinale per due palle senza Berrettini. Con Berrettini a posto, Sonego e il doppio Fognini-Bolelli, siamo tra le prime tre squadre al mondo. E lo sappiamo in tutti gli sport, se sei fra le prime tre, prima o poi riesci ad agguantare il trofeo. L’Italia tra le prime tre del mondo, come forza a livello maschile, è un dato molto importante che ci riempie di orgoglio".   

Esteban Cambiasso: "Futuro? Sogno è allenare"

"Alla domanda su cosa avrei fatto se non avessi fatto il calciatore, posso rispondere che sono uno sportivo, mi posso definire un “malato di sport”. Vedo tanto sport sia in tv che dal vivo. Sicuramente se una delle risposte è quella di giornalista sportivo, l’altra potrebbe essere professore di educazione fisica perché mi piace molto anche quel ruolo. Non mi sono immaginato molto nel dopo, Sky sa che sono un po’ “in prestito” perché quello che vorrei fare è molto più impegnativo, è allenare. La verità è che gran “colpa” del fatto che io non sia già in campo ce l’ha Sky (sorride, ndr), mi trovo molto bene qui, è un altro modo di imparare, il fatto di rapportarmi con il gruppo di lavoro della Champions League, non guardiamo le partite, le analizziamo. Con Fabio Capello, Billy Costacurta, Alessandro Del Piero, Paolo Di Canio, Paolo Condò, Anna Billò, tutta gente che questo mondo lo conosce bene. C’è un modo diverso di analizzare le partite. Poi c’è una cosa che io ho chiarito dal primo giorno con la direzione: io giornalista non mi sento, talent è una parola che include tante cose e lo puoi fare in diversi modi, io ho chiesto di farlo sempre col pensiero di protagonista, col pensiero dell’allenatore, col pensiero del giocatore, cercando di interpretare quello che può essere nella loro testa. Penso che uno dei giorni a Sky che ricorderò di più è quando ho incontrato Ettore Messina. Lì capisci che se ci mettiamo tutti noi a parlare abbiamo tutti dei punti in comune, questo è il bello dello sport. Oggi ad esempio anche il calcio sta diventando a volte una partita a scacchi (riferendosi al tennis, ndr). Il bello è che qui trovi il top del top di tutti gli sport. Come riparte il calcio italiano dopo tre finali? Si riparte con l’obbligo della continuità, arrivare una volta è importante ma confermarsi lo è ancora di più. Almeno in Conference, dopo la Roma è arrivata la Fiorentina, quindi lì si è vista una continuità. Adesso il discorso sarebbe quello di allargare tutto questo alle altre, ma so che arrivare in finale – per esempio in Champions League – per le italiane è un traguardo molto difficile, visto come sono i budget a livello europeo. Ma sicuramente quello che abbiamo vissuto quest’anno è motivo di orgoglio per il calcio italiano, ma adesso il discorso è che arrivare è bello, ma bisogna confermarsi, quindi l’obiettivo è ancora più difficile".   

Diego Dominguez: "Coppa del Mondo sarà la più difficile"

"Io studio sempre, passo quasi tutti i giorni almeno un’ora a vedere, studiare, leggere. Anche durante le vacanze, studio e cerco di darmi gli obiettivi. Ad esempio, so che ci sarà il prossimo Sei Nazioni, avrò Francesco Pierantozzi, il numero uno, che studia tantissimo… cerco di trovare qualcosa per sorprenderlo, per batterlo, cerco di studiare e di fare sempre meglio, come ho fatto sul campo. Di dare ogni giorno qualcosa in più alla squadra. Migliorando me stesso so che i miei compagni possono vedere qualcosa, vedendo che tu farai progressi lo faranno anche loro. Senza chiederlo, solo con l’esempio. La Coppa del Mondo che ci aspetta sarà la più difficile. Gli organizzatori in Francia hanno messo budget, tempo, energia, c’è un Paese dietro che sta aspettando questo evento, ricordiamo che la Francia è l’univo grande Paese che non ha mai vinto. Poi c’è la Nuova Zelanda, che arriva con una fame di riscatto enorme. Poi ci siamo noi, poi c’è l’Uruguay, con un grande senso di appartenenza. Con Pierantozzi siamo andati a conoscere come sono tutti i Club uruguayani, che sono cresciuti tantissimo. Noi iniziamo con la Namibia, dobbiamo vincerla. Con l’Uruguay poi sarà un test difficile, ma che dobbiamo portare a casa: se arrivo con due partite in tasca, alla terza – anche se gioco contro il campione del Mondo – io me la gioco. Lo ha fatto l’Argentina, non lo possiamo fare anche noi?"

Andrea Zorzi: "Per chi ama sport interdisciplinarità di Sky è fantastica"

"Nei primi anni di Sky è stato eccitante far parte di un gruppo che stava cambiando il modo di raccontare lo sport, la pallavolo. La qualità dei commenti, delle riprese, gli aiuti della grafica, la famosa lavagnetta che permetteva di esplorare un mondo fatto di tecnica, ma in modo divertente ed efficace. Passare ore e ore nello studio di grafica a smanettare per mettere dentro le grafiche da utilizzare per la lavagnetta. E’ uno dei ricordi più belli che ho, insieme alle Olimpiadi di Londra 2012, la più bella Olimpiade. Farla da atleta è emozionante, ma farla in quel modo, con 44 televisori, ogni immagine era fantastica. La possibilità in onda e fuori di parlare con esperti di altri sport e fare domande, sentire risposte. È meraviglioso, per chi ama lo sport questa interdisciplinarità è fantastica"

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