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Mondiali di atletica: Palmisano di bronzo nella 20 km di marcia

Atletica

Lia Capizzi

Prima medaglia italiana ai Mondiali di Londra. L'azzurra arriva dietro alla cinese Jiayu Yang, oro, e alla messicana Maria Guadalupe Gonzalez, argento. L'amarezza di una 20Km condizionata da troppe irregolarità non sanzionate

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Un bronzo luccicante con pure però una punta di fastidio. Siamo alle solite, la marcia continua a farsi del male da sola con gare condizionate da furbate tecniche e da interpretazioni assai opinabili dei giudici ai quali va concessa l’unica attenuante di dover decidere richiami e squalifiche a occhio nudo, senza l’ausilio di moviole o fotogrammi. Ma la marcia è una sola, prevede sempre il contatto con il terreno di uno dei due arti inferiori, non può esistere alcuna fase di sospensione altrimenti si chiamerebbe corsa. Peccato rovinare una 20Km mondiale a causa di troppe irregolarità non sanzionate a dovere. Arriva nel finale, unica consolazione, la squalifica sacrosanta della cinese Xiuzhi Lyu che in terza posizione viene fermata a tre metri dal traguardo con la paletta rossa, somma delle tre ammonizioni ricevute. E così Antonella Palmisano da quarta si ritrova meritatamente terza. Meritatamente perché la tecnica della 26enne pugliese non ha rivali, la scuola italiana insegna, impeccabile, precisa, e pure la più elegante con quel suo movimento delle anche che pare una danza.

La classe di Antonella, tecnica e istinto

Antonella non vuole reclamare, sa che queste sono le regole della specialità che ha scelto, preferisce godersi il sogno di una vita, la sua prima medaglia importante da regina azzurra proprio davanti alla casa della Regina Elisabetta. Sul percorso spettacolare con vista su Buckingham Palace la Palmisano chiude in 1h 26’36”, primato personale e seconda prestazione italiana all-time, dietro alla medaglia d’oro Jiayu Yang (Cina, 1h 26”18) e all’argento Maria Guadalupe Gonzales (Messico, 1h 26”19).
La tarantina di Mottola non aveva una tattica di gara preconfezionata, lei è fatta così, è una istintiva, lo sa bene il suo allenatore-mentore Patrizio Percesepe che lascia spesso a briglie sciolte la sua allieva di razza. Le sensazioni erano positive fin dalla vigilia, complice una preparazione finalmente completa senza il tormento di qualche infortunio con cui aveva sempre dovuto fare i conti negli inverni passati. Arrivava dal dominio in Coppa Europa lo scorso maggio a Podebrady (Repubblica Ceca), era tra le favorite e non si è fatta inghiottire dai fantasmi della pressione. Ha voluto imporre una gara di testa, subito al comando sin dal primo chilometro a voler dettare il ritmo con determinazione. Nell’ultimo giro il momento decisivo, le due cinesi Yang e Ging che quasi corrono- ecco, appunto!- impongono uno strappo seguite dalla messicana Gonzalez, Antonella fatica ma riesce a tenersi a ridosso, fino al traguardo con la citata squalifica della Lyu.

La futura sposa unica medaglia di un’Italia ai minimi termini

La specialità del tacco-punta riesce a regalare il primo sorriso ad una spedizione azzurra uscita con le ossa rotte dallo stadio Olimpico di Londra, nessun italiano qualificato per una finale in pista o in pedana, non era mai successo, un disastro sul quale occorrerà riflettere e pure in fretta. Ma prima è giusto rendere merito al sorriso di bronzo della Palmisano, l’azzurra con il fiocco in testa, il suo vezzo di gareggiare con un ferma-capelli a forma di fiore, immancabile portafortuna che le confeziona la mamma. Una carriera in escalation, due anni fa ai Mondiali di Pechino 2015 aveva chiuso quinta, l’anno scorso il quarto posto ai Giochi di Rio con pure l’appendice amorosa. Al rientro dal Brasile, il fidanzato Lorenzo (Dessi, marciatore pure lui) l’aveva accolta in ginocchio nell’atrio della zona arrivi dell’aeroporto di Fiumicino: "mi vuoi sposare?". Il matrimonio è fissato per l’anno prossimo, la casa è già pronta e utilizzata, i fidanzati-atleti convivono da tempo ad Ostia e si allenano insieme al Centro Sportivo delle Fiamme Gialle. All’altare Antonella sarà una sposa mondiale.