Caster Semenya non sarà al Mondiale di Doha: "Delusa, ma continuerò a lottare"

Atletica

Il tribunale federale svizzero, che aveva sospeso la regola della IAAF sulle atlete iperandrogine, è tornato sui suoi passi: la battaglia legale della sudafricana prosegue, ma intanto non potrà essere al via della rassegna iridata di Doha di settembre-ottobre

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Caster Semenya non potrà difendere l’oro conquistato negli 800 metri ai Mondiali di Londra 2017. Il tribunale federale svizzero, che a giugno avevo sospeso la regola sulla limitazione del testosterone imposta dalla Federazione internazionale dell’Atletica alla 28enne sudafricana, ha fatto dietrofront. La massima autorità giuridica svizzera ha annullato temporaneamente la sentenza in attesa di pronunciarsi sull'appello di Semenya contro la sentenza della Corte di Arbitrato per lo Sport (CAS), che a maggio aveva convalidato la regola numero 114 della IAAF. La battaglia è ancora in corso, ma intanto Semenya dovrà rinunciare alla rassegna iridata in programma dal 28 settembre al 6 ottobre. La IAAF ritiene che gli atleti con "differenze dello sviluppo sessuale" (DSD) superino il limite di cinque nanomoli di testosterone per litro di sangue e che quindi debbano assumere dei farmaci specifici per ridurre il testosterone. Una regola mai accettata da Caster Semenya. "Sono molto delusa dal non poter difendere il mio titolo – ha commentato la sudafricana al Daily Telegraph -. Tuttavia questa sentenza non mi dissuaderà dal proseguire la mia lotta per i diritti umani di tutte le atlete interessate". Così invece il suo avvocato, Dorothee Schramm: "La decisione del giudice non ha alcun impatto sull'appello: continueremo la causa per i suoi diritti umani. Una corsa si decide sempre al traguardo".