I am Bolt. Il documentario sull'uomo più veloce del pianeta
buffa presentaAppuntamento della serie #SkyBuffaPresenta, in onda il 25 dicembre alle 21 su Sky Sport Arena e disponibile on demand. Un film eccezionale che ci porta dentro la routine quotidiana dell’otto volte oro olimpico giamaicano: allenamenti, gare, affetti e momenti intimi
“Quale è il segreto di questi giamaicani?” si chiede Federico Buffa a proposito di Bolt, un ragazzo che voleva giocare a cricket e che si è ritrovato ad essere il più grande di sempre nell’atletica. Cerchiamo di capirlo con questo originale, scanzonato documentario: un giovane, simpatico Usain si stira la maglietta nell’ingresso di casa prima di andare agli allenamenti. Ride dopo che un operatore televisivo lo ha travolto con un carrello mettendo a rischio le sue gambe magiche, fa impazzire i fans con il suo classico gesto di esultanza (“è un passo di danza giamaicano che ho personalizzato – ha spiegato - e significa To the world, dalla Giamaica a tutto il mondo”), balla la sua musica con le cuffie in testa come qualsiasi ragazzo della sua età. “Io sono Bolt” è un film sulla persona dietro il mito, la proattiva regia di Benjamin Turner e Gabe Turner ci porta nella vita quotidiana dell’uomo più veloce del mondo e ce lo fa scoprire nella sua dimensione più umana ed empatica.
Non manca comunque il lato professionale della sua vita: il duro allenamento, il bagno nel ghiaccio, la rinuncia ai divertimenti notturni con gli amici. Ma dovunque si trovi, in pista o in aeroporto Usain è sempre pronto a far ridere la gente, a giocare come forse il suo talento unico non gli ha sempre permesso di fare. Lo seguiamo nella sua fantastica Giamaica, tra spiagge dorate e belle ragazze, qualche bicchiere tanto per gradire, un giro in barca, balli mascherati e le corse in quad sulle piste di terra arsa, il suo passatempo preferito. Il ragazzo-campione ha bisogno di staccare dalla pista e vivere la vita per quanto il suo lavoro e la sua ambizione gli permettano di fare. Bolt sa di essere un talento raro e si sottomette alla disciplina che esso gli impone, ma sempre con il sorriso.
Conosciamo la sua squadra, un gruppo di amici che lo aiuta a ottenere il meglio dai suoi arti inferiori. Sentiamo i suoi familiari parlare del suo carattere e della sua infanzia. La calma e la disciplina trasmessi dai genitori, i primi rudimenti di atletica impartiti dal pastore della sua piccola comunità di campagna, gli sforzi del coach per tenerlo alla larga da distrazioni e possibili infortuni, il clima di gioco e di scherzo che fa da contorno agli allenamenti.
Seguiamo gli sviluppi e la cura di un problema lombare che nel 2004 mise a rischio le prestazioni di Bolt, approdiamo alle olimpiadi di Pechino 2008 dopo una rigorosa preparazione, l’attesa e l’emozione prima del trionfo, la gioia dopo un risultato grandioso. “Io sono solo uscito là fuori e ho fatto il mio dovere – commenta lui ridendo – ecco tutto”. Poi Usain commenta le immagini delle sue gare ritrasmesse dalle tv di tutto il pianeta. E infine scatta la festa giamaicana.
Particolarmente interessante la seconda parte del film sulla lotta psicologica con se stessi e con la ricerca di motivazioni per un campione che ha già vinto tutto e deve capire cosa cerca, di cosa ha ancora fame. E’ la fase di Bolt che precede le olimpiadi di Rio, il dubbio che prelude alla ripartenza. E i dubbi Usain non li nasconde, anzi ci si arrovella a lungo, con la semplicità di un ragazzo come tanti, ma davanti a una telecamera. Abbiamo così la possibilità, attraverso il film di entrare nella mente di un fuoriclasse, quasi di essere Usain Bolt, come nel film “Essere John Malkovich”.
Prodotto da Leo Pearlman Io Sono Bolt (102 minuti), documenta come mai si era visto sullo schermo la vita e la carriera del velocista giamaicano tre volte medaglia d'oro olimpica e detentore di record mondiali sui 100m, 200m (i suoi preferiti), e i 4 × 100 staffetta. Un film emozionante, che segue il viaggio di Bolt nella conquista di nove medaglie d'oro, superando gli inciampi che costellano la strada ai titoli olimpici. “A Pechino è stato una atleta fenomenale – commenta Lord Sebastian Coe, presidente del comitato organizzativo delle olimpiadi di Londra 2012 – ma credo sia stata Londra a consegnare Bolt alla storia. Non mi viene in mente nessun altro, dai tempo di Muhammad Alì, che abbia rubato così la scena nello sport, come ha fatto Usain, lui è stato una stella irripetibile”.
Federico Buffa nella sua introduzione lo paragona invece a Jesse Owens e il palcoscenico di Pechino a quello della Olimpiade di Berlino del ’36, senonché Bolt vince anche nelle due successive olimpiadi, per cui Buffa lo candida al ruolo di “più grande sportivo mai visto”. Nel film sull'era d'oro di Bolt compaiono anche Pelé, Neymar, Serena Williams, Asafa Powell, Ziggy Marley, Maurice Greene e molti altri, a raccontare Bolt “l’eroe giamaicano” e “l’eroe della gente”, fino al trionfo finale, su una entusiasmante soundtrack caraibica.
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Appuntamento il 25 dicembre alle 21.00 su Sky Sport Arena con Buffa Presenta: I am Bolt, disponibile anche on demand.