Mondiali di atletica 2022 in Oregon, la storia di Eugene e di Steve Prefontaine

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Giovanni Bruno

Giovanni Bruno

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I Mondiali di atletica raggiungono la maggiore età: quelli di Eugene saranno infatti la 18^ edizione, la prima negli Stati Uniti. Compito non facile per la spedizione azzurra, reduce dai cinque straordinari ori di Tokyo. In Oregon il pensiero vola subito alla Nike, ma anche a uno straordinario atleta scomparso troppo presto, Steve Prefontaine

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Numero 18, mondiale dalla maggiore età con una prima volta assoluta negli Stati Uniti, sembra un controsenso con il reale movimento targato USA sia a livello di commercializzazione di marchi, di business, di appeal e di diritti TV…insomma tanto ma come si dice: “c’è sempre una prima volta”. Prima edizione 1983 Helsinki, quattro anni dopo la volta di Roma e successivamente Tokio che compresa questa ultima edizione è la settima fuori l’Europa. Giusto per la cronaca e la statistica, i mondiali 2023 saranno nuovamente europei, a Budapest. Le prime tre edizioni citate vennero distanziate di quattro anni da Stoccarda 1993 ogni 2…

Italia con i 5 ori di Tokyo: il compito non è facile

Mondiale, una parola ed un evento che fa tremare le gambe e le fa tremare ancora di più quando si torna a correre a questi livelli dopo meno di un anno e con un solo anno di gap per il prossimo ed appena 2 dalle successive Olimpiadi. Morale una lunga corsa o salto o lancio che non si ferma mai con opportune verifiche di forma, infortuni, maledetto Covid ed altro. Lo stato di salute e atleticità dei campioni è sotto stress ed ansia da prestazione, una prova continua soprattutto per quelli chiamati di continuo a conferme e sigilli, tutti nessuno escluso. Devi essere una macchina perfetta al momento giusto e questi momenti sono anche una spada di Damocle con tutto quello che si trascina. Ma non entriamo del merito o nel demerito… si comincia tra poco e saranno centimetri e tempi a dettar legge…chi sta bene e chi no, favoriti o underdog, tutto fa spettacolo e che spettacolo. I nostri con i 5 ori di Tokio hanno un compitino non facile e vi assicuro che non viene chiesto nulla solo di battersi nel modo giusto, ci hanno abituato, sorprendentemente, bene. Da dire invece che di sicuro ne ha tratto beneficio il movimento azzurro proprio dell’exploit olimpico…tanti giovani con ottime prospettive e via così. Tifo e supporto ci sarà e …tocca a loro entrare nel clima Eugene. 

La storia di Eugene, tra fiumi e foreste

Un clima tutto particolare…una città, la seconda per numeri, dell’Oregon, che vive tra legname, pesca e scarpe… il baffo della Nike è di lì…Eugene. La città fu fondata da un certo Eugene Skinner nel 1846, una casa e un post office e il fascino montano di quelle terre lontane tra lo stato di Washington e la California, con bordi su Idaho e Montana. Fiumi e foreste, che disegnano la Willamette Valley con l’acqua del Mckenzie che la taglia. 160 chilometri da Portland e tanta natura in mezzo per bici, rafting e kayak. Gioia per lo sport e per gli occhi. Sono sguardi che girano lungo la pista di atletica nata nel 1921 in uno stadio nato nel 1919 per far giocare la squadra di football dell’università di Oregon state, i Ducks. Bill Hayward Il primo allenatore dei Ducks e nome dello Stadio: Hayward Field. Uno stadio che però sta stretto ai Ducks e nel 1967 si passa dai 10.000 posti ai 70 mila dell’Autzen per i duelli soprannominati Civil War contro i Beavers e gli Huskies di Washington. L’Hayward diventa solo per l’atletica leggera e quale miglior cosa ospitare i trials del 1972, le qualifiche per i giochi di Monaco.

Bill e Bill, l'origine della Nike

E qui entra in scena un altro Bill, anche lui allenatore ma di atletica ed anche scopritore di un ragazzo, non troppo alto, non troppo magro, biondino, capelli lunghi, faccia impertinente e assolutamente bello. Un cavallo pazzo della pista, un senza limiti da eccessi anche di una vita da Hippy: Steve Prefontaine, figlio di un saldatore Ray di Coos bay e di una sarta, Elfriede di origine tedesca. A Eugene vinceva tutto Steve, tutto quello che si correva oltre i mille metri… e aveva ogni record fino ai 10mila metri. Un mezzofondista nato ma che veniva disciplinato da Bill Bowerman, saggio personaggio che ha forgiato il campione. Bowerman, come Steve Pre, era maniaco dell’attrezzatura e soprattutto delle scarpe, le costruiva belle e su misura, le Blu Ribbon Sports così il nome della sua azienda che fondò ad Eugene insieme all’ex atleta Bill Knight, azienda che anni dopo prese il nome di Nike. Beh una certezza di successo. 

La storia di Steve Prefontaine

Le scarpe di Bowerman Steve le volle portare anche fuori l’Oregon e ne divenne testimonial. Per il duo dell’università dell’Oregon la grande prova arrivò proprio ad Eugene nei trials del 72. La gara perfetta di Steve Prefontaine, sempre davanti, un ritmo micidiale che porta alla vittoria e alla qualifica nei 5000 metri dell’Olimpiade. A Monaco non ha la maglietta gialla con la scritta rossa dell’Oregon State ma i cinque cerchi con la scritta USA quando si presenta al via dei 5000. Pre si trattiene solo qualche giro e poi… via si butta davanti con un ritmo spaccagambe, resistono solo il finlandese Lasse Viren e il tunisino Gammoudi campione olimpico uscente. Come prova a passare Viren , Pre rilancia e aumenta ma è una tattica suicida, il finale è tutto di Viren che precede Gammoudi e ….lo scozzese Stewart che beffa uno stravolta Prefontaine. Steve ha solo 21 e di sicuro vuole rifarsi a Montreal. Tanta delusione ma lui è fuori dagli schemi, corre si fa portavoce contro il finto dilettantismo negli sport olimpici, non si vive di fama e di aria… un precursore contro i finti moralismi. La sua bionda chioma e i baffetti facevano impazzire tutti come anche il suo modo di correre, al Hayward field tutti avevano la maglietta bianca con un logo rosso e la scritta “Go Pre”. Purtroppo erano anche in tanti i primi giugno del 1975 per il suo funerale. Steve Prefontain ad appena 24 anni era morto per un incidente stradale, era uscito di strada con la sua MG. Aveva appena lasciato a casa la sua fidanzata. I detenuti del carcare locale che Steve Pre aiutava con preparazione ed allenamenti sistemano nel luogo dell’impatto una pietra con il nome di Pre’s Rock. Due persino i film dedicati a lui e al suo modo di essere atleta e personaggio particolari. 

Steve Prefontaine - ©Getty

I Mondiali di Eugene nel nome di Steve Pre

Eugene celebrerà ora la grande atletica del mondiale, una prima volta assoluta in una città piccola e gentile come lo era Steve e se adesso vedremo dei magnifici atleti non dimentichiamo il passato e la storia, un piccolo posto nella memoria di oggi tra vittorie e trionfi lasciatelo a questo ragazzo dai biondi capelli al vento Steve Prefontaine, Pre. L’ultimo atto provo a descriverlo come nel film del 1998 “Without Limits”, e’ Bill Bowerman (interpretato da Donald Sutherland) a ricordare il suo ragazzo al centro dello stadio, poi si ferma… gira la testa verso la zona della partenza, poi come se steve fosse partito sul colpo di pistola accompagna la sua corsa , il suo giro finale sempre ad occhi chiusi  e la testa che segue l’andamento della gara, passo dopo passo, nel silenzio totale, tutti sugli spalti trattengono il fiato, fino a quando la testa si ferma sul traguardo, apre gli occhi e sorride. Steve Pre ha vinto ancora nella sua Eugene.