Alex Schwazer, il Tas respinge il ricorso: resta la squalifica per doping

il caso

Respinta dal tribunale arbitrale dello sport il ricorso presentato dal marciatore contro la squalifica di otto anni per doping. Lo staff legale di Schwazer attende ora le motivazioni per valutare altre azioni ma il già difficile progetto di partecipare ai Giochi di Parigi si complica ancora di più

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Il Tribunale arbitrale dello sport di Losanna, con una nota sul proprio sito ufficiale, ha annunciato di aver respinto il ricorso, presentato dal marciatore altoatesino Alex Schwazer contro la decisione presa dall'Athletics Integrity Unit (AIU) della Federazione internazionale di atletica leggera lo scorso 10 novembre. Nel ricorso il campione olimpico della 50 km di marcia di Pechino 2008 chiedeva di sospendere la squalifica di otto anni, iniziata l'11 agosto 2016, che gli era stata comminata a causa della sua seconda positività al doping. Ma i giudici del Tas hanno detto no.

 

Schwazer, le ragioni del ricorso al Tas

Alex Schwazer era ricorso al Tas perché l'Atletica Integrity Unit (Aiu) di World Athletics aveva deciso di non sospendere la squalifica di otto anni inflitta nell'agosto del 2016 a seguito della intricata e oscura vicenda del secondo caso doping che lo aveva travolto. Schwazer sperava nella riduzione - fino al 70% - dopo aver rivelato il nome di un tesserato squalificato per violazioni al Codice mondiale antidoping che era stato accredito alle Olimpiadi di Tokyo 2020 (nel 2021). Come riferisce lo staff legale di Schwazer, ora si attendono le motivazioni per poter eventualmente promuovere altre azioni. Con questa sentenza del Tas il 39enne altoatesino vede sempre piu' allontanarsi quel progetto, di difficile realizzazione, di partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024.

I legali di Schwazer: "Alex merita uno sconto, valuteremo nuove iniziative giudiziarie"

"Abbiamo preso atto con amarezza della decisione del Tas. Siamo convinti che Alex Schwazer abbia diritto allo sconto richiesto per la collaborazione fornita nell'ambito delle normative antidoping vigenti". Questo il primo commento dei legali del marciatore, MariaLaura Guardamagna, Gerhard Brandstatter, Thomas Tiefenbrunner e Massimiliano Valcada, all'ANSA. "Ci riserviamo di esaminare le motivazioni appena sarà possibile per valutare eventuali nuove ulteriori iniziative giudiziarie. Restiamo fiduciosi che alla fine gli venga concessa questa opportunità legittima e meritata. Ad oggi - aggiungono gli avvocati - c'è un provvedimento della giustizia ordinaria italiana che ha dato ragione ad Alex, mentre solo la Giustizia Sportiva, con relativi ricorsi al Tribunale Federale Svizzero, gli ha dato torto. Alex per otto anni, nonostante le ingiustizie subite, con grandi sacrifici in condizioni difficilissime, ha continuato ad allenarsi. Era ed è in condizioni di esprimere grandi prestazioni e ottenere ottimi risultati anche per lo sport italiano".