Atletica, Marcell Jacobs vince la finale dei 100 metri a Rieti in 10''08
AtleticaL'azzurro vince la finale dei 100 metri a Rieti, voluto da coach Rana Reider per simulare le 48 ore di gare olimpiche fra 3 settimane a Parigi.
L’ultima uscita stagionale di Marcell Jacobs prima di Parigi dice 10.08, primo posto davanti al cinese Xie e al canadese Degrasse, bronzo a Tokyo. È successo sulla pista del Guidobaldi di Rieti, un meeting italiano che negli anni ha regalato sorprese e record del mondo, come quello di Asafa Powell in 9.77, appena prima del ciclone Bolt. Una pista tradizionalmente veloce, ma appena rifatta e ancora in fase di “assestamento”.
Simulazione olimpica
Vittoria in 10.08, dunque. Un tempo lontanissimo dai crono di giamaicani e americani, che tuttavia hanno i trials nazionali come appuntamento già decisivo, almeno per gli atleti Usa. Ma anche dal suo miglior crono stagionale (9.92) staccato in Finlandia a Turku nel Continental Tour, in una condizione climatica più vicina a quella che troverà a Parigi rispetto a quella torrida di Rieti. E pure dal 10.02 che poche settimane fa gli è valso il titolo europeo a Roma davanti all’altro azzurro Chituru Ali. L’idea di Marcell e di Rana Reider, l’allenatore americano che ha preso il posto di Camossi, era quella di ricreare le condizioni di gara che troverà a Parigi, condizioni intese come procedurali e cronologiche, tre gare in due giorni, batteria il primo, semi e finale il secondo a un’ora e mezza di distanza, due nel caso di Parigi. Testare le condizioni tra uno sforzo e l’altro e in questo senso la sensazione è stata positiva, così come il miglioramento tra il 10.16 della semifinale e il 10.08 della finale. Meno incoraggiante la fase di transizione dopo i 15-20 metri, quando ci si attende un cambio di ritmo. Ci lavorerà Marcell, già a inizio prossima settimana in allenamento proverà una nuova simulazione di gara, l’ultima prima della partenza.
Aspettative e obiettivi
Dicevamo di una temperatura diversa, dai 30 gradi serali reatini ai 23 previsti a Parigi. Mai quanto il clima emotivo: in Francia Marcell correrà anche contro il sé di tre anni fa. Quello era un atleta senza nulla da perdere che stupì il mondo, oggi è il campione olimpico in carica, formalmente chiamato a tentare l’impresa che riuscì ai soli Lewis e Bolt: confermarsi. Formalmente perché le prestazioni di avvicinamento all’appuntamento, comparate coi tempi coi colleghi americani nei trials, riadattano le aspettative a un mero accesso in finale, con la semifinale vero scoglio da superare. Riportando però opportunamente il tutto indietro di tre anni.
"Non vado a Parigi per partecipare..."
"Vincere fa sempre bene e sono contento di averlo fatto - ha commentato Jacobs -. Questo test faceva parte di una lunga settimana di allenamento e serviva per capire come avrebbe reagito il fisico: posso dire che i muscoli abbiano retto bene e ora sono pronto per lavorare altre due settimane. Va bene il fatto di aver migliorato il crono un turno dopo l'altro, speravo di correre un po' più veloce in semifinale, ma ovviamente non sono tempi che valgono", ha aggiunto. "Il picco dovrà esserci ai Giochi - prosegue Jacobs - e quindi ora torneremo a sistemare alcuni aspetti tecnici: c'è stallo dai 15 ai 30 metri, nella transizione, ed è lì che voglio lavorare, per riprendere la forma e la qualità che serve per Parigi. Non ci andrò per partecipare ma per cercare di portare a casa nuovamente una medaglia e divertirmi".