Atletica, Italia vince gli Europei a squadre: decisivi successi Fabbri e Iapichino

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Festa a Madrid, per la seconda volta nella sua storia l'Italia trionfa agli Europei a squadre, la massima competizione europea per nazioni. Gli azzurri si confermano campioni a due anni dalla vittoria di Chorzow, grazie a una splendida prestazione collettiva: decisiva l'ultima giornata di gare allo stadio Vallehermoso con le vittorie di Leonardo Fabbri nel peso (21,68) e Larissa Iapichino nel lungo (6,92). Secondo posto di Fausto Desalu nei 200 (20"18)

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E' di nuovo grande Italia. Gli azzurri dell'atletica, in una Madrid dove oggi la temperatura ha raggiunto i 39 gradi, bissano il successo di due anni fa in Polonia e vincono di nuovo l'Europeo a squadre, la vecchia Coppa Europa. Nello stadio Vallehermoso della capitale spagnola la Nazionale del dt Antonio La Torre regala un'altra splendida prestazione collettiva, e ai fini del successo finale risultano decisivi i primi posti di Leonardo Fabbri nel peso e Larissa Iapichino nel salto in lungo, con un balzo a 6.92 al quinto tentativo che le ha permesso di scavalcare la tedesca Malaika Mihambo, campionessa olimpica di Tokyo. Ma fondamentali sono stati anche il secondo posto di Fausto Desalu nei 200 metri, in 20"18 ("so di essere sulla strada giusta per abbattere un muro molto importante", dice poi lo sprinter riferendosi alla barriera dei 20 secondi), il quarto di Idea Pieroni nell'alto (1,91), e i quinti di Paola Padovan nel giavellotto (57,91) e Yeman Crippa nei 5000 (13'48"10). Tutti risultati che confermano la forza collettiva di un movimento che non smette di crescere e fa ben sperare anche per il futuro, visti certi risultati a livello giovanile.   In precedenza c'era stato il primo successo di giornata grazie a Leonardo Fabbri, che aveva confermato il pronostico toccando la bella misura di 21.68 al sesto e ultimo lancio a disposizione, al termine di 90 minuti 'bollenti' all'interno dello stadio. Per il fiorentino una vittoria mai in discussione, come confermato dalla serie: 20.88; 21.49; 21.21; N; 21.19; 21.68. Al secondo posto lo svedese Wictor Petersson, unico altro atleta capace di superare i 21 metri (21.10), con il polacco Konrad Bukowiecki a compleare il podio (20.55). Così l'Italia aveva incrementato il vantaggio sulla Germania, portandolo a 26 lunghezze (316 a 290). "Ci tenevo a vincere e fare una bella misura - il racconto di Fabbri -. Che caldo, che fatica, la pedana era scivolosa e come a Ostrava ci ho messo un po' per 'farla mia' e prendere il ritmo. Ma già oltre i 21 e mezzo si comincia a ragionare. Le ultime tre gare in Nazionale non erano andate proprio bene, e quando ne sbagli un po' inizia a pesare. Avevo bisogno di questo successo. Che squadra che siamo! Sono arrivato soltanto ieri ma qualsiasi ragazzo saluti, ti risponde ' benissimo' 'una meraviglia', nessuno ti dice 'bene dai, insomma'. Stiamo vedendo un'atletica italiana molto motivata". E forse proprio questo è stato il segreto del nuovo esaltante successo finale italiano nella competizione continentale a squadre. Dopo Larissa, che con il suo salto  fa cominciare la festa, l'aritmetica dice "Italia prima" quando Roberto Orandosi piazza nono nel giavellotto con 72.75, nella gara dominata dal tedesco Julian Weber (85.15). Il polacco Marcin Krukowski è quinto (77.50), e i quattro punti di margine sull'azzurro riducono a 27 i punti del vantaggio italiano in classifica. Quanto basta per rendere inutile (ai fini dell'assegnazione del trofeo) la staffetta 4x400 mista, che ne assegna soltanto 16. Ma anche qui l'Italia si prende una soddisfazione, con il secondo posto. Poi è solo il momento della gioia, e quello della tristezza per  Ucraina, Finlandia e Lituania che sono retrocesse. 

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