Tutto il fascino del Diamante più ambito

Il 14 settembre 2024 è stato il D-Day dell’atletica azzurra in Diamond League. Quella sera, a Bruxelles, l’Italia issò per tre volte i suoi atleti al vertice del principale circuito europeo, confermando come quella attuale sia la miglior nazionale di sempre nell’atletica. La fausta raccolta di diamanti, premio simbolo del maggior circuito europeo dell’atletica, fu merito di Gimbo Tamberi nell’alto, Leonardo Fabbri nel peso e Larissa Iapichino nel lungo, ognuno reduce da un'Olimpiade che non era andata come si voleva: il calcolo renale che incollò a terra il marchigiano, i due fiorentini finiti ai piedi del podio per il quale avevano solide ambizioni. Lo sport, per fortuna, regala sempre un’immediata possibilità di riscatto e Gimbo, Leo e Larissa hanno saputo coglierla, confermando per altro la loro affinità con la Diamond League. Per Tamberi si è infatti trattato del terzo successo nella finale, dopo quello del 2021, reduce dall’oro olimpico di Tokyo, e del 2022. Leo, in Diamond, si era già imposto al Golden Gala Pietro Mennea del 2023 e nella tappa londinese dello scorso anno, mentre Larissa, oltre al Diamante vinto in Belgio, aveva già trionfato sulla pedana di casa a Firenze, a Montecarlo, Stoccolma, Parigi e Londra. Tra gli azzurri vincitori dell’atto conclusivo della Diamond anche Andy Diaz con due successi, il primo dei quali, nel 2022, ottenuto però quando per l’atletica era ancora cubano. Le finali di Diamond, che si alternano tra Bruxelles e Zurigo , hanno incoronato diversi re, su tutti Renaud Lavillenie nell’asta e Sandra Perkovic nel disco, tutti e due arrivati a sette successi consecutivi. Entrambi qualificati per le finali di quest’anno potrebbero incrementare il numero di successi, ma dovranno guardarsi da chi è tranquillamente in grado di fare meglio. E se la croata vede l’americana Valarie Allman, vincitrice delle ultime tre edizioni, ancora discretamente lontana, il francese ha già cominciato a fare i conti con Mondo Duplantis: lo svedese, a 26 anni, è già arrivato a quota quattro, e non si vede chi possa sbarrargli la strada verso la quinta vittoria. Ipotizzare il pareggio tra due anni e il sorpasso nel 2027 non è affatto azzardato. Curiosità varie. Pochi gli atleti che nel tempo si sono imposti in due discipline diverse, la maggior parte dei quali, come logico, nella velocità: nomi straordinari, dalla favolosa giamaicana Shelly Ann Fraser Pryce alla connazionale Shericka Jackson, tutte e due con doppietta 100 e 200 come il funambolico americano Noah Lyles, mentre l’elegante conterranea Allyson Felix ha messo insieme due vittorie nei 200 e 40, la stessa combinazione della bahamnese Shaune Miller-Uibo. Più singolare il duplice trionfo dell’americano Fred Kerley che ha vinto nello sprint breve dei 100 e in quello prolungato dei 400. Dal mezzofondo ecco gli acuti del norvegese Jakob Ingebrigtsen e dell’olandese Hassan, primi sia nei 1500 che nei 5000. Attenzione, perché il vichingo e la fiamminga di origini etiopi hanno ottenuto due diamanti nello stesso anno, nel 2023 il primo e nel 2019 la seconda, impresa riuscita anche a Allyson Felix , Shaune Miller-Uibo e Shelly Ann Fraser-Pryce e Noah Lyles . Ma l’exploit più significativo è quello della colombiana Caterine Ibarguen, capace non solo di vincere in due specialità diverse ma di farlo nella stessa finale: accadde a Bruxelles, nel 2018, quando l’atleta più forte della storia della Colombia si impose sia nel lungo che nel triplo. L’ultima nota è la più incredibile: Usain Bolt ha vinto il Diamante una sola volta, nel 2012 sui 100 metri, e mai sui 200. Non che l’abbiano battuto: a quel punto della stagione, vinto tutto quello che c’era da vincere, il leggendario giamaicano era già a godersi il sole sulle favolose spiagge della sua isola. Il fatto che il suo nome compaia in una sola circostanza è motivo di grande rammarico, ma non certo per lui. A piangere, per il clamoroso buco nell’albo d’oro, è la Diamond League.

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Nicola Roggero