Così l'Europa ha dato una lezione al golf americano: che trionfo nella Ryder 2025

La Ryder Cup resta nelle mani dell'Europa anche a New York. L'onore di consegnare il mezzo punto necessario per la vittoria finale va a Shane Lowry proprio alla 18. Un finale non scontato, in cui gli americani hanno tentato in ogni modo la rimonta in ogni singolo match. Ma alla fine è successo. Poche volte nella storia della Ryder Cup, ma è successo. Domenica 28 settembre 2025 è successo di nuovo. L’Europa vince negli Stati Uniti: a fairytale in NY. L’ultima volta? Nel 2012, il miracolo di Medinah. Nell’Illinois si è materializzata una delle rimonte più incredibili nella storia dello sport. Ma quello che è accaduto al Bethpage è una somministrazione lenta di veleno a chi fin dalla vigilia ha fatto la parte del leone provando a spaventare gli ospiti in ogni modo. Nemmeno la comparsata di Mr President Donald Trump ha saputo motivare a sufficienza lo spogliatoio di Team America amministrato, evidentemente a fatica, da un giovane e poco ‘esperto’ Keegan Bradley. La prima volta peraltro, nella storia, che in un’edizione di Ryder Cup presenziasse un capo di Stato. L’Europa è più forte. Più forte in campo ma anche di testa. L’Europa di Donald non si è piegata all’ostilità dei padroni di casa. Nonostante, soprattutto il sabato pomeriggio, la tensione fosse arrivata alle stelle. Ne sa qualcosa Rory Mcilroy. L’Europa vince con la forza della continuità nelle scelte del capitano e dei suoi vice come a Roma: Olazabal, Björn ed i fratelli Molinari. Un’Europa che ha saputo costruire il proprio vantaggio nei primi due giorni di gara con tanti giocatori europei imbattuti: Tommy Fleetwood, Rory Mcilroy, Tyrrell Hatton e Justin Rose. Ma Fleetwood raggiunge un altro livello diventando il primo giocatore a vincere tutti e quattro i match in Ryder Cup sul suolo americano dal 1979 a questa parte. “La resilienza e la fiducia che questi ragazzi hanno in loro stessi e nei propri compagni di squadra è davvero incredibile”. Le parole di Luke Donald al termine dei fourballs del sabato pomeriggio. Ed è proprio lo spirito con cui Team Europe è sceso in campo per la giornata finale della Ryder Cup dove sono stati intercettati, tra i vari vip, Michael Phelps e Niall Horan. La domenica dei dodici match singoli si è aperta al Bethpage Black con una notizia che ha modificato ancora prima di scendere in campo il risultato da cui ripartire: il ritiro di Viktor Hovland. Il match che doveva essere contro l’americano Harris English viene considerato come pareggiato e si è ripartiti dal 12 a 5 in favore dell’Europa. Intorno a mezzogiorno, sotto un caldo torrido e un cielo terso a Farmingdale, la tribuna che accoglie la buca uno è strapiena: è come un vero e proprio stadio. L’atmosfera è elettrizzante. Il tifo americano si conferma il più rumoroso e ostile ma gli europei tengono testa con i cori dedicati soprattutto a Tommy Fleetwood e Rory Mcilroy. Sconvolgente è il tifo per Bryson Dechambeu non solo in campo pratica ma naturalmente al tee di partenza. Gli americani urlano a squarciagola: ‘Monster!’. La bandiera dell’Europa sventola fieramente in terra americana. Il simbolo dell’Europa sulle maglie dei dodici eroi a New York. Sul celebre cartello che accoglie il pubblico all’ingresso del Bethpage Black si legge: “The Black Course si an extremely difficult course wich We recommend only for highly skilled Golfers”. Nonostante la storia della Ryder ci dica che ciò che conta è lo spettacolo e non tanto la difficoltà tecnica del campo, in questa edizione si è sfatato il mito del percorso ‘ingiocabile’. I fairways larghi hanno favorito anche gli europei e si è trasformata, in molte occasioni, una sfida sui green. “Our team, our place” è il claim di Team Europe in questa Ryder Cup. Una squadra empatica, talentuosa ed elegante. La divisa della giornata finale della Ryder non è certo un dettaglio da trascurare: in mondovisione si festeggia il team vincente che ha scelto una base bianca con righe blu e gialle proprio per celebrare l’Europa. Un’Europa mai così compatta, mai così unita e concentrata sulla missione. Un lavoro di due anni in stretta collaborazione tra il team design e prodotto di Loro Piana con il capitano Luke Donald che in prima persona ha provato e riprovato i materiali per trovare la soluzione migliore in termini di performance. Ogni dettaglio è studiato. E chissà quante volte i tifosi riguarderanno quel putt decisivo di Shane Lowrie alla 18 al Bethpage. Tra qualche giorno la grande macchina organizzativa che si stima per questa edizione guadagni 200 milioni di dollari, ripartirà per la prossima avventura in calendario tra due anni e si lavorerà già per le nuove divise, quelle per l’Adare Manor di Limerick, in Irlanda. E tutti già si chiedono dopo il trionfo europeo, condotto ancora una volta dall’imperturbabile Luke Donald: chi sarà il prossimo capitano? Di sicuro, Luke lascia un’importante eredità che si può riassumere nelle sue parole, in mondovisione, già nella cerimonia di apertura: “We’re fuelled by something money cannot buy”. Siamo mossi da qualcosa che non si può comprare. Disfatta a parte: questa è la più grande lezione che gli americani possono imparare dal trionfo di questa Europa! Ora si vola in Irlanda a casa tua Shane, Lowry con tutto l'amore e rispetto che porti per questo sport e che muove il pubblico di tutto il mondo dal 1927 a oggi.

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Così l'Europa ha dato una lezione al golf americano: che trionfo nella Ryder 2025

Francesca Piantanida