30 anni di Federica Pellegrini, leggenda del nuoto

Nuoto

Lia Capizzi

Federica Pellegrini festeggia così i 30 anni (foto da Instagram/kikkafede88)

I tanti successi, ma pure le cadute. Da adolescente musona a donna sorridente e consapevole. Unica Pellegrini: buon compleanno.

AUGURI FEDERICA: I 30 ANNI DELLA RAGAZZA D'ORO

Si è avvicinata alla soglia dei 30 anni in punta di piedi, tra soggezione e timore. La paura di essere considerata vecchia. Non di sentirsi vecchia, è ben diverso. Perché Federica adesso che ha 30 anni sa bene chi è, che donna le rimanda, riflessa, ogni giorno il suo specchio. È una Pellegrini leggenda nel nuoto, per ciò che ha vinto e anche per ciò che ha perso. I suoi successi avrebbero potuto essere anche di più se fosse stata meno emotiva e più ragioniera, o se avesse amato di più quei 400 stile che le sono sempre stati sul gozzo. Prendere o lasciare, lei è questa. Unica. È la ragazza di 16 anni che stupisce il mondo alle Olimpiadi di Atene 2004 con l’argento nei 200 stile. Si ritrova a vivere la fase più delicata dell’adolescenza sotto i riflettori, quando le contrarietà la fanno essere musona, quando una rispostaccia senza diplomazia diventa una polemica, quando lasciare la provincia veneziana per la grande città (Milano) le procura tormenti. Le insicurezze le sfoga nel cibo, problemi alimentari o attacchi di ansia che ha avuto il coraggio di non nascondere, diventando così un esempio di vicinanza per molte coetanee.

Scontrosa, irritante, a volte viziata: questa la versione che ha spesso regalato al mondo di chi ha fretta, non ha tempo di osservare, non ha voglia di approfondire. Capire che dietro la faccia da dura Federica ha spesso nascosto la vera Federica timida, sensibile, persino delicata. Ognuno del resto ha le proprie corazze. “Mai sanguinare davanti agli squali”, insegna coach Dan Peterson. E qui subentra la diffidenza, arma di difesa della Pellegrini così come di Valentino Rossi o di altre leggende dello sport, quando è necessario isolarsi, selezionare le amicizie o comunque costruirsi una piccola cerchia per proteggersi da chi cerca di avvicinarsi solo al personaggio e non alla persona. Per vincere un oro olimpico nel nuoto, unica donna italiana, devi essere un sergente di ferro con te stessa: un rigore mentale unito ad allenamenti massacranti insieme ai maschi. “È un cagnaccio ogni giorno in acqua”, la definiva così Massimiliano Rosolino che insieme al gemello Emiliano Brembilla l’hanno vista crescere al Centro Federale di Verona agli ordini del Ct Alberto Castagnetti.

Già, Castagnetti. L’uomo che, dopo papà Roberto, l’ha saputa capire e le ha tenuto testa. Due personalità forti unite da un unico obiettivo: vincere. E quando il suo mentore è prematuramente scomparso il suo ricordo, le sue strigliate, le sue urla, Federica ha continuato a sentirle dentro la testa nel corso degli anni. Ha cambiato altri allenatori, tra sbagli e ammissioni di colpe, infine l’equilibrio perfetto con Matteo Giunta che ha voluto testardamente fosse il suo tecnico: ha avuto ragione lei. Non basta un foglio A4 per elencare i tanti successi della “Divina” : il Mondiale strepitoso a Roma nel 2009 nella sua piscina del cuore al Foro Italico con la doppietta di Record del Mondo (quello nei 200 sl resiste tutt’ora, 1’52”98), i due successi iridati a Shanghai 2011 con linguaccia rock ben in mostra, la miriade di titoli Europei.

Hanno fatto molto rumore le sue cadute, ferite che ne hanno graffiato l’anima: sconfitte cocenti, su tutte quella a Rio 2016 con il podio olimpico che le sfugge dannatamente per 20 centesimi, e pure critiche o cattiverie come quelle sull’onda dello slogan pubblicitario “Ma cosa fa Federica quando non nuota?”. L’era 2.0 degli haters non risparmia nessuno, nemmeno lei. Come reagire? Togliendosi la maschera: vi faccio vedere chi sono davvero. Intelligente Federica, riesce a tramutare la nuova moda dei social nella sua arma: foto patinate ma pure istantanee con il volto sfatto dopo un allenamento, affetti familiari, shopping complice con la mamma Cinzia o abbracci affettuosi con il fratello Alessandro. Momenti di vita spensierata, ma pure ore di fatica in palestra. Boom, il mondo per la prima volta capisce cosa c’è dietro la Pellegrini, la popolarità sul web aumenta di pari passo con la solidarietà e il rispetto.

A 29 anni conquista il suo oro più prezioso, senza nulla togliere all’oro olimpico, perché il successo ai Mondiali di Budapest 2017 è il coronamento di una favola sportiva che pochi hanno la fortuna di vivere. Chiude da regina un ciclo di 12 anni nei suoi 200 stile, per giunta beffando la disumana Katie Ledecky. Nel nuoto, sport logorante proprio perché con la testa sott’acqua ogni giorno, una carriera vincente che dura 12 anni è una rarità. Roba solo da Phelps. E da Pellegrini, appunto. È la longevità a renderla una leggenda vera. Continua a vincere quando le avversarie di un tempo sono sparite, hanno resistito un paio di stagioni e poi non hanno retto tra pressioni e depressioni, continua a gareggiare ritrovandosi nuove rivali con la metà dei suoi anni. Federica è sempre rimasta ai massimi livelli, cadendo ma poi rialzandosi. In mezzo ci sono le storie di gossip, certo, gli amori in vetrina, le presenze televisive e le comparsate nella moda. Tutti diversivi che l’hanno resa più o meno simpatica, sempre a cavallo tra l’essere amata o criticata, ma con la costanza di essere stimata. È cresciuta, è maturata, ha saputo limare le spigolosità del carattere chiuso. A 30 anni è la solita fuoriclasse in acqua, si è rimessa in discussione scegliendo la via della velocità, ha virato sui 100 stile accantonando i 200. Momentaneamente o per sempre? Chissà. Forse non lo sa nemmeno lei, di certo la decisione la prenderà solo lei. A 30 anni è una donna più bella che mai, con una femminilità acquisita e una sicurezza conquistata. Tanti auguri, Federica.