Europei di nuoto, per l’Italia una sbornia da record

Nuoto

Lia Capizzi

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Mostruosa Simona, è d’oro anche nei 400 stile: la Quadarella riscrive la storia europea dello stile libero. Capolavoro di Piero Codia nei 100 delfino, un oro che lascia tutti a bocca aperta. Margherita Panziera non ha più paura di gareggiare e sfodera un 200 dorso meravigliosamente dorato. Con i bronzi di Vergani nei 50 stile e della Castiglioni nei 50 rana l’Italia chiude un Europeo da record, 22 medaglie: 6 ori, 5 argenti, 11 bronzi

Tripletta Quadarella, oro nei 400sl. Trionfi anche per Codia e Panziera

Cosa ha fatto. Cosa ha fatto. Simona conquista uno storico tris d’oro che la proietta in un’altra dimensione. Disumana. Super Simona regina dello stile libero, capace di spaziare dai 1500 agli 800 fino ai 400 metri. Sul gradino più alto del podio dei 400 stile è emozionatissima, quasi fa uscire le lacrime che non aveva svelato nelle due precedenti premiazioni. La vittoria nelle otto vasche non l’aveva considerata, è la gara che “le veniva maluccio” – così diceva - fino all’anno scorso quando nuotava in 4’08”. A Glasgow vince l’oro in 4’03”35, tempo sorprendente. Come ha fatto a limare il personale di oltre 5 secondi nel giro di 12 mesi? Ha cambiato completamente metodo di allenamento lavorando molto sull’aspetto della velocità per alzare il ritmo della nuotata, sempre sotto la guida costante e attenta dell’allenatore ex azzurro Christian Minotti – bronzo mondiale nei 1500 sl in vasca corta nel 2002, ndr – . Senza più l’impegno scolastico del liceo Simona ha incrementato il numero degli allenamenti: 4 doppi e 2 palestre, come si dice in gergo, cioè quattro giorni alla settimana con due allenamenti quotidiani e due sessioni di sedute in palestra. Et voilà, ecco il risultato. La Quadarella vince i 400 stile in modalità iena, iena vera, nuota francobollata all’ungherese Kesely per metterle pressione e poi la punisce negli ultimi metri. La cattiveria velenosa che sfodera in acqua fa da contrasto al suo essere timida con gli occhi che trasmettono pudore quando deve raccontarsi. Una sorta di Dr Jeckyll e Mr Hyde. È abituata sin da piccola a macinare chilometri su e giù lungo la vasca, è una stakanov del cloro, ha vinto molto a livello giovanile, ma questo Europeo rappresentava il crocevia della sua carriera. Papà Carlo, il suo primo tifoso, conserva gelosamente il tema scolastico che Simona scrisse a 8 anni, in terza elementare: "Ho una sorella che fa nuoto agonistico ed è molto forte, io voglio diventare forte come lei, anzi più forte...". La sorella maggiore Erica ha scelto poi lo studio, una laurea in ingegneria, ma ha consegnato Simona nelle mani di Christian Minotti. La sbornia di ori e la botta di popolarità non smuoverà di una virgola l'obiettivo della 19enne tesserata per i Vigili del Fuoco e per il CC Aniene. I suoi occhi sono proiettati a Tokyo, vuole le Olimpiadi. Quelle di Rio 2016 le sono sfuggite, a 16 anni non era ancora matura, adesso che ha gettato la maschera mostrando al mondo di essere di un altro pianeta non ha intenzione di fermarsi. Ha pure il sogno di sconfinare nella casa di Federica Pellegrini, in quei 200sl orfani della Divina che la Quadarella ha spesso ammirato da piccola mentre si allenava nella corsia a fianco in piscina all’Aniene. La fame di Simona è infinita.

Codia, un oro per sentirsi finalmente il migliore

Per sviscerare il capolavoro di Piero Codia nei 100 farfalla ci vuole un trattato di psicologia. Quella che è servita spesso al suo tecnico Sandro D’Alessandro per gestire il talento enorme ma insicuro del 29enne triestino da anni ormai residente nella Capitale. Mannaggia la fatica di convincere Piero a capire di essere un campione. Lo sapevano tutti tranne lui. Finalmente sul gradino più alto del podio di Glasgow si sente il migliore. La sua vittoria nei 100 farfalla è un capolavoro da applaudire fino a spellarsi le mani con l’aggiunta di un tempo strepitoso: 50”64, nuovo record italiano, sbriciolato quello stabilito lo scorso anno (51”09) ai Mondiali di Budapest in batteria quando poi in semifinale si squagliò facendosi sviare dai campioni che aveva a fianco. Da quella semifinale Codia ha iniziato a convincersi di potersela giocare ai livelli dei più grandi. Quattro mesi dopo a Copenaghen, Europei in vasca corta, porta a casa la prima medaglia pesante, argento nei 100 farfalla a soli 3 centesimi dall’altro azzurro rivale Matteo Rivolta. Il delfinista tesserato per l’Esercito e per l’Aniene è finalmente d’oro con un crono che finisce dritto nel libro della storia: ottavo tempo di sempre nella specialità. Il ragazzo che fa una fatica enorme a parlare, distilla le frasi, lascia tutti a bocca aperta. Anche svelando, tra le dediche, la sua storia sentimentale con l’ex azzurra del nuoto di fondo Giorgia Consiglio, un amore che sembrava finito e che invece nel silenzio generale si è ritrovato.

Margherita, un petalo tutto d'oro a dorso

In due anni Margherita Panziera è passata dalla paura di gareggiare alla consapevolezza di essere la nuova regina europea dei 200 dorso. Strepitosa. La 22enne di Montebelluna ha dovuto superare quel groppo in gola che la faceva soffocare ogni volta che si presentava ai blocchetti di partenza. Talento sopraffino sin da giovane, tanto da farla trasferire a Roma. Anche lei fa parte della grande famiglia dell’Aquaniene, come Codia anche la Panziera vive nelle camere della foresteria davanti alla piscina dove si allena tutti i giorni pure la Quadarella. La stessa piscina per tre medaglie d’oro che hanno però tre allenatori diversi, è il modus operandi di una società che non ha eguali in Italia, sotto la sapiente gestione di Gianni Nagni. E dire che prima di partire per Glasgow la Panziera era più preoccupata per la tesi di “Bilancio e costo di un’Olimpiade” che deve consegnare entro ottobre per la laurea in Economia dello Sport. I suoi 200 dorso sono da 110 e lode anche per aver abbattuto il muro dei 2 minuti e 7 secondi. La 23enne, tesserata per le Fiamme Oro e allenata da Gianluca Belfiore, a pancia in su nuota in 2’06”18 demolendo di quasi un secondo il record italiano da lei stabilito al Sette Colli un mese prima. Ha messo in soffitta pure il record dei campionati che apparteneva dal 1991 alla super ungherese Krisztna Egerszegi. Dietro la trasformazione di Margherita c’è tanto lavoro ma c’è pure l’amore per il collega del fondo Simone Ruffini, campione del Mondo 2015 nella 25 Km in acque libere. Dorso storico e pure al bacio per il sorriso più bello e dolce del nuoto azzurro.

Vergani e Castiglioni di bronzo per un bottino azzurro da record

L’ultima giornata degli Europei consegna all’Italia pure il bronzo del debuttante Andrea Vergani nei 50 stile libero. Il 21enne milanese allenato da Gianluca Caspani in finale non migliora il 21”37 incredibile della semifinale (nuovo record italiano), gli basta un 21”68 per salire sul podio degli uomini jet. Sul podio ci era già salita nei 100 rana Arianna Castiglioni che è bronzo bis pure nei 50. La quasi 21enne di Busto Arsizio, allieva di Gianni Leoni all’Insubrika, ha fatto definitivamente ciao-ciao con la manina alla mole di sfortuna che l’ha torturata negli ultimi due anni. In semifinale stampa il nuovo record nazionale in 30”33, in finale tocca in 30”41 per il terzo posto sul podio ancora una volta condiviso ancora con la fuoriclasse russa Yulia Efimova. Sesto posto per Martina Carraro. Per l’Italia una sbornia da record: 22 medaglie (6-5-11), mai successo prima in una rassegna europea, superata l’edizione di Debrecen del 2012 (6-8-4). Ci sarà modo per approfondire e valutare cosa potrà riservare il futuro, ricordando però - sempre- che i Mondiali e le Olimpiadi sono ben altra cosa. Per il momento si può sorridere. Un nuoto azzurro da impazzire.