Sport&Studio: Matteo Restivo, medaglia d’oro di volontà

Nuoto

Lia Capizzi

Il 23enne di Udine è un punto di forza della nazionale di nuoto azzurra, medaglia di bronzo agli Europei di Glasgow nei 200 dorso. Sogna di diventare cardiologo e studia Medicina all’Università di Firenze dove ha l’obbligo di frequenza. Come riuscire a conciliare gli allenamenti in acqua con le lezioni, lo studio e il tirocinio? Con l'organizzazione. Un modello di forza di volontà da imitare

Niente scuse. Sport e studio possono andare a braccetto. Anche quando l’agonismo è di alto livello, si riesce comunque a conciliare la carriera studentesca. Non è semplice, ci vuole una forza di volontà enorme, ma “si può fare tutto” è il motto di Matteo Restivo. Il 23enne friulano è un esempio da medaglia d’oro: atleta di punta dell’Italia del nuoto e profilo ammirevole di universitario. Ad aumentare il coefficiente di difficoltà ha pure l’obbligo di essere presente alle lezioni universitarie.  La testa ce l’ha ben fissa sulle spalle, sia quando la mette all’ingiù immerso nei libri di testo, sia quando la tiene all’insù nuotando il “suo” dorso.

Il futuro ce l’ha ben chiaro, vuole essere un medico, il sogno è diventare cardiologo. Per realizzarlo cinque anni fa ha lasciato casa e famiglia a Udine trasferendosi a 400 Km di distanza, a Firenze, ammesso al test nazionale della Facoltà di Medicina. Appassionato di sport fin da piccolo, non sta mai fermo, gioca a calcio, sale in bicicletta, corre in montagna, ma soprattutto nuota. Posando le valigie lungo le rive dell’Arno era convinto di dover abbandonare, a malincuore, il nuoto. Il corso di laurea in Medicina all’Università di Firenze prevede l’obbligo di frequenza. Impossibile riuscire a conciliare la presenza alle lezioni con la fatica degli allenamenti, pensava lui. Come penserebbe chiunque di noi. Tra le due passioni della vita il nuoto era dunque quella da sacrificare, del resto Matteo non è che all’epoca fosse un fenomeno del cloro, era un discreto nuotatore senza grandi acuti.

Sulla sua strada ha però trovato una nuova società. Permesso? Posso nuotare qui? Bussando alla porta della Florentia Nuoto Restivo ha scoperto un mentore in Paolo Palchetti. Qualsiasi allenatore avrebbe mugugnato alla proposta di avere un atleta a metà servizio, impegnato gran parte della giornata dentro aule universitarie. Palchetti è diverso: ogni mattina lavora sfruttando la sua laurea in Fisica, poi nel pomeriggio veste i panni di allenatore. Quale migliore stimolo per i dubbi di Matteo: “Paolo è stata la mia fonte di ispirazione, mi ha fatto capire che potevo farcela, almeno provarci”. Fondamentale pure l’aiuto dell’altro allenatore Giuseppe Marrone, del preparatore Giovanni Bosi, e dei due compagni di squadra, Lorenzo Zazzeri e Filippo Megli che nuotano a stile libero e con i quali Matteo forma un trio scrupoloso, complice, ma pure goliardico. I tre moschettieri di Firenze, tutti e tre atleti della nazionale italiana, tutti e tre studenti (scienze motorie per Zazzeri, economia per Megli).

A differenza di Lorenzo e Filippo, Matteo deve sfrecciare con lo scooter per le strade di Firenze per arrivare tassativamente in orario in Università, frequenta il quinto anno con il tirocinio già iniziato. Il segreto si chiama organizzazione, riuscire a scandire nel dettaglio le ore di ogni singola giornata. Alle 7 del mattino la palestra, alle 8.45 in aula per le lezioni, pausa pranzo nella mensa universitaria, nel primo pomeriggio lo studio in biblioteca, alle 17 di corsa in piscina per l’allenamento, e poi di nuovo a studiare fino alle undici. Una giornata intensa, solo a leggerla ti fa venire il fiatone. Una vita sacrificata? Sì e no. Perché la passione riesce a smuovere montagne. E pure i luoghi comuni. Ti  aspetti di avere a che fare con un nerd e invece ti ritrovi davanti un ragazzo solare, una energia smisurata e un sorriso contagioso da leader.

L’organizzazione mentale ha aiutato pure il Restivo nuotatore, in forza al gruppo sportivo dei Carabinieri. Da quando studia Medicina ha fatto il salto di qualità, ha cambiato dimensione diventando un campione, meticoloso nel perfezionare la tecnica del dorso mutuata dalla scuola dei giapponesi, che come lui non sono dotati di un fisico possente. Prima di trasferirsi a Firenze nuotava i 200 dorso sopra i 2 minuti (2’01), nel 2017 invece ha realizzato l’impresa di fermare il cronometro in 1’56”55, sbriciolato il record italiano che resisteva dal 2009 quando i costumi erano quelli “gommati”, ipertecnologici. Lo scorso agosto agli Europei di Glasgow si è superato, record italiano migliorato (1’56”29) e soprattutto la medaglia di bronzo salendo sul podio continentale che alla vigilia sembrava una chimera. Eccezionale. Sui social, soprattutto su Instagram, in molti gli scrivono per chiedergli consigli: come riesci a conciliare studio e sport? Ecco cosa è diventato Restivo, un caso unico nel panorama sportivo italiano. Un modello di forza di volontà. Da imitare.