Mondiali nuoto 2018: Detti, un bronzo di rabbia. Pellegrini quarta con il sorriso

Nuoto

Lia Capizzi

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Il campione ritrovato dopo un anno di stop per infortunio. Il livornese completa il suo personale en plein in carriera: sempre a podio in tutte le competizioni. Federica sotto il podio nei suoi 200sl. Emozionata e sorridente, super competitiva anche a 30 anni. Nella prima giornata dei Mondiali di nuoto in vasca corta a Hangzhu altri due quarti posti, la Cusinato nei 400 misti e la 4x100 maschile. Record italiano della Carraro nei 50 rana, miglior tempo di Scozzoli nei 100: i fidanzati della rana entrambi a caccia di una medaglia

MONDIALI VASCA CORTA: FEDE 4^ NEI 200 STILE, DETTI BRONZO NEI 400

Un bronzo di rabbia. Quella che Detti ha dovuto sedare nell’ultimo anno, costretto a guardare gli altri nuotare, forzatamente a riposo per colpa di un malanno alla spalla che lo ha fatto tribolare. Un film già visto, anche prima delle Olimpiadi di Rio il livornese in forza al Gruppo Sportivo dell’Esercito fu costretto a fermarsi a causa di una infezione alle vie urinarie, saltò a piè pari i Mondiali del 2015 per poi tornare “incacchiato nero” azzannando due medaglie di bronzo a cinque cerchi (400sl e 1500sl) nella piscina brasiliana. Sempre all’ombra del “gemello diverso” Paltrinieri, rivale ma grande amico, a Gabriele mancava lo status di campione del mondo. Lo ha conquistato a Budapest 2017 con la medaglia d’oro negli 800sl - specialità che a Tokyo 2020 debutterà come nuova gara olimpica - al termine di una stagione da stakanov che gli ha poi chiesto il conto: spalla malconcia, niente Europei di Glasgow 2018. L’allievo del Moro, lo zio Stefano Morini, evidentemente ha la sofferenza nel suo DNA, sin da quando a 8 anni su una scogliera dell’isola di Capraia si rompe una gamba, tanta paura e sei mesi con il gesso.

Questo Detti versione cinese avrebbe voglia di sbranarsi il mondo ma con l’esperienza ha imparato ad amministrarsi, a non forzare. Di chilometri ne deve ancora macinare, è tornato ad allenarsi a pieno regime solamente da 3 mesi. Ma mai sottovalutare l’orgoglio di un leone ferito. Settimo tempo dopo le batterie, nella finale dei 400sl non si preoccupa di rincorrere il lituano Rapsys che fa gara a sé per l’oro (3’34”01). Dalla corsia laterale, la numero uno, Gabriele ha la situazione sotto controllo, medita lo scherzetto e lo mette in atto. Nelle ultime due vasche aziona la zampata del leone e dietro al norvegese Christiansen si fa un sol boccone dei due russi Malyutin e Krasnykh. È bronzo in 3’37”54, in linea con i suoi tempi migliori nella vasca da 25 metri (ha un personale di 3’37”22 datato 2015). Sfata il tabù della medaglia mondiale in corta, l’unica che gli mancava. Sorride e tira un sospiro di sollievo. Adesso può tornare a lavorare per i Mondiali in vasca lunga il prossimo luglio in Corea con un rinnovato entusiasmo. Bentornato campione.

Pellegrini quarta ma con il sorriso. Fuoriclasse senza età.

Un legno senza dolore per Federica. La Pellegrini torna a sorpresa - ma non troppo - a nuotare i suoi 200 stile da campionessa mondiale in carica. Entra in finale con il sesto tempo (1’54”46) ed è già una soddisfazione vederla così. Sembra leggera, lei rivela invece che ha le farfalle nello stomaco neanche si trovasse a vivere il suo primo giorno di scuola. Ah, le iperboli emotive di una fuoriclasse che riesce ancora ad emozionarsi come una bimba. Vince l’australiana Titmus (1’51”38) che ha 12 anni meno della Divina. Federica chiude in 1’53”18, è sotto il podio per 82 centesimi. Chiamarlo un bronzo perso suonerebbe stonato. Dove la trovi una come lei che scivola sull’acqua stampando ancora questi tempi a 30 anni? Da nessuna parte. Lei è la prima ad essere felice. Per la prima volta sorride di una medaglia di legno. Sa di essere sulla buona strada con vista su Tokyo 2020. Sappiamo noi di doverci inchinare di fronte a un tale monumento del nuoto.

Cusinato e la 4x100, un quarto posto come investimento

Sotto il podio arriva pure Ilaria Cusinato, quarta nei 400 misti. L’oro lo ha già messo ampiamente in cassaforte la Lady di Ferro, l’ungherese Hosszu (4'21"40). Per la 19enne padovana la soddisfazione di migliorarsi (4'27"88, nuovo record italiano in tessuto). La compagna di allenamenti di Paltrinieri e Detti al Centro Federale di Ostia parte forte per poi pagare lo sforzo e la rimonta, a rana e a stile, dell’americana Margalis e della francese Lesaffre. Anche questa è esperienza.

Nella 4x100sl debutta il neo italiano, ex canadese, Santo Condorelli (46”76). La staffetta azzurra non riesce a salire sul podio per appena 5 centesimi. Che peccato. Gli Usa e la Russia sono fuori categoria e il Brasile ha la meglio per il bronzo. Impressiona il campione europeo Alessandro Miressi in seconda frazione (46”03), Orsi in terza (46”41) e chiude un ottimo Lorenzo Zazzeri in 46”. È il nuovo record italiano (3’05”20). Resta il rammarico per la medaglia mancata ma pure la consapevolezza del potenziale del quartetto azzurro. Lavori in corso, per il futuro.