In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Lo Speciale di Sky Sport24: "Chiara Pellacani, un oro a scuola"

Nuoto

Lia Capizzi

Baby campionessa, dopo l’oro agli Europei 2018 (record di precocità) la 16enne tuffatrice romana sogna in grande pur rimanendo con i piedi per terra. Le ore di allenamento e le ore sui libri di scuola. Sky Sport ha seguito Chiara Pellacani sia in classe che in piscina: lo speciale “Un oro a scuola”, in onda oggi su Sky Sport24 alle 16.50 e 19.50

EUROPEI TUFFI: CHIARA PELLACANI ORO NEL SINCRO CON ELENA BERTOCCHI

Condividi:

Non le piace essere al centro dell’attenzione, tanto timida, quanto determinata nel difendere la sua routine quotidiana dopo il successo agli Europei 2018 nel sincro 3 metri in coppia con Elena Bertocchi. Lo scorso agosto Chiara Pellacani si è ritrovata catapultata nella storia dello sport italiano: vincere una medaglia d’oro così importante a soli 15 anni è un record di precocità, nel tempo si trasforma in una responsabilità da dover gestire.

No, non si è montata la testa la piccola Chiara, una cascata di capelli rossi su un viso impreziosito da lentiggini. Continua a lavorare seriamente, non a caso il suo soprannome è Caterpillar, sempre rispettosa degli input dell’allenatore Domenico Rinaldi, attuale responsabile del settore giovanile della nazionale italiana di tuffi. Tra atleta e tecnico il rapporto di fiducia deve sempre essere totale, in questo caso il rapporto è quasi di simbiosi.

Nello speciale di Sky Sport24- in onda venerdì 1 febbraio alle 16.50 e 19.50- spicca la foto di una dolcissima Chiara che a 8 anni incontra per la prima volta Rinaldi. Un normale camp estivo, lei viene trascinata da un amichetto e scopre così il mondo dei tuffi. “Sin da subito ha attirato la nostra attenzione, anche se si stava tuffando per gioco si intuiva già il suo potenziale, si muoveva in maniera diversa rispetto agli altri bambini”, ricorda Rinaldi, lui che di talenti se ne intende avendo allenato tutta la dinastia dei fratelli-campioni Marconi.

Da lì in poi è stato un crescendo, i successi della baby-fenomeno nelle categorie giovanili fino all’oro europeo nel mondo dei grandi conquistato lo scorso agosto ad Edimburgo, sfoderando pure un triplo e mezzo carpiato di grande valore. "Il triplo e mezzo carpiato è decisamente molto difficile, analizza Oscar Bertone direttore tecnico della nazionale di tuffi, l’allenatore che è stato determinante nel portare Tania Cagnotto sul doppio podio olimpico a Rio nel 2016. “Vale il paragone con la stessa Tania che, anche negli ultimi anni della sua carriera, faceva molta fatica ad eseguire il triplo e mezzo carpiato, lo faceva solo in determinati momenti, quando stava bene. Chiara in questo momento lo sta metabolizzando, ancora non è perfetto però sicuramente eseguirlo a 15 anni vuol dire che tra un paio di anni sarà vicino alla perfezione”.

“Si, è vero, è un tuffo faticoso per una donna, sottolinea Chiara, 16 anni compiuti il 12 settembre. “La prima volta che Domenico me lo ha proposto mi è venuta un po’ di ansia, ma so anche che quando lui mi propone una sfida vuol dire che posso riuscire a realizzarla. Adesso è diventato uno dei miei tuffi preferiti, insieme al doppio e mezzo con avvitamenti, diciamo che riesco a trasformarlo mentalmente in un tuffo normale. Comunque prima di farlo ci ho messo più di un anno, eh, ho fatto tantissima preparazione nei trucioli”. L’esecuzione di un tuffo in gara presuppone una lenta costruzione, esercizi mirati a secco, cioè in palestra, movimenti da assimilare, prove su prove nella vasca di gommapiuma in dotazione nella struttura del Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” di Roma. La nostra palestra è come una officina perché in realtà un tuffatore entra in acqua, ma è un ginnasta, costruiamo tutti i movimenti che poi vengono riportati in acqua, sintetizza Domenico Rinaldi.

La medaglia dell’oro europeo Chiara l’ha riposta in bella mostra nella sua cameretta sopra una mensola dedicata, vicino ai libri di scuola. Frequenta la 3^A del Liceo Sportivo all’interno dell’Acqua Acetosa, a 200 metri dalla piscina e dalla palestra. “Si, ho tutto vicinissimo, una grande comodità. Io vado volentieri a scuola, adoro filosofia, italiano e storia, non amo proprio la matematica. Durante l’anno, a causa delle gare, devo fare un bel po’ di assenze, però ho la collaborazione degli insegnanti, quando torno mi rispiegano anche le cose, i compagni mi passano gli appunti. A volte faccio fatica, ma poi riesco a mettermi in pari con loro".

 L’importanza dell’istruzione, il binomio sport e studio per gli atleti di alto livello non rappresenta una sfida improponibile, si può fare, eccome. “Si deve fare”, è categorico in merito l’allenatore della Pellacani. “No, qui non parla il Rinaldi allenatore, ma il Rinaldi padre. A volte sento dire in giro: non posso studiare perché devo allenarmi. No, non esiste per me, a maggior ragione per ragazzi di 15-16 anni. Hanno il tempo per fare entrambe le cose, devono farle”.  Alle 13, nel cambio tra una lezione e l’altra, Chiara riesce a pranzare, così alla campanella finale delle 14 esce dal Liceo e si dirige in piscina per l’allenamento quotidiano delle 15. “Grazie a mia madre riesco a seguire una dieta equilibrata, non di quelle per perdere peso, come atleta ho bisogno di avere energia. Devo solo stare attenta ai dolci di cui sono molto golosa”.

La baby campionessa si divide tra trampolino e piattaforma da 10 metri: è ancora troppo giovane per una specializzazione, la scelta di preparare entrambe le specialità olimpiche è ponderata. Qualcuno pensa che dovrei dedicarmi solo al trampolino? No, io seguo Domenico, credo che lui abbia ragione nel continuare a lavorare su entrambe, anche se ovvio io preferisco il trampolino. Grazie ai video riesco a rivedere gli esercizi e i tuffi con attenzione”, chiosa l’azzurra tesserata per la MR Sport F.lli Marconi. “Quando sbaglio non mi faccio abbattere, torno al punto di partenza e riprovo. Non sono così critica con me stessa, diciamo però che mi piace essere perfezionista”.

Il futuro è dalla sua, lo dice il talento, lo confermano le prestazioni. La Federazione e Rinaldi hanno l’esperienza per gestire il percorso di crescita della Pellacani, la delicatezza nel passaggio da talento a campionessa e pure quello da bimba ad adolescente e, successivamente, donna. Resta una sola paura, quella di Chiara per il volo. E quindi, con l’aereo che potrebbe, forse, portarla alle Olimpiadi di Tokyo 2020? “In qualche modo la paura me la faccio passare e ci vado subito!”