La fuoriclasse azzurra simula una gara a porte chiuse a Verona nuotando 1’55”8. Un tempo manuale, naturalmente, ma di grande livello che le sarebbe valso il pass olimpico. Sarebbe, in teoria, il quinto tempo al mondo di quest'anno. Soddisfatto il coach Giunta: “La priorità ora è vincere la battaglia con il coronavirus. Le Olimpiadi? La cosa più importante è che tutti gli atleti siano messi nelle stesse condizioni di prepararsi, altrimenti non sarebbe giusto"
Niente sport, niente gare, l’emergenza è un’altra in Italia e nel mondo. Lo sa bene Federica Pellegrini che dalla sua Verona, città d’adozione, cerca un equilibrio tra la commozione per le immagini tragiche che arrivano dalla vicina Bergamo e il suo dovere di atleta che fino a un mese fa aveva le Olimpiadi come obiettivo. Già, le Olimpiadi, ma si svolgeranno? I dubbi e le preoccupazioni aumentano di giorno mentre il CIO esorta gli atleti nel continuare ad allenarsi. Anche se non è mai stata resa ufficiale una dead line per un eventuale rinvio o annullamento, il limite temporale è fissato tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, come ha confermato ieri a SkySport il numero uno del Coni Malagò. Si naviga a vista, dunque, e si nuota a porte chiuse. Il nuoto rappresenta il lavoro di Federica, continua ad allenarsi nella piscina del Centro Federale di Verona nel rispetto di quanto recita il decreto governativo in materia di impianti sportivi “che sono utilizzabili a porte chiuse soltanto per le sedute di allenamento degli atleti riconosciuti di interesse nazionale dal CONI e dalla rispettive Federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali e internazionali”.
Questa sarebbe stata la settimana dei Campionati Assoluti Italiani a Riccione, un traguardo fondamentale per tutti i nuotatori alla caccia della qualificazione olimpica. Al posto delle gare, annullate, ecco l’alternativa di simulare una prova-tempo in allenamento. Rigorosamente al chiuso, rispettando le norme di distanza, con la presenza fissa di un medico che misuri la temperatura alla Pellegrini e ai colleghi che fanno parte del gruppo allenato da Matteo Giunta. Dopo la simulazione dei 100 stile, martedì, tocca ai 200 del cuore. Con il costume da gara la Fede nazionale nuota nel pomeriggio una ipotetica finale e piazza un signor tempo: 1’55”8 (in mattinata aveva stampato 1’57”4 come simulazione di una batteria). E’ un tempo manuale, ovviamente, ma assolutamente di gran livello. Per rendere l’idea: con un crono simile avrebbe conquistato il pass olimpico, il cui tempo limite era fissato a 1’56”9. In teoria è il quinto crono mondiale dell’anno, il ranking 2020 vede al primo posto la fenomenale Katie Ledecky in virtù di quanto nuotato lo scorso 6 marzo alle Usa Pro Series di Des Moines (1’54”59).
Sorride Federica, la serenità di chi cercava una conferma e l’ha trovata. E’ soddisfatto anche Giunta: “Si, lo sono, si tratta di ottimi tempi”, risponde il 38enne coach federale e dell’Aniene. “E’ una conferma del lavoro svolto, aspettando che arrivi giugno per capire cosa ne sarà delle Olimpiadi ma soprattutto sperando che si possa risolvere l’emergenza coronavirus che continua a preoccuparci. E’ la priorità, cercare di proteggere la salute di tutti noi, a livello mondiale”. Il discorso va a sbattere contro il muro di dubbi in merito ai Giochi di Tokyo. Gli atleti chiedono al CIO alcune garanzie senza trovare però una risposta: “E’ impossibile avere una certezza dal momento che si naviga a vista e la pandemia è in continua evoluzione. Di sicuro noi , atleti, coach e Federazioni, siamo uniti nel pretendere che non ci siano rischi per la salute di nessuno”.
Il fatto di non poter gareggiare da qui a giugno cosa toglie alla preparazione? “Toglie molto, inutile nasconderlo. Questo è il momento chiave: quando ci si avvicina a un grande appuntamento ogni Meeting fornisce un feedback, ogni gara serve a correggere eventuali errori, a limare i dettagli. Un ipotetico rinvio delle Olimpiadi? “Ci sono i pro e ci sono i contro, dipende poi se il rinvio dovesse essere di un anno o di due anni”, riflette Giunta. “Per un’atleta di 32 anni come Federica un conto è gareggiare nel 2021 un conto è farlo nel 2022. Ripeto, la salute viene prima di tutto. E poi è importante che tutti gli atleti siano messi nelle stesse condizioni di partecipare. Noi siamo fortunati, ci stiamo allenando a porte chiuse, ma altri non sono in grado di farlo, hanno i loro impianti sportivi chiusi, hanno appena chiuso le piscine anche in Usa. Ecco, ci deve essere una preparazione adeguata che sia uguale per tutti, nel mondo. Altrimenti non sarebbe giusto”.