Rudic a Sky Sport: "Io pittore, ma non sergente di ferro. Di Fulvio uno dei più forti"
CASASKYSPORTDue eccellenze della pallanuoto ospiti a Casa Sky Sport, il Ct del Settebello e il leggendario allenatore serbo attualmente alla guida della Pro Recco: "Come passo le giornate? Mi dedico alla pittura e ai disegni astratti". Sergente di ferro o no? "Metodi duri ma necessari per il salto di qualità", ha ricordato Campagna. Entrambi d'accordo sul valore di Francesco Di Fulvio: "Uno dei migliori al mondo, scriverà la storia"
Si parla di pallanuoto a Casa Sky Sport, appuntamento che ha visto la partecipazione di due figure eccezionali. Subito presente in collegamento Sandro Campagna, Ct della Nazionale italiana dal 2008 dopo la prima gestione tra il 2000 e il 2003. Recentemente inserito nella Hall of Fame della International Swimming, l’allenatore del Settebello ha commentato: "Sono molto orgoglioso ma non sono un individualista. Condivido successi con collaboratori e allenatori che ho avuto. Questa onorificenza va condivisa con le persone con cui ho lavorato. Sono orgoglioso di aver contribuito al movimento della pallanuoto, importantissimo per lo sport italiano". Campagna ma non solo tra gli ospiti di Sky Sport, d’altronde chi ha risposto alle domande dello studio e degli appassionati da casa è stato anche Ratko Rudic. Classe 1948 e leggenda della pallanuoto, l’allenatore della Pro Recco ha ricordato così Sandro da giocatore: "Era molto bravo, ha fatto un assist fondamentale nella finale per l’oro a Barcellona nel ‘92". E dopo aver confidato la mancanza del barbiere in un periodo così delicato, Rudic ha risposto a tante curiosità.
Rudic: "Io, pittore astrattista"
L’emergenza Coronavirus impone di restare nelle proprie abitazioni, prassi comune anche per Rudic che ha ripreso confidenza con una sua grande passione: "All’inizio dovevo scegliere tra pittura e pallanuoto. Ho scelto la seconda, ora che non c’è posso dipingere. Inizialmente mi dedicavo al realismo, ora mi occupo di disegni astratti". Quasi un paradosso per chi sia stato molto concreto nello sport, lui che ha conquistato 4 ori olimpici con 3 diverse Nazionali: "Una medaglia migliore delle altre? Ogni oro olimpico ha una storia e un legame emozionale e sentimentale. Non posso dare preferenze, è una sensazione unica e ogni oro ha un valore speciale per me".
Il sergente di ferro
Una figura iconica già ai tempi della Jugoslavia, lui che è stato spesso accostato al classico "sergente di ferro". Cosa ne pensa il diretto interessato? "Io penso che servano severità e regole da rispettare - ha risposto Rudic -, il gioco ti prepara ad eseguire il ruolo in modo molto specifico. Io voglio avere rispetto da parte della squadra negli allenamenti con dedizione e concentrazione. Ma non sono stato così duro come si dice". Sull’argomento è intervenuto anche Sandro Campagna: "Ratko ho parlato di due cose importanti a partire dalla gestione del successo. Me lo ricordo sempre presente sul pezzo, non guardava la vittoria ma dava motivazioni per andare oltre. Ma anche gestione dell’insuccesso: ho visto come assorbiva la sconfitta e si buttava sul lavoro con ulteriore determinazione". Ma è stato un allenatore severo? "Quando è venuto in Italia ci ha dato metodi molto duri - ricorda Campagna -, ma necessari per il salto di qualità. Disciplina e forza mentale sono merito suo. Nel ’94 non voleva usassimo i telefonini, ce li sequestrava".
Di Fulvio tra i più forti al mondo
Non è mancato un commento su Francesco Di Fulvio, 26enne attaccante della Pro Recco e della Nazionale italiana. Un talento allenato da entrambi e indicato tra i migliori giocatori in assoluto al mondo. "Sicuramente è uno dei migliori in questo momento - risponde Rudic -, ha qualità in attacco e in difesa. È forte di testa ed è ancora giovane. Lui scriverà la storia della pallanuoto". Dello stesso avviso Campagna: "È cresciuto molto mentalmente, a 27 anni sta entrando nella fase della maturità. Dai 28 ai 32 anni sono gli anni più belli. Se li deve godere ma crescere ancora sotto alcuni aspetti. Sono convinto che vedremo ancora il suo meglio".
L'esperienza con la Pro Recco
Dopo 35 anni alla guida delle Nazionali, Ratko Rudic allena dal 2018 il primo club della sua carriera: con i biancocelesti di Recco subito lo scudetto ma anche la finale di Coppa Campioni persa con l’Olympiacos. Cosa provò in quella occasione: "Nello sport l’insuccesso può servire a organizzare la squadra, ora noi abbiamo cambiato il programma rispetto all’anno scorso quando la stagione fu ottima. Avevamo dominato ma perso tutto in quella finale. Fu molto doloroso. Quest’anno abbiamo cambiato creando una forza diversa nella squadra. Una preparazione specifica è destinata proprio gli appuntamenti più importanti". Chi è presidente della Pro Recco è Maurizio Felugo, lui che a Rudic deve il suo esordio in Nazionale ma anche quell’oro sfumato quando Ratko guidava la Croazia. "Come andò la trattativa per andare a Recco? Cinque minuti, non avevo accettato subito prendendomi solo il tempo per riflettere. Poi dissi di sì", ha ricordato Rudic. E Campagna accetterebbe di allenare un club? "Probabilmente finirò la carriera in un club. Ora sto bene dove sono, ma nel finale di carriera mi immagino proprio alla guida di un club".
Le partite da rigiocare
Titoli e trionfi in carriera per entrambi, ma anche delusioni che bruciano. Nessun dubbio per Rudic: "Sydney 2000 contro l’Ungheria, quarti di finale. La partita più importante del torneo olimpico, purtroppo non andò bene. Non siamo stati perfetti su diversi aspetti. Se dovessi cambiare qualcosa lo farei in questa gara". E per Campagna? "In Nazionale sicuramente la finale di Madrid contro Ratko, persa dopo 8 tempi supplementari. La rigiocherei, ma scelgo una di campionato: non ho mai vinto lo scudetto, con la Roma contro Posillipo nel ’95, perdemmo la terza gara. Una ferita che vorrei rimarginare rigiocandola". Proprio Sandro ha ammesso la fortuna di avere avuto il gruppo della Pro Recco tra i successi con il Settebello: "Sono abituati a stare insieme, a fare gruppo e conoscersi. Non so se in un altro tipo di situazione avremmo vinto ugualmente, però non mi sono mai lamentato delle varie situazioni durante campionato e stagione. Ogni stagione è a sé, ogni situazione ha i suoi pro e contro".
L'appello di Campagna
Interessante la domanda posta a Rudic sulla scuola europea più forte: "Consideriamo gli ungheresi con individualità eccezionali e tecnica. La scuola slava è più una tattica basata sul gioco degli scacchi e gestendo la partita in ogni sua fase. Nella scuola italiana vedo un mix di queste due scuole, c’è individualità ed estro ma anche una tattica molto buona. Quella italiana ha grande intelligenza tattica, per questo può lottare alla pari con tutte le altre". Perfettamente d’accordo Campagna con Ratko: "Anche la Spagna ha un gioco simile al nostro, noi abbiamo tanti allenatori bravi sotto il punto di vista tattico. Dennerlein negli anni ’70 ha fatto vincere Napoli rompendo l’egemonia di Recco con una squadra meno forte ma con una tattica particolare. Quando lui arrivò nell’84 ci ha permesso di sviluppare un certo gioco che ci ha dato grandi soddisfazioni". Lo stesso Ct del Settebello ha destinato l’ultimo pensiero al futuro della pallanuoto al termine della crisi sanitaria: "Mi auguro che il ministro Spadafora sia vicino alle nostre società, è fondamentale mettere le piscine in assoluta sicurezza. Altrimenti non si possono allenare giovani e campioni. Temo che si ripartirà dimezzati, confidiamo nelle istituzioni. Prego presidenti delle società di non mollare. Dobbiamo aspettare fino alle decisioni governative, ma riprendere ritmo è fondamentale. Dobbiamo fare di tutto per riprendere il prima possibile".