Nuoto, la Pellegrini verso Tokyo. Coach Giunta: "Parola chiave serenità, finale difficile"
olimpiadiArchiviata l’impresa di aver conquistato il pass per le sue quinte Olimpiadi la Pellegrini si gode qualche giorno di relax. Saranno gli ultimi di riposo da qui a Tokyo. “Alle Olimpiadi ci deve arrivare con serenità”, commenta il suo coach Matteo Giunta. “Ovvio che l’età dice 32 anni, sarà già difficile entrare in finale per lei. Ma una delle forze di Federica è che non si accontenta mai…”
Una settimana di riposo assoluto, niente nuoto ma solo relax per Federica Pellegrini. Sta facendo il pieno di coccole familiari, le attenzioni di mamma Cinzia e papà Roberto, le affettuose e goliardiche prese in giro del fratello Alessandro, le passeggiate con i cagnolini Vanessa e Rocky. Cartoline di una Fede casalinga che ha digitato il pulsante OFF dalla Fede fuoriclasse. La rincorsa per qualificarsi alle sue quinte –e storiche- Olimpiadi è stata affannosa, un percorso complicato dal periodo post Covid-19, dagli aggiustamenti di una preparazione ad intermittenza alla quale non era abituata, dai dubbi per una carta d’identità che recita 32 anni (saranno 33 il prossimo 5 agosto). Paradossalmente proprio questi giorni di pausa dopo gli Assoluti di Nuoto di Riccione sono i più importanti nella preparazione verso Tokyo, per alleggerire la testa e ricaricare le batterie.
“Deve godersi in santa pace, e finalmente, la qualificazione che si è conquistata sul campo per la sua quinta Olimpiade. E, credetemi, è già qualcosa di grandioso ed emozionante”, sottolinea Matteo Giunta, il 39enne allenatore pesarese che dal 2014 è il coach della Divina del nuoto azzurro.
L’imperativo da qui a Tokyo è quindi serenità?
“La parola chiave è proprio serenità. Dobbiamo fare le cose come siamo sempre riusciti a fare fino ad ora, con tranquillità. Senza pensare a Tokyo ma pensando semplicemente di andare forte ad ogni allenamento, di trovare la condizione migliore, di spingere questa asticella sempre più in alto. E’ ovvio che l’età anagrafica dice un anno in più e quindi le difficoltà sono ancora maggiori ma questo non l’ha mai fermata, gli anni che avanzano non l’hanno mai spaventata. Federica ci ha abituato a cose incredibili, pensate solo a cosa è riuscita a fare nel 2019 (l’oro ai Mondiali di Gwangju 2019 con crono strepitoso di 1’54”22). Stiamo però parlando del passato, nel nuoto ogni volta si riparte da zero e quindi adesso si volta pagina. Vediamo….”
Gli ultimi 12 mesi hanno stravolto tutti noi a causa del Covid. La sensazione è che per Federica lo sforzo sia stato doppio a livello mentale più che fisico.
“Esatto. Lei è una donna che pensava dopo il 2020 di appendere il costume al chiodo, di concentrarsi sulla sua vita privata, di fare altro e voltare pagina. Questo spostamento di un anno comunque è stato qualcosa di difficile, molto ma molto faticoso”.
L’allenatore della Pellegrini non ha tra le mani una atleta qualsiasi. Voglio dire, basterebbe questo quinto pass olimpico per dire: andiamo a Tokyo senza troppe ambizioni, qualsiasi risultato arriverà non toglierebbe nulla alla “leggenda” di Federica. E’ uno status che le riconoscono in tutto il mondo in primis “Swimming World”, rivista considerata la Bibbia del nuoto. Invece ci troviamo di fronte ad una fuoriclasse che vuole essere ancora iper competitiva. La sua “Mamba Mentality” parte da se stessa, dal pretendere sempre il massimo. E’ ciò che fa la differenza?
“Si, una delle sue forze è proprio che non si accontenta mai. Lei quando dice: voglio andare alle Olimpiadi non è solo per partecipare, avere solamente l’accredito per gareggiare non è nella sua mentalità, non ne vale la pena. Poi possono accadere tante cose da qui a luglio. Il suo obiettivo l’anno scorso, dopo il 2019, era quello di fare una Olimpiade da protagonista. L’obiettivo possiamo dire che sia rimasto lo stesso ma bisognerà vedere se riusciremo ad arrivare alla vigilia dei Giochi al 110% della sua condizione”.
Nel resto del mondo alcune rivali stanno già volando nei 200 stile. Ad inizio di marzo la sconosciuta 19enne cinese Wang Junxuan ha timbrato 1’54”70, un tempo bassissimo rispetto al 1’56”69 della Pellegrini di venerdì scorso. Ci sono le australiane Emma McKeon(1’55”56) e la Titmus (1’55”93), Sobhan Haughey di Hong Kong ha nuotato 1’55”81. Senza dimenticare la solita extraterrestre Ledecky. La concorrenza è aumentata ed è agguerrita.
“Oramai non è più una novità che il 200 stile libero sia diventata negli ultimi anni una gara che ha raggiunto dei livelli incredibili, sia per il numero di punte di diamante sia come livello medio in generale. E’ una gara dove sarà già difficile entrare in finale alle Olimpiadi, sarà già un successo essere tra le migliori 8 del mondo. Federica in questi giorni deve rilassarsi, recuperare, cercare di godersi questa qualificazione. La prossima settimana riprendiamo il lavoro tra Verona e i collegiali in altura, il primo sarà subito a Livigno. A metà maggio ci sono gli Europei a Budapest, c’è il punto interrogativo di dover entrare nella “bolla” prevista dalla LEN (ndr la Lega Europea del Nuoto), dobbiamo capire quanti giorni prima si dovrà arrivare in Ungheria, se l’isolamento comporterà perdere giorni di allenamento intenso, se andremo solo per le staffette o anche per la gara individuale. Step by step, insomma. Successivamente, tra tre mesi, vedremo se gli allenamenti saranno andati bene, se lei sarà riuscita a fare un percorso netto senza intoppi fisici. A giugno valuteremo a che punto saremo e capiremo come affrontare questa Olimpiadi”.