Stefano Tempesti: "Carriera da sogno. I Giochi il momento più bello"

Quando si ha a che fare con un atleta che ha scritto pagine di storia dello sport, che ha vinto così tanto, pensi che potrà giocare per sempre. Come hai vissuto queste emozioni nel salutare l'Ortigia? "Devo dire che mi ha sorpreso l'ondata di enorme affetto che ho ricevuto da tutto il mondo dello sport, non solo della pallanuoto. Poi anche da tutte quelle persone che come hai detto tu pensavano che sarei stato eterno, che non mi sarei mai fermato e che avrei continuato la mia carriera per sempre. Invece sono arrivato a un punto di maturità. Ho capito che era il momento giusto per farsi da parte, per appendere la calottina a quella traversa che mi ha coperto per tutta una vita. È stata un'emozione bellissima. Non avrei potuto chiedere o sperare che finisse in maniera migliore, perché è stato veramente qualcosa di magico. Ogni atleta sogna di chiudere la carriera in questo in questo modo". In realtà però ci sarà un'altra partita, martedì 20 contro Roma. Quella sarà effettivamente l'ultima. Come si prepara una sfida così? Con la consapevolezza che sarà l'ultima volta in vasca. "Sarà davvero l'ultima però l'obiettivo era preparare una grande partita, un grande saluto davanti al pubblico di casa, davanti alle persone che mi hanno voluto bene in tutti questi anni. Quella contro Roma sarà un'altra partita, avrà un altro impatto emotivo, sarà una delle tante perché l'ultima per me è stata quella di venerdì. Non ci sarà un seguito, non ci sarà un'altra stagione. Lì ho salutato tutto e tutti, ho dato tutto quello che avevo sia a livello fisico che a livello emotivo". Ascoltando le parole di Sandro Campagna, il suo saluto per la tua carriera, non si poteva che notare l'emozione nei tuoi occhi. "Non me l'aspettavo. Con Sandro abbiamo un rapporto splendido: è diventato il mio allenatore a metà anni Novanta, si parla di quasi 30 anni di collaborazione, di vita vissuta insieme, di delusioni e di soddisfazioni. Si è creato anche nel tempo un rapporto di amicizia oltre che professionale, anche se non ho mai voluto prevaricare il confine tra allenatore e atleta, perché mi sentivo come tale. Almeno fino a venerdì. Sentire dal miglior allenatore del mondo queste parole è stato un bellissimo regalo". Il tuo palmarés è ricchissimo: 14 scudetti consecutivi con la Pro Recco, 5 Coppe dei Campioni, l'oro ai Mondiali di Shanghai, l'argento a Londra 2012 e tanti altri. Tu che li hai vissuti, quale ti ha emozionato di più? "Come importanza sicuramente l'argento di Londra 2012 e il bronzo di Rio 2016 non hanno paragoni. Quando vinci una medaglia alle Olimpiadi puoi dire di aver fatto un percorso da atleta di un certo tipo, perché entri in un'elite molto molto ristretta, nella quale è difficilissimo accedere. Certo è che forse l'oro di Shanghai ha rappresentato la rinascita, la svolta del Settebello, a cui mancavano delle vittorie da tanti anni, a cui mancava la consapevolezza di poter rifare la storia come aveva fatto la generazione precedente. Quell'oro di Shanghai, che mi ha visto anche grande protagonista, forse è quello che porto nel cuore maggiormente, perché due anni prima eravamo arrivati in una situazione veramente difficile e nel giro di due anni, grazie al lavoro di Sandro Campagna, siamo riusciti a dare una svolta al movimento della pallanuoto italiana". Matteo Aicardi ha detto che hai un posto di diritto nell'Olimpo della pallanuoto. Che effetto ti fa? "Matteo è un ragazzo eccezionale. Tra l'altro ne approfitto per fargli i complimenti perché è diventato papà da poco. È stato uno degli elementi chiave del nuovo ciclo della nazionale, grazie a lui c'è stata continuità nel ruolo del centroboa dopo leggende come Calcaterra e Bencivenga. Ha saputo prendere il ruolo e riadattarlo all'evoluzione del nostro sport, arrivando a vincere un Mondiale da protagonista. Non posso che ringraziarlo".

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Stefano Tempesti: "Carriera da sogno. I Giochi il momento più bello"