Quello che accade sotto la superficie: tutti i segreti del nuoto artistico

Il nuoto artistico, come suggerisce il nome con cui era conosciuto fino a qualche anno fa, è soprattutto una questione di sincronia. Di corpi. Di movimenti. Di pensieri. Quelli di Enrica Piccoli, Lucrezia Ruggiero e Filippo Pelati hanno portato due medaglie di bronzo e una d’argento alla causa della nazionale italiana durante i Mondiali in corso a Singapore, con la spedizione azzurra che fino a questo momento ha raccolto durante la rassegna la bellezza di 18 piazzamenti a podio. Dietro quei pochi minuti di coreografia, però, c’è un mondo, fatto di sacrifici, disciplina, passione e dedizione. Mesi di lavoro in gioco per una singola performance, una pressione solo in parte mascherata da trucco e acconciature sempre perfette, dove passato, presente e futuro si condensano nel tempo di una canzone. Gemma Galli è un’atleta che di medaglie se ne intende. A soli 29 anni, nel suo palmares compaiono già nove medaglie europee e quattro mondiali . Ha iniziato a gareggiare ai massimi livelli nel 2012, quando era ancora minorenne, e oggi oltre a essere una campionessa è anche commentatrice per Sky Sport nel ruolo di voce tecnica per le gare di nuoto artistico che si sono svolte ai Mondiali di Singapore. La figura perfetta per provare a scoprire tutti i segreti di questa bellissima disciplina, tanto affascinante quando poco conosciuta dal pubblico. “Alle Olimpiadi le gare sono solo in doppio e a squadre”, spiega, “mentre nelle altre competizioni, come per esempio i Mondiali, si possono avere anche gare in singolo, libero o tecnico. Nell’individuale maschile e femminile sono equivalenti, mentre nel doppio ci può essere una coppia mista o femminile, ma non maschile. Per le squadre invece, il numero massimo di uomini consentiti all'interno della coreografia è due”. Tutto chiaro fin qui. Non per niente Pelati ha vinto prima un bronzo nel ‘solo libero’, per poi tornare sul podio con Ruggiero nel ‘doppio tecnico misto’, che a sua volta ha conquistato il secondo posto con Piccoli nel ‘doppio libero femminile’. Libero e tecnico, tecnico e libero, che significa esattamente? “Le prove tecniche prevedono solo esercizi codificati, con elementi tecnici prestabiliti. Mentre quelle libere lasciano maggiore creatività agli atleti, seppur con qualche limitazione nelle parti ibride, cioè quelle in cui si usano anche le gambe, dove devono essere inserite alcune sezioni obbligatorie”. Come è facile intuire, per uno sport dove la sincronia è la chiave, il margine di errore è minimo. Atleti e atlete hanno come regola aurea quella di non poter toccare il fondo della piscina, motivo per cui vengono utilizzate delle telecamere subacquee in modo da verificare l’effettiva regolarità della performance. Al di sopra dell’acqua, invece, i giudici controllano ogni minima sfumatura dell’esibizione: “Ogni singolo, coppia o squadra, dichiara prima di scendere in acqua gli elementi tecnici che ha inserito nel proprio esercizio”, spiega ancora Gemma Galli. “In vasca poi vengono giudicati diversi elementi, come la sincronia tra gli atleti, la tecnica dell’esercizio, la coreografia, l’utilizzo della musica, la precisione e l’altezza raggiunta”. Il tutto parametrato al coefficiente di difficoltà annunciato prima dell’esibizione, che in caso di errori può essere un motivo di penalizzazione per i nuotatori. Fuori dall’acqua la preparazione è tanto variegata quando le coreografie stesse. Le atlete e gli atleti di nuoto artistico svolgono allenamenti di danza e ginnastica ritmica, oltre a una parte di potenziamento muscolare in palestra. Tutto fin da quando sono molto piccoli, per sviluppare un’abilità tecnica e coordinativa tale da poter competere ai massimi livelli, che in quanto tali sono ‘riservati’ a pochissimi atleti. “In Italia il nuoto artistico non è ancora una sport professionistico, perché non è facile trovare sponsor che decidano di investire in questa disciplina”, confida Galli. “Motivo per cui dopo le scuole superiori vanno avanti praticamente solo gli atleti nel giro della Nazionale, che hanno la possibilità di entrare nei corpi militari per portare avanti la carriera”. Una carriera che, a dispetto delle etichette e delle barriere sociali , richiede un coinvolgimento fisico e mentale totale. Perché no, anche alimentare. “Facciamo una dieta da atleti a tutti gli effetti, proporzionata a quello che è il nostro dispendio energetico”. E che dispendio. Durante la settimana, seguiti dai preparatori delle rispettive squadre di club, nuotatrici e nuotatori si allenano per almeno tre ore al giorno, 6 giorni su 7, alternandosi tra lavoro in palestra e lavoro in acqua. Ma non finisce qui. Perché una volta arrivati fino alle competizioni internazionali, quando il livello si alza, il coinvolgimento è totale: “In Nazionale ci si arriva ad allenare fino a dieci ore al giorno”, confida Galli. “Iniziamo al mattino presto e proseguiamo fino a sera, con qualche ora di pausa a metà giornata per mangiare e riposarci un po’. Più si avvicina la gara, più gli allenamenti sono specifici e intensi”. Il nuoto artistico, come suggerisce il nome con cui era conosciuto fino a qualche anno fa, è soprattutto una questione di sincronia. Di corpi. Di movimenti. Di pensieri. Perché no, a volte anche di popoli e di persone. Come Anna Voloshyna e Anastasia Ermakova, due delle coreografe che curano le esibizioni della nazionale: ucraina la prima, russa la seconda, unite a bordo vasca per il bene dell'Italia mettendo da parte il conflitto tra i loro Paesi. È lo sport di Filippo Pelati, che ci ha rimesso uno smartphone, calciato involontariamente in vasca durante la cerimonia di premiazione agli Europei juniores del 2023 mentre camminava verso il podio. È lo sport di Enrica Piccoli, soprannominata 'Grillo' per i suoi salti fuori dall'acqua, che nel tempo libero ama leggere, andare al cinema e studiare, in procinto di laurearsi all'università telematica Unitelma Sapienza. È lo sport di Lucrezia Ruggiero, che in coppia con Pelati ha ottenuto un argento grazie a un'esibizione che si è ispirata al noto programma televisivo 'Ballando con le stelle'. Per chi li vede fuori dall'acqua, sono solo pochi minuti di esibizione. Ma per chi li vive da dentro la vasca, sono tutto un mondo.

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Simone Dagani