Scherma, un Mondiale all'ombra del Buddha: a Wuxi gli azzurri tra attese e rinascite

Scherma

Lia Capizzi

Altra giornata di qualificazioni al Mondiale di scherma a Wuxi, in Cina: da domenica in palio le prime medaglie. La delegazione azzurra ne ha approfittato per visitare il Buddha di Ling Shan, la terza statua più alta della Cina e l’ottava del mondo

Musica a palla dentro il Palazzetto dello Sport di Wuxi: sono in corso le prove generali della Cerimonia di inaugurazione in programma domenica, quando inizieranno le gare che contano con le prime medaglie dei Mondiali di scherma. Subito in palio quelle della spada femminile e della sciabola maschile con, tra gli altri, un Aldo Montano che non pensa proprio alla pensione. "È già nel gotha della sciabola mondiale: è vero che ha 40 anni, ma ha la forma di un 20enne", assicura il CT dell’Italia di sciabola Giovanni Sirovich. Il fuoriclasse livornese è riuscito ad entrare nel tabellone principale così come Rossella Fiamingo, che di Mondiali ne ha vinti due e, ultimo in ordine cronologico, Enrico Garozzo, ex numero 1 del Ranking Internazionale di spada. Il siciliano - fratello maggiore di Daniele, oro olimpico nel fioretto - questo inizio di Mondiale se l’è sudato: anche lui è dovuto ripartire dal basso affrontando le qualificazioni per centrare l’ingresso nel tabellone principale, ma soprattutto ritrovare la fiducia nelle proprie qualità. Il delicato equilibrio mentale di un campione che qualche volta si inceppa nella fiducia in se stesso. "Si, ho perso un po’ di autostima nell’ultimo anno e mezzo. Ho rimuginato troppo sulla gara olimpica di Rio [da numero 1 del Mondo fu eliminato nei primi turni, ndr]. E quando un atleta perde la sua sicurezza poi inizia a perdere quei match che vinceva di solito ad occhi chiusi. Ci sto lavorando. Adesso voglio far parlare la pedana. In questo ultimo periodo credo di aver imparato osservando Nole Djokovic: si è rimesso a lavorare e lavorare, ha ritrovato l’autostima fino a vincere Wimbledon".

Wuxi capitale dell’alluminio per le pedane della scherma

Il resto della squadra, ovverosia gli azzurri che si sono già qualificati per le rispettive fasi finali, ne approfitta per qualche oretta in giro per Wuxi. Fuori c’è un caldo asfissiante: 35-36 gradi con percentuali di umidità che toccano l’80%. Affascinante la visita al Buddha di Ling Shan, la terza statua più alta della Cina, l’ottava del mondo. L’atmosfera è un mix tra selfie e mantra. È l’ora della preghiera e dall’interno del vicino tempio risuona il canto di una ventina di monaci buddisti. La città di Wuxi, nella Cina orientale a 140 chilometri da Shanghai, è un rinomato centro di villeggiatura sulle rive dell’enorme lago Tahiu. Che c’entra Wuxi con la scherma? Qui hanno sede i principali produttori della lega di alluminio di cui sono composte le pedane per gli assalti. In effetti quelle del Palazzetto dello Sport, sede delle gare, sono spettacolari e degne di un parterre olimpico. Dici Olimpiade e pensi a Tokyo 2020, da qui parte la rincorsa degli azzurri. Questo Mondiale in terra cinese servirà per prendere posizione nel ranking in vista della fase di qualificazione a cinque cerchi. Ci sono i ritorni importanti, quelli di Arianna Errigo e Paolo Pizzo, quest’ultimo reduce dalla rottura del legamento del gomito destro sei mesi fa. Lo scenario internazionale si evolve: occhio ai coreani e ai giapponesi, sta spuntando pure la Tunisia per il futuro. Cambia la geografia ma l’Italia c’è sempre, a Wuxi vuol salire in pedana per dire la sua.