Mondiali scherma, le azzurre del Dream Team non si nascondono: "Colpa nostra, un oro mancato nel fioretto"

Scherma

Lia Capizzi

Ai Mondiali di scherma di Wuxi l’Italia del fioretto femminile non si conferma campione del Mondo. L'oro va alle statunitensi, 45-25. La delusione è enorme per una delle squadre più vincenti dello sport italiano. Non piace la scelta di Arianna Errigo di dividersi tra fioretto e sciabola. Lei risponde determinata: "E’ il mio sogno, non lo voglio accantonare"

MONDIALI, ARGENTO PER LE AZZURRE DEL FIORETTO

La medaglia che non ti aspetti, in negativo. L’obiettività è il massimo segno di rispetto nei confronti di chi fa sport ad alto livello. Sincerità chiama onestà: è un oro mancato, senza se e senza ma. Una finale con il fiatone, sempre a rincorrere gli Usa, senza riuscire a trovare la capacità di reagire ma soprattutto senza la cattiveria che è nel DNA del Dream Team. Una finale riedizione di quella dell’anno passato, con le statunitensi che però in stagione erano riuscite a già a battere l’Italia ad inizio febbraio nella tappa di Coppa del Mondo ad Algeri. Sulla pedana di Wuxi le fiorettiste americane chiudono 45-35 una finale che si è incanalata a loro favore dopo il secondo giro di assalti. Sul 15-12 il passivo pesante subito da Camilla Mancini (1-8) è stato il turner point, da lì in poi l’Italia ha continuato a sbandare senza saper riprendere la rotta. Le azzurre sono le prime a riconoscerlo, non si nascondono, deluse ma autocritiche: “Si, abbiamo sbagliato. Sicuramente è stato un oro mancato”, sentenzia Arianna Errigo con il merito di chi sa riconoscere e ammettere una sconfitta. “Nessuna scusante, anche se in finale ci fosse stata la Russia sarebbe stato un oro mancato. Noi eravamo le campionesse mondiali in carica, arrivavamo pure da campionese europee, noi siamo queste. Purtroppo non sono contenta, nemmeno di come ho tirato io”. La campionessa 30enne, tesserata per i Carabinieri, ha dato l’illusione di poter esibire l’acuto della rimonta nel suo terzo e ultimo assalto, era riuscita a dimezzare i 6 punti di ritardo salvo poi farsi riprendere. “Ho avuto due grosse occasioni, pensavo lì per lì di poterci riuscire ma poi non ho risolto nulla. Sicuramente il nostro valore è un altro ma oggi non l’abbiamo dimostrato”.  

Niente rimonta, alle azzurre è mancata soprattutto la sapienza tattica

Ad Alice Volpi, laureatasi a Wuxi campionessa del Mondo nell’individuale, non è riuscito il recupero prodigioso esibito un mese fa agli Europei di Novi Sad contro la Russia. “Questa volta eravamo sotto di un bel po’, in svantaggio di 6 punti. Io ci ho provato ma non avevo davanti una stupida, c’era un’avversaria che aveva voglia di vincere, le mancavano cinque stoccate. Questa volta non ce l’abbiamo fatta. Non c’è sempre il miracolo”. La 26enne poliziotta senese ha posticipato il volo aereo di rientro per poter assistere alla finale del fioretto maschile a squadre, in programma il giorno dopo, e poter così fare il tifo per il fidanzato Daniele Garozzo: "Spero che almeno i ragazzi ce la facciano a riconfermarsi, anche loro partono dall’oro conquistato come noi lo scorso anno ai Mondiali di Lipsia".  A Camilla Mancini è mancata l’esperienza di saper arginare un momento negativo: "Le americane hanno avuto grinta, noi pure ce l’abbiamo messa fino alla fine, ma a loro riconosco una maggior freschezza. Io ho sbagliato tanto e non sono riuscita a riassettarmi neanche nell’assalto dopo, avrei dovuto essere più astuta e non invece subire un passivo di 8-1 in un momento tanto importante, Me lo rimprovero, avrei dovuto aspettare. Sono comunque orgogliosa di far parte di questo gruppo, anche nella sconfitta. Il nostro valore è ben altro, ecco perché preferiamo parlare di una medaglia persa piuttosto che di un argento vinto”. Onori e oneri di una delle squadre più vincenti dello sport italiano, dalla quale ci si aspetta sempre il massimo, quasi fosse un atto dovuto. "Nello sport non c’è niente di scontato", commenta con amarezza ma altrettanta lucidità il CT Cipressa. "Noi siamo più forti rispetto alle americane, non è una presunzione ammetterlo. Loro però hanno meritato di vincere. Noi abbiamo fatto troppi sbagli, abbiamo peccato soprattutto in sapienza tattica".

"Ad Arianna non fa bene gareggiare sia nel fioretto sia nella sciabola". Ma la Errigo difende il suo progetto: "Lasciatemi sognare"

Non ci sono vittorie scontate come non tutte le sconfitte sono uguali, alcune bruciano più di altre. Questa di Wuxi fa malissimo. “In questo momento stiamo soffrendo perché volevamo vincere”, ribadisce la Errigo. "Adesso ripartiamo da questo KO e daremo tutto con l’inizio della nuova stagione, l’appuntamento è a Budapest nel 2019 per il prossimo Mondiale”. L’inizio della prossima stagione vivrà di un confronto definitivo che riguarda proprio Arianna. Il suo progetto della doppia arma, cimentarsi sia nel fioretto sia nella sciabola, continua a far storcere il naso ai vertici della Federazione. Il CT del fioretto Andrea Cipressa alla vigilia della rassegna iridata cinese non aveva usato giri di parole, categorico: “Arianna sa come la penso, per me deve accantonare la sciabola, rischia di perdere certi automatismi, compromette le sue prestazioni nel fioretto". L’azzurra risponde in modo altrettanto determinato, anche quando le si fa notare la difficoltà nel destreggiarsi tra i due diversi calendari di gare, con differenti trasferte. “Sono 11 anni che giro il mondo per gareggiare, non mi cambia niente. Adesso che poi il calendario della sciabola è stato ufficializzato ho pure il modo di organizzarmi. Continuerò a dividermi tra fioretto e sciabola anche il prossimo anno. Ci proverò fino all’ultimo giorno a qualificarmi per le Olimpiadi di Tokyo. Io non chiedo favoritismi, saranno i risultati a parlare, a dire se riuscirò a farcela. E’ il mio sogno, lasciatemi sognare”. La questione assume i contorni di un braccio di ferro. Ragione e sentimento, chi la spunterà?