Giornata avara per l'Italia ai Mondiali di Budapest. In pedana fiorettisti e sciabolatrici non hanno saputo andare fino in fondo nelle gare individuali. L'ultimo ad arrendersi è stato Andrea Cassarà battuto ai quarti dal russo Zherebchenko, complice anche un problema al tendine d'Achille
A Budapest una giornata da cancellare in fretta, troppo brutta per crederci. Sono stati eliminati tutti, anzitempo, i fiorettisti e le sciabolatrici nelle rispettive gare individuali. L’ultimo ad arrendersi proprio ai piedi del podio è stato Andrea Cassarà, fermato ai quarti di finale (15-6) dal russo Zherebchenko, complice un problema al tendine d’achille per il 35enne carabiniere bresciano, veterano della nazionale azzurra. “Ci sta, il russo è forte e io non sono al meglio della condizione, il tendine mi fa malissimo. La vedo in positivo, sono ritornato tra i primi otto a un campionato del Mondo e spero sia un buon viatico per le Olimpiadi il prossimo anno”. Zero medaglie azzurre, quindi, nell’ultima giornata di gare individuali. Volendo tracciare il bilancio dei primi tre giorni, l’Italia ha raccolto quattro medaglie di bronzo. L’assenza di una medaglia d’oro in tutte le prove individuali crea un misto di disappunto e dispiacere. Bisogna andare indietro di 32 anni per trovare il precedente negativo. Il Mondiale a Losanna del 1987 era stato l’ultimo senza la conquista di un oro, e pure un argento. Il teorema di quanto nella scherma moderna sia difficile riconfermarsi trova una sua dimostrazione proprio qui a Budapest: tutti i campioni del mondo in carica, quindi medaglie d’oro un anno fa a Wuxi (Cina) sono usciti nei primi turni, ad eccezione del francese Emile Borel che, nella spada maschile, ha resistito almeno fino ai quarti di finale. Pone l’accento su un problema di calendari Andrea Cassarà. “Ci sono due gare di qualifica olimpica a maggio, l’Europeo a giugno e poi il Mondiale a luglio, quindi nello stretto giro di due mesi ci sono le quattro gare più importanti di una stagione. Bisognerebbe riflettere su quanto sia tutto dispersivo a livello di energia per gli atleti. Non serve assolutamente fare tutte le gare così concentrate. Si potrebbe pensare di fare meno gare, organizzarle meglio, sia per la salute sia per lo spettacolo”
La regola della difficoltà a riconfermarsi non lascia scampo ad Alessio Foconi, detentore del titolo nel fioretto maschile, e fuori addirittura al primo turno. Il 29 di Terni, portacolori dell’Aereonautica, interrompe una cavalcata avvincente iniziata un anno fa con l’oro mondiale a Wuxi (Cina), proseguita con due successi in Coppa del Mondo, per un totale di sei podi in otto gare di Coppa, e il titolo europeo vinto lo scorso giugno a Düsseldorf. “E’ stata la mia peggiore gara dell’anno, purtroppo. In pedana ho avuto un po’ di pensieri frettolosi, il voler recuperare subito mi ha impedito di essere lucido. Voglio pensare che questo sia stato un piccolo errore sul tragitto ma non è questo che farà poi la differenza, ci sarà ancora tutta un’altra stagione”. Il campione olimpico Daniele Garozzo è stato eliminato agli ottavi nel derby italiano contro Cassarà, Giorgio Avola eliminato invece nel turno dei 32.
Uguale sorte nella sciabola femminile con Rossella Gregorio la migliore delle azzurre, costretta ad uscire di scena agli ottavi per mano della beniamina di casa, l’ungherese Anna Marton. Unica nota positiva della giornata quella arrivata nella gara a squadre con le spadiste (Mara Navarria, Rossella Fiamingo, Federica Isola e Alice Clerici) che guadagnano l’accesso ai quarti di finale dopo un assalto ricco di pathos contro la Germania. Decisiva la stoccata di Rossella Fiamingo per il 29-28 al minuto supplementare. Da domani le gare a squadre assegneranno medaglie; sono le gare più importanti perché portano punti fondamentali per la qualificazione olimpica. Una nazione può portare ai Giochi tre atleti nella prova individuale solamente se conquista la qualificazione nella gara a squadre. In caso contrario, ci sarebbe solo un posto disponibile, per ogni singola nazione, nelle prove individuali.