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Scherma, coppa del mondo di fioretto: oro donne e argento uomini

Scherma
Sara Cometti

Sara Cometti

foto BIZZI-federscherma

Altre due medaglie per il fioretto italiano nella prima tappa di coppa del mondo a Palma di Maiorca. Le donne conquistano l'oro nella prova a squadre dopo il successo di Martina Favaretto nell'individuale. Argento per gli uomini invece, sconfitti in finale dalla Russia (ancora denominata Ain). Sciabola in rodaggio ad Algeri

I RISULTATI DELL'INDIVIDUALE

Il primo weekend internazionale della stagione 2025–26 parla con accenti diversi ma complementari. A Palma de Maiorca il fioretto azzurro fa subito la voce grossa: oro nella prova a squadre femminile e argento in quella maschile, che si sommano all’oro individuale di Martina Favaretto e ai bronzi di Guillaume Bianchi e Tommaso Martini. Ad Algeri, la sciabola inaugura il percorso con un lavoro più silenzioso: niente podi nei team event, ma tanti minuti per i giovani e indicazioni chiare sul cantiere tecnico aperto.

Fioretto, "Palma d’oro" alle azzurre

La giornata delle fiorettiste è un manifesto di solidità. Batini, Cristino, Errigo e Favaretto trasformano la corsa al titolo in un crescendo: 45–28 alla Romania negli ottavi, 45–23 alla Cina nei quarti, 42–26 al Giappone in semifinale, quindi una finale comandata contro gli Stati Uniti chiusa 45–32. Rotazioni lucide, parziali sempre sotto controllo e la naturale continuità con il titolo individuale di Favaretto del giorno prima (al nono successo tra Coppa e Grand Prix), sembrano gli ingredienti fondamentali per la costruzione di una vittoria “di sistema”, che in parte anche gli uomini hanno messo in pratica, con un percorso autorevole fino all’ultimo atto. 

 

Bianchi, Foconi, Macchi e Marini hanno spinto forte: 45–31 contro la Gran Bretagna, 45–39 su Hong Kong, 45–27 con la Germania. Lo stop arriva in finale:  36–45 dall’AIN, gli atleti russi senza bandiera, di cui già si era detto dopo la prova individuale e di cui si era già rimasti colpiti a Genova, alla loro partecipazione agli Europei. I fiorettisti chiudono quindi con un argento, ma la lettura resta positiva: l’ordine di staffetta pare più stabile rispetto a un anno fa, la gestione dei cambi in crescita e il secondo posto finale pesa in ottica ranking.

 

Bilancio fioretto (2 giorni): 5 medaglie — 2 ori (Favaretto, team femminile) · 1 argento (team maschile) · 2 bronzi (Bianchi, Martini). Un segnale coerente con le attese della vigilia e, per certi versi, persino più netto nella profondità.

 

Scena diversa ad Algeri, dove la priorità era allargare la base. Gli uomini (Bertini, Curatoli, Gallo e Neri) chiudono 11ª dopo questo percorso: ottavi 36–45 con AIN, poi 45–29 al Venezuela, 43–45 col Kazakistan, 45–31 alla Turchia. Le donne (Battiston, Mocci, Spica, Viale) terminano al 13º posto: 45–26 contro l’AIN, 43–45 con la Spagna negli ottavi, quindi ko con l’Uzbekistan (31–45) e poi le vittorie su Azerbaijan (45–31) e Polonia (45–42).

 

Dentro questi numeri va letta una direzione, con il debutto di Bertini tra gli uomini e della cadetta Mocci tra le donne, coi minutaggi distribuiti, gli incontri tirati punto a punto (quel 43–45 con la Spagna pesa) utili a tarare fasi d’assalto e gestione degli ultimi giri.

Cosa dicono questi risultati

Il fioretto conferma la sua leadership e la sua profondità. Il femminile è dominante, il maschile sale di continuità: si parte dunque con ottimi punti ranking e un seeding che può orientare anche le prossime tappe.

Nella sciabola il percorso dichiaratamente graduale. Meno effetti speciali del previsto, ma indicatori tecnici (rotazioni, break sui pari e gestione dei finali) che promettono crescita, soprattutto pensando ai prossimi rientri e alla progressione dei giovani.

 

La stagione è appena iniziata, ma il copione per queste due armi, sembra prevedere due strade diverse e medesimo obiettivo: restare competitivi tutto l’anno. È il destino della scherma azzurra.

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