Deborah Compagnoni: "Italia mia, ci rifaremo ai Mondiali svedesi di sci..."
SciAbbiamo incontrato la più grande sciatrice azzurra della storia, 3 volte oro olimpico, che esattamente 20 anni fa, negli stessi giorni in cui la Nazionale di calcio vinceva con la Russia lo spareggio per Francia '98, polverizzava ogni record nello Slalom Gigante: "Era un'altra Italia, vorrà dire che ci rifaremo ai Mondiali di sci del 2019 in Svezia..."
Debby è stata magnifique! Con lo slalom di Tignes sono sei-dico-sei Giganti consecutivi. I francesi ci rispettano, che le balle ancora gli girano... ma avranno di che farsi "robespierianamente" giustizia nella nouveau Bastille del '98, quei giacobini: la legnata di Gigi Di Biagio ci cadrà in testa come una ghigliottina, e il 3 luglio i cugini festeggeranno in anticipo la Rivoluzione con la presa di Saint-Denis. È così che in vent'anni il mondo si è ribellato: il 15 novembre del 1997 Pierluigi Casiraghi completava a Napoli l'operetta di Mosca, un'altra "pizza" ai russi dopo quella consegnata a domicilio da Bobo Vieri, leggermente surgelata... In Russia Bobo danzò sul ghiaccio che neanche Alberto Tomba al Bolshoi e il giovane Buffon sfoderava gli artigli di un gatto delle nevi in perfetto stile Compagnoni: proprio lei, che appena quattro giorni prima sulle Alpi savoiarde aveva sciorinato il Tricolore. L'Italia era pazza di Deborah, dello sci, del calcio: che tempi!
Deborah settebellezze
In poco meno di un mese (tra lo slalom della sciatrice e il ritorno dello spareggio Mondiale al San Paolo) scarpini e scarponi balleranno ancora sul mondo e non è mica finita qui: il 21 novembre la valtellinese "vendicherà" Roberto Baggio '94 e in America si appenderà al collo l'oro di Coppa volando tra le curve di Park City. "Deborah settebellezze" titola la Gazzetta: 3"41 alla Meissnitzer seconda, un abisso. Record, medaglia e... una rosa rossa per lei sul podio, dal mittente sconosciuto: la leggenda vuole che a spedirla fu quel vecchio lupo di Alberto...
Deborah's Theme
Ora piangiamo - letteralmente - con il "vecchio" Buffon, C'era una volta (l'Italia) in Francia, in America, e ci intristiamo d'orgoglio con il Deborah's Theme di morriconiana memoria. Quella striscia di trionfi in Coppa del Mondo si allungherà a 9, arriva ancora una stoccata ai francesi in Val-d'Isère e la nona sinfonia il 6 gennaio a Bormio (nel mezzo i due ori Mondiali a Sestriere!). L'ultimo regalo alla nazione lo confeziona il 20 febbraio in Giappone, sede dei Giochi Invernali. Terzo oro in tre Olimpiadi consecutive: Albertville 1992 (oro e rottura del crociato, per non farsi mancare nulla); Lillehammer 1994 e, appunto, Nagano '98. Nessuna donna nella storia dello sci vi era mai riuscita.
La signora Benetton
Oggi la Compagnoni vive a Montebelluna, nel Trevigiano, sposata con Alessandro Benetton, che in quegli stessi anni era al volante della scuderia Mondiale di Flavio Briatore e Michael Schumacher in Formula 1. La incontriamo a Milano, in splendida forma, ospite d'onore della 35a edizione di Sport Movies & Tv insieme ad altre campionesse e campionissimi, da Manuela di Centa a Paulo Roberto Falcao, una sfilata di divinità.
Quanta nostalgia, Deborah!
"Già! Ma no, dai... bei ricordi, non solo delle vittorie. Anche gli infortuni, a modo loro, mi hanno insegnato qualcosa. Gioie, dolori, una miscela esplosiva di emozioni che mi porterò sempre dentro il cuore".
Era l'Italia di Tomba, della Compagnoni, di Roberto Baggio. E adesso non riusciamo a fare un gol alla Svezia...
"Non voglio essere polemica, parlerò da tifosa. Veder piangere Buffon è stato ingiusto. Ho ammirato l'impegno, sono giocatori esperti, abituati a certi livelli. Non possono aver sottovalutato l'importanza della posta in palio, non è stata colpa loro. Credo sia mancata la strategia adatta...".
Ventura è stato esonerato, Ancelotti potrebbe essere l'uomo giusto?
"Seguo il calcio, mio figlio gioca a pallone e a casa non si parla d'altro, ma queste scelte le lascio volentieri a chi ne ha ruolo e competenze. Io mi godo la mia Juve, mi piace Dybala, che mi ricorda un po' il mio amico Del Piero. Ho una simpatica speciale per Marchisio, con cui condivido i miei stessi guai alle ginocchia... Ecco, forse con lui in mezzo al campo le cose, con la Svezia, sarebbero andate diversamente...".
Di chi sono le colpe? E da dove si riparte?
"Ciclicamente è successo anche nello sci: stagioni di poche medaglie, fallimenti. Si ricomincia da zero, dalle basi. Rivedendo la struttura della Federazione e quanto, risparmiando prima, si è perso dopo. Come un'azienda: investi, perché così crei qualcosa. Ottieni i risultati e hai il ritorno economico, ormai funziona in questa maniera in ogni settore. Se no rischi di trovarti fuori da un Mondiale...".
Anche lo sci non è più quello di una volta...
"Era tutto diverso. Intanto i social network non c'erano! Il momento della competizione era quello, non c'era questa dispersione. Tutto troppo veloce, non c'è la giusta attenzione all'impegno degli atleti. Ma penso che, comunque, il settore femminile dello sci alpino, nello specifico, sia solido. Ragazze dell'età giusta, né troppo avanti con l'età, né troppo acerbe".
Ogni anno la stessa storia: chi sarà l'erede della Compagnoni?
"Non mi piace parlare di eredi, ognuna ha il suo stile, ha il suo modo di essere e in ognuna ritrovo un pezzo di quello ero io. Sofia Goggia, ad esempio, ha in comune con me, purtroppo, di essere incappata in tanti infortuni. Ma è una ragazza coraggiosa e istintiva, proprio come me. Federica Brignone è una bravissima ragazza, che ama la montagna, la natura e mi ci rivedo. Marta Bassino non ha ancora vinto una gara ma è sempre là. È ancora giovane e ha una tecnica splendida. Le sorelle Curtoni sono quelle che sento più vicine, perché valtellinesi come me: Elena sta recuperando dall'infortunio, quello di Irene è stato un brutto colpo. Ma hanno talento e spero che possano rialzarsi al più presto. E poi l'esperienza di Manuela Moelgg, che ha pagato nell'ultima gara, dove è stata la migliore. Abbiamo una bella squadra, possono fare risultati sia alle Olimpiadi di febbraio in Corea del Sud che nei prossimi anni, magari ci rifaremo proprio con gli svedesi nel 2019, ai prossimi Mondiali di sci, in casa loro...".
E Debby che fa oggi?
"La mamma! Allora: Agnese, la più grande, ha 17 anni. Tobias, il maschietto, quasi 15. E la più piccola, Luce, di 11. Diciamo che ho il mio bel da fare... Insieme al mio impegno per l'associazione "Sciare per la vita" per la lotta contro la leucemia che ho fondato nel 2002 con alcuni amici a Bormio. Ho frequentato dei corsi di pittura e decorazione e, quando posso, rimetto gli sci. Sono ancora bravina, sa?".