Il fenomeno austriaco, vero e proprio dominatore dello sci mondiale e vincitore tra le tantissime cose di due ori olimpici, 7 Mondiali e 8 Coppe del mondo generali, ha annunciato a soli 30 anni il suo ritiro dalle competizioni parlando in una trasmissione molto seguita della Tv austriaca ORF
12 anni fra il rosso e il blu di un tracciato. 12 anni per vincere tutto quello che poteva vincere. Marcel Hirscher in carriera ha conquistato 14 medaglie fra Olimpiadi e Mondiali. E' stato 7 volte campione del mondo e due volte campione olimpico. Per 8 anni ha portato in Austria la Coppa del mondo generale: dal 2012 al 2019 il suo è stato un dominio assoluto, nessuno è stato in grado di batterlo. È riuscito a primeggiare nonostante non gareggiasse in tutte le discipline: niente discesa, se non qualche rara apparizione, e solo gigante e slalom a cui aggiungeva super g e combinata a seconda delle necessità. Un eroe nazionale capace di gestire sui suoi sci la pressione di una nazione intera. Sempre.
Intorno a lui ha creato un team personale con la supervisione di papà Ferdinand che ha seguito Marcel sin dalle prime curve su degli scietti così minuscoli, ma che già viaggiavano velocissimo verso valle. In tanti anni di Coppa del Mondo, 12, non c'è mai stato un comportamento fuori posto, mai una sbavatura verrebbe da dire, mai uno di quegli errori che lo avrebbero reso un po' più umano. Zero infortuni, o quasi. E' sempre stato una macchina, una sorta di robot capace di migliorarsi di continuo, di rivoluzionare la sciata e la tecnica. Un riferimento. Impeccabile coi media, disponibile coi fans, gentile con tutti. Si ritira da campione e se avesse continuato avrebbe vinto ancora ma c'è un momento in cui sintonizzarsi ancora dopo 67 vitttorie in Coppa del Mondo non sembra più possibile. Il rosso e il blu, i colori delle porte, hanno fatto corto circuito lasciando spazio alle sue passioni, alla vita normale, da marito e da papà. Un mondo fatto di mille altri colori.