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Perseverance De Aliprandini e i marziani del Mondiale di sci di Cortina

il bilancio

Carlo Vanzini

La medaglia d'argento quasi "alla carriera" dell'azzurro, i protagonisti annunciati di questi Mondiali, quelli che hanno deluso. Il bilancio di Carlo Vanzini 

LA STORIA DI MARTA BASSINO

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La missione su Marte ha calamitato l’attenzione di molti per un viaggio lontano in un presente molto futuristico. Restando con i piedi un po’ più per Terra, non abbiamo dovuto fare molta strada per dare al mondo un’immagine di un futuro migliore del presente che tutti stiamo vivendo. La bellezza delle Dolomiti, cornice unica nonché dell’Unesco dei mondiali di Cortina, è stata una cartolina spedita al mondo intero, di grande voglia di bellezza e normalità.

I marziani

Su Cortina, come dei marziani, sono atterrati Lara Gut Berhami e Krieckmayr. Sono loro a portarsi a casa due medaglie d’oro storiche, in superG e gigante l’elvetica in discesa e superG l’austriaco.  Bronzo anche in discesa, la bella Lara ha monopolizzato l’attenzione al femminile, ben accompagnata da una fantastica quanto sorprendente Katharina Liensberger, due ori in parallelo e slalom, peraltro dominato e bronzo in gigante. Altra damigella d’onore è Mikaela Shiffrin capace di vincere più medaglie di tutte, 4 per un totale di 11 in carriera, ma senza l’acuto nelle sue specialità, gigante e slalom, pur essendo salita sul podio in seconda e terza posizione. Tra gli uomini Vincent Kryeckmayr ha scritto la storia, dominando le prove veloci, come in passato era riuscito solo a Bode Miller e Hermann Maier, non due qualunque.

La medaglia della perseveranza

Va di diritto a Luca De Aliprandini, mai a podio in gigante in carriera, a sfruttare a pieno una pista all’apparenza disegnata per la sua sciata. Un argento quasi alla carriera, a sugellare un talento che ha dovuto attendere molto per fare tutto, nello stesso giorno, alla perfezione.  Sempre tra i primi al mondo, ma anche sempre con qualche errore da generosità ed esuberanza a frenarne l’arricchimento del palmares. Finalmente ha girato tutto nella giusta direzione, si chiama Karma e ha conquistato una medaglia in una specialità nella quale non la prendevamo da 8 anni con Moellg e da 25 con Tomba a Sierra Nevada.

Lo sconfitto

Sconfitto ne esce Pinturaut. Poteva fare quasi bottino pieno e rispetto a un’idea di 4 o 5 medaglie, torna in Francia con un argento in combinata e un bronzo in super G. Sarebbe stato ben diverso se non fosse uscito in gigante. La sua prima manche è da cineteca, di quelle da far vedere ai giovani per manifesta superiorità e perfezione. Fuori con un errore non da lui nella seconda e opaco in slalom.

Il bilancio italiano

Non è lontano dalle aspettative. La Bassino ha fatto un oro in parallelo mentre ce lo saremmo attesi facile in gigante anche se di facile e scontato nello sci non c’è nulla. E’ mancata Sofia Goggia, per infortunio, la Brignone per una ricerca di se stessa dispersa in troppi pensieri bui e Paris che ha commesso un solo errore proprio dove non doveva farlo. Il lampo di De Aliprandini ha reso più dolce un mondiale che non ci ha visti protagonisti se non nella bellezza della perla delle Dolomiti, la nostra indiscutibile medaglia d’oro.

di G. Bruno

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