Volvo Ocean Race 2017-2018, in giro per il mondo anche "Sky Ocean Rescue"

Vela
L'imbarcazione "Turn the tide on plastic", che ospiterà la campagna "Sky Ocean Rescue - Un mare da salvare". Foto (Beau Outteridge)

Dopo la sua apparizione nel Motomondiale, con una livrea ad hoc per lo Sky Racing Team VR46, la campagna di sensibilizzazione sullo stato dei nostri mari sbarca anche nel mondo della vela. Sarà ospitata su "Turn the Tide on Plastic", con un equipaggio che vedrà a bordo anche due italiani: Francesca Clapcich e Alberto Bolzan

SKY OCEAN RESCUE, TUTTI I VIDEO

Nel campo della sua iniziativa Ocean Rescue, Sky ha annunciato una partnership con "Turn the Tide on Plastic", uno dei team partecipanti alla Volvo Ocean Race. Turn the Tide on Plastic utilizzerà gli strumenti di bordo per raccogliere dati sulla qualità, sulla composizione dell’acqua e sui livelli di micro-plastica presenti negli oceani del pianeta. L'obiettivo è quello di sensibilizzare il pubblico e stimolare un comportamento responsabile nei confronti dell’intero ecosistema marino con piccole azioni quotidiane. Il logo di "Sky Ocean Rescue" caratterizzerà la livrea della barca, aiutando la campagna a portare il messaggio agli oltre 3 milioni di appassionati della regata sparsi in 12 diversi Paesi nel mondo. Lo stesso impegno profuso già dallo Sky Racing Team VR46 nel Motomondiale.

SKY OCEAN RESCUE SU "TURN THE TIDE ON PLASTIC"

Dal lancio della campagna, avvenuto nel gennaio 2017, Sky Ocean Rescue ha coinvolto oltre 6 milioni di persone e ora punta a raggiungere un nuovo pubblico diventando Team e Media Partner di Turn the Tide on Plastic. Sky utilizzerà anche la partnership per coinvolgere i suoi clienti, partner e altri "difensori" degli oceani con un'ampia copertura sulle piattaforme Sky News, Sky Sports News e Sky Sport, anche in Italia. La partnership nasce dall’impegno del progetto Sky Ocean Rescue preso alla EU Our Ocean Conference di Malta, per trasformare l’azienda in una struttura totalmente senza plastica entro il 2020. L'obiettivo è lanciare un fondo di ricerca di 25 milioni di sterline per lo studio e la lotta contro l’inquinamento da plastica ed essere al fianco del WWF per la salvaguardia delle Aree Marine Protette. Sky Ocean Rescue ha organizzato un tour in Gran Bretagna di 'Plasticus', una balena di 10 metri realizzata con la stessa quantità di plastica che viene diffusa nell'oceano ogni secondo e ha lanciato tre documentari, impegnandosi sulla gravità del problema dell'inquinamento causato dalla plastica.

Dal lancio della campagna, avvenuto nel gennaio 2017, Sky Ocean Rescue ha coinvolto oltre 6 milioni di persone e ora punta a raggiungere un nuovo pubblico diventando Team e Media Partner di Turn the Tide on Plastic. Sky utilizzerà anche la partnership per coinvolgere i suoi clienti, partner e altri "difensori" degli oceani con un'ampia copertura sulle piattaforme Sky News, Sky Sports News e Sky Sport, anche in Italia. La partnership nasce dall’impegno del progetto Sky Ocean Rescue preso alla EU Our Ocean Conference di Malta, per trasformare l’azienda in una struttura totalmente senza plastica entro il 2020. L'obiettivo è lanciare un fondo di ricerca di 25 milioni di sterline per lo studio e la lotta contro l’inquinamento da plastica ed essere al fianco del WWF per la salvaguardia delle Aree Marine Protette. Sky Ocean Rescue ha organizzato un tour in Gran Bretagna di 'Plasticus', una balena di 10 metri realizzata con la stessa quantità di plastica che viene diffusa nell'oceano ogni secondo e ha lanciato tre documentari, impegnandosi sulla gravità del problema dell'inquinamento causato dalla plastica.

"TURN THE TIDE ON PLASTIC" - LA BARCA

Sarà la skipper inglese Dee Caffari a comandare il team "Turn the Tide on plastic", sponsorizzato da due associazioni ecologiste: la Mirpuri Foundation e l’Ocean Family Foundation. Sull'imbarcazione anche "Sky Ocean Rescue - Un mare da salvare". Il gruppo è composto dal 50% di uomini e dal 50% di donne, tutti sotto i 30 anni. L’iniziativa ha un forte messaggio sociale: il team, infatti, sarà portacolori della campagna ecologica delle Nazioni Unite contro l'inquinamento negli oceani, denominata Clean Seas. La campagna di sensibilizzazione sullo stato dei nostri mari favorisce anche l’inclusività dei giovani e di velisti con esperienze differenti.

LE PAROLE DEL CEO DEL GRUPPO SKY

"Stiamo facendo una corsa contro il tempo per affrontare l'impatto dell'inquinamento causato dalla plastica nei nostri oceani - ha dichiarato Jeremy Darroch, CEO del Gruppo Sky - Turn the Tide on Plastic sta agendo in maniera reale ed è per questo che abbiamo deciso di supportarli nella Volvo Ocean Race. Non si tratta solo di sport, ma di raggiungere e apprendere dai luoghi più remoti degli oceani. Dobbiamo fare tutti la nostra parte e lavorare da subito per salvare gli oceani. Se possiamo farci sentire, raggiungendo il più vasto pubblico d’Europa per ispirare altri ad agire, allora speriamo di fare la differenza". Il Direttore esecutivo della Commissione Ambiente delle Nazioni Unite, Erik Solheim, ha aggiunto: "Il progetto Sky Ocean Rescue dà un grande contributo alla campagna Clean Seas inspirandoci su come si possa agire per ridurre l’inquinamento marino a livello gloable. Siamo felici di averli a bordo con noi".

Sky ha intensificato la sua campagna di salvataggio oceanico e ha collaborato con 'Turn the Tide on Plastic', una squadra che compete nella gara del Volvo Ocean Race, in partenza da Spagna a Domenica.
Sky ha intensificato la sua campagna di salvataggio oceanico e ha collaborato con 'Turn the Tide on Plastic', una squadra che compete nella gara del Volvo Ocean Race, in partenza da Spagna a Domenica.
Sky ha intensificato la sua campagna di salvataggio oceanico e ha collaborato con 'Turn the Tide on Plastic', una squadra che compete nella gara del Volvo Ocean Race, in partenza da Spagna a Domenica.  
Il CEO di Sky, Jeremy Darroch, ha dichiarato: "Siamo in una corsa contro il tempo per affrontare l'impatto dell'inquinamento plastico nei nostri oceani. Girare la marea sulla plastica sta prendendo azione reale ora e per questo motivo stiamo sostenendo il loro viaggio Volvo Ocean Race; non solo competere, ma raggiungere e apprendere dalle parti più remote dei nostri oceani ".   "Tutti dobbiamo assumerci la responsabilità e agire ora per salvare i nostri oceani. Se possiamo usare la nostra voce e raggiungere la più grande attività di intrattenimento dell'Europa per ispirare gli altri ad agire, speriamo che possiamo fare una vera e propria differenza ".
Il CEO di Sky, Jeremy Darroch, ha dichiarato: "Siamo in una corsa contro il tempo per affrontare l'impatto dell'inquinamento plastico nei nostri oceani. Girare la marea sulla plastica sta prendendo azione reale ora e per questo motivo stiamo sostenendo il loro viaggio Volvo Ocean Race; non solo competere, ma raggiungere e apprendere dalle parti più remote dei nostri oceani ".   "Tutti dobbiamo assumerci la responsabilità e agire ora per salvare i nostri oceani. Se possiamo usare la nostra voce e raggiungere la più grande attività di intrattenimento dell'Europa per ispirare gli altri ad agire, speriamo che possiamo fare una vera e propria differenza ".

VOLVO OCEAN RACE, LA STORIA

Ora si chiama Volvo Ocean Race ed è conosciuta come la regata intorno al mondo per equipaggi: cinque edizioni con questo nome, che hanno preso il testimone nell’anno 2005. Prima bisogna risalire al 1972, data dell'invenzione. Partenza vera e propria l’anno successivo da Portsmouth. Dall'Inghilterra partirono 17 imbarcazioni, 167 membri di equipaggio con un seguito nelle prime miglia di ben 3000 barche. Inizio con il botto, il fascino dell’avventura della prima volta, ma anche le prime paure e i primi approcci con venti e mari a molti mai visti. Capo Horn, Buona Speranza, i 40 ruggenti, i 50 urlanti, gli iceberg, il caldo e le calme equatoriali insomma. Le barche con tre italiane al via (Tauranga, CS-RB Busnelli, Guia con skipper Pascoli, Malingri e Falck) a fare compagnia al primo vincitore: il messicano Ramon Carlin con Sayula II. Questo l’inizio quindi, ma creò grande attenzione e partecipazione fino agli anni 90 con record anche di 29 barche al via, una vera follia. Tanti gli italiani che ogni tre anni partivano da Portsmouth. Poi arrivò un'altra vela: tante, troppo regate hanno intasato il calendario tanto quasi da far desistere lo svolgimento. Fortuna volle che si cambiò regolamento, si modificarono le barche tanto da arrivare ai monotipo. Certo, sarà pure finita l’era romantica e pioneristica del vero Giro del Mondo: ora è una regata tecnica e ben distinta nel panorama velico internazionale, di certo rimane di grande fascino. Ovviamente poi, tutto dipende dal mare e dal vento.

L'EDIZIONE 2017, I NUMERI

Sette barche One design da 65 piedi. Undici tappe per 45mila miglie totali di navigazione. Si parte da Alicante in Spagna a fine ottobre, si arriverà a The Hague in Olanda a giugno, con chi è arrivato secondo (Dongfeng) e terzo (Team Brunel) nella precedente edizione, undici tappe (45mila miglia) con regate anche portuali e non solo oceaniche: il tutto per cercare di rendere ancora più combattuta e appetibile la sfida. Due italiani da seguire: il goriziano Alberto Bolzan (alla sua seconda partecipazione) e la triestina Francesca Clapcich.

GLI ITALIANI IN GARA

FRANCESCA CLAPCICH

La triestina Francesca Clapcich, all'esordio, sarà a bordo di "Turn the Tide on plastic", un vero inno d’immagine per salvare gli oceani. Ma anche emblema femminile, visto che sono sei le ragazze a bordo con l’inglese Dee Caffari come skipper. Ventinove anni, una laurea in Scienze Motorie, una lunga esperienza velica e due partecipazioni ai Giochi Olimpici, nel 2012 a Londra nella classe Laser Radial (si era classificata 19^) e a Rio de Jainero 2016 nei 49erFX in coppia con Giulia Conti (era arrivata 5^).  E’ la prima velista italiana a prendere parte al giro del mondo a vela in equipaggio dall’edizione 1989/90, quando Annabella Bini salì su Gatorade di Giorgio Falck. 

Ultime righe sempre dedicate alle donne che difficilmente avevano trovato posto a bordo delle prime edizioni, ma piano piano hanno di diritto conquistato spazio e certezze. Sono 16: un numero record considerando le sette barche che hanno belle tradizioni di famiglia. L’irlandese Murphy argento a Rio nei Laser con mamma olimpionica a Seoul nel 1988. Ma soprattutto Martine Grael, brasiliana figlia del mitico Torben.

ALBERTO BOLZAN

Il goriziano Alberto Bolzan è alla sua seconda edizione della regata più dura e avrà come timoniere Peter Burling, vincitore dell’ultima America’s Cup. Ha iniziato a regatare nella classe Optimist e in altre classi olimpiche. Poi, l'esperienza nelle classi maggiori, dove ha raccolto tanti successi: con i Melges 24 e 32 su Mascalzone Latino, con i Farr 40 su Joe Fly e Enfant Terrible, e con i TP52 su Luna Rossa e Pisco Sour. Nel suo curriculum vanta anche quatto titoli mondiali e quattro vittorie nel Giro d'Italia a Vela.