Basket: addio a Sandro Galleani, storico fisioterapista di Varese e della Nazionale

lutto
FOTO da Instagram: @pallvarese

Basket in lutto: a 81 anni è morto Sandro Galleani, figura storica della Pallacanestro Varese e della Nazionale. E' stato l'unico massofisioterapista a entrare nell'Italia Basket Hall of Fame

Il mondo del basket dice addio a Sandro Galleani, storico fisioterapista della Pallacanestro Varese dal 1971 al 2009, punto di riferimento per la Nazionale e poi, dal 2013, dirigente addetto agli arbitri della società. Aveva 81 anni, compiuti pochi giorni fa. Galleani è stato l'unico massofisioterapista a entrare nell'Italia Basket Hall of Fame, inserito nel 2013  per la categoria "una vita per il basket": perché lui alla pallacanestro ha donato la sua intera vita, o quasi. Perché "Sandrin", come tutti lo chiamavano, nasce in realtà con la passione per il ciclismo per poi innamorarsi del basket.

Il cordoglio della Fip

"Per Sandrin, con il passare del tempo, eravamo tutti i suoi ragazzi e per tutti ha sempre avuto una parola di conforto, di incoraggiamento, ma sapeva al momento opportuno, nei limiti del proprio ruolo, richiamarti all'ordine, se necessario. La squadra era ciò che andava salvaguardato in ogni caso e in ogni momento, anche durante le sconfitte più atroci. Amava la pallacanestro, amava e rispettava la gente del basket per cui si è sempre impegnato". Questo il messaggio condiviso dalla Fip e dal Presidente Giovanni Petrucci. Una figura centrale sia nell'Europeo del 1983 sia in quello del 1999, fino all'argento ai Giochi Olimpici di Mosca 1980 e Atene 2004.

 

Il ricordo della Pallacanestro Varese: "Campione nella vita"

Punto di equilibrio e di riferimento nei passaggi storici della Pallacanestro Varese, dall'Ignis fino all'era Castiglioni, per poi tornare nel ruolo di addetto agli arbitri. Questo il ricordo della società: "Sandro era un uomo speciale, una persona generosa, sempre pronta a tendere una mano agli altri con una parola di incoraggiamento per i più giovani ed un sorriso sincero per chiunque lo incontrasse. La sua umiltà, la sua correttezza e la sua capacità di creare legami autentici con le persone intorno a lui, giocatori, dirigenti, tifosi ed addetti ai lavori, lo hanno reso un campione nella vita". 

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