Perché Milano può diventare un'outsider in Eurolega

Vitoria, Paesi Baschi, 29 ottobre 2024: l’EA7 perde 88-83 contro il Baskonia e sembra, dopo neanche un mese, aver già spento le sue speranze europee vista la quinta sconfitta nelle prime sei partite compresa quella, incredibile, contro lo Zalgiris nel quarto turno, da +27 nel terzo quarto, al -3 finale. Barcellona, 13 dicembre 2024: l’Olimpia vince 94-81 al Palau Blaugrana e si impone, se non tra le favorite, come una delle principali outsider con giustificate ambizioni almeno di playoff. Quella di Barcellona, del resto, è stata la sesta vittoria consecutiva, l’ottava in nove partite, un filotto che ha portato i ragazzi di coach Messina dal penultimo posto alla piena zona playoff. Il girone di andata, poi, si chiuderà male, con la scoppola di Atene a casa del Panathinaikos e la beffarda sconfitta interna contro l’ottimo Bayern di Gordon Herbert, due sconfitte che però non hanno pregiudicato né la classifica né, soprattutto, le ottime sensazioni lasciate da una squadra nella sua versione con Nico Mannion. In fondo il record, dopo le prime diciassette partite, è positivo, nove vittorie e otto sconfitte, il tutto in una classifica estremamente corta nella quale l’Olimpia è a sole due vittorie dal primo posto. Quello che più fa ben sperare per il girone di ritorno, però, è la qualità del gioco, nettamente migliorata da novembre in poi, da quando Ettore Messina ha dovuto fare di necessità virtù: Nebo si è fatto male, McCormack non è riuscito ad incidere e allora via con il quintetto piccolo, con Mirotic e Leday a soffrire, un po’ a rimbalzo ma a mettere in difficoltà, molto, gli avversari con il loro talento offensivo. L’arrivo di Mannion è stato determinante, sia perché ha aggiunto un’altra arma offensiva alla squadra, sia perché la sua presenza a cascata ha sistemato il resto del quintetto: Causeur o Brooks ora danno una mano sollevando Mannion dal playmaking, Shields non parte più con la palla in mano ma la riceve dopo che la difesa avversaria si è mossa risultando molto più pericoloso e contribuendo a una migliore circolazione di palla, Pippo Ricci si può alternare nel ruolo di ala piccola e forte, garantendo sostanza a rimbalzo e riposo agli stessi Leday e Mirotic. Leday appunto, tutto questo non sarebbe stato possibile se il texano di Dallas non fosse stato per larghi tratti del girone di andata l’MVP di tutta l’Eurolega, garantendo un rendimento di altissimo livello con grande costanza per gran parte del torneo: punti, rimbalzi, difesa, letture, ma anche e soprattutto straordinaria leadership, quella leadership che all’Olimpia da qualche anno mancava e della quale, in un torneo così competitivo come l’Eurolega, si sentiva l’esigenza. Il girone di andata però non ci ha detto tutto, sappiamo che l’Olimpia non è quella delle prime sei partite ma non sappiamo quanto potrà essere quella delle sei vittorie di fila; è importante però che i ragazzi di Messina abbiano capito che se la possono giocare con tutti, che non c’è un avversario che non possano battere. Certo, alcune squadre, più forti e più profonde, se giocano al meglio sono di un altro livello e il primo quarto di OAKA è lì a dimostrarlo; un’Olimpia però continua e sicura di sé è una brutta bestia da gestire per chiunque. Difficile dire se basterà per arrivare ai playoff: di sicuro Milano ha tutte le armi per riuscirci.

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