Mathias Lessort, l'uomo dell'anno nel basket

Il trionfo in Eurolega, l’argento olimpico con la Francia che quasi sorprende gli Stati Uniti in finale: per Mathias Lessort il 2024 è stato un anno fantastico, indimenticabile. Lo è stato solo per 353 giorni però, non 365. Il 19 dicembre ad Atene si gioca Panathinaikos-Baskonia in una settimana di doppio turno di Eurolega. Due giorni dopo aver sgretolato l’Olimpia Milano, i campioni d’Europa in carica stanno facendo lo stesso contro i baschi di Vitoria, 53-35 all’intervallo, 56-35 dopo un minuto e due secondi del terzo quarto, quando Mathias Lessort si getta con la solita furia agonistica a canestro ma riatterra male, scivolando con la gamba sull’avveniristico ma insidioso parquet di OAKA. Le sue urla fanno il giro del mondo, la gente sugli spalti piange, alcuni forse svengono . Mathias, accortosi del panico dilagante, si alza e zampetta su una gamba sola per tutto il campo fino agli spogliatoi. L’altra gamba, la sinistra, si è spezzata: frattura del perone e stagione finita, forse, perché non ci sarebbe da stupirsi se un leone come lui riuscisse a rientrare per i playoff. Perché di leone si tratta, per la vita e la carriera che Lessort ha avuto, per i risultati che ha ottenuto, per la fame trascinante con cui si getta su ogni pallone, per l’agilità e la potenza con cui devasta a suon di schiacciate i canestri avversari. Crescita e riscatto Lessort nasce nel 1995 in Martinica, isola caraibica dell’arcipelago delle Piccole Antille appartenente alla Francia, un autentico paradiso naturale dove però la vita è facile solo per i turisti e per una piccola parte dei locali, tra disuguaglianze economiche e sociali sempre più accentuate. La pallacanestro porta via Mathias da quel mondo, senza però fargli perdere quell’amore atavico per una terra che gli resta dentro, profondamente. Lascia l’isola per la prima volta a quindici anni per andare a trovare il fratello maggiore Gregory, anche lui giocatore, in quell’anno impegnato ad Antibes. Da lì in poi la Francia diventa la sua patria cestistica: Chalon per il settore giovanile, Nanterre con cui vince il suo primo titolo, la Fiba Europe Cup. Poi la carriera lontano nel resto d’Europa: Stella Rossa, Malaga, Bayern, Maccabi, Partizan fino all’approdo multimilionario al Panathinaikos. Snobbato dall’NBA, scelto da Philadelphia con il 50 al draft 2017 ma mai veramente preso in considerazione, Lessort se ne fa una ragione e continua a migliorare, anno dopo anno, lavorando duro sulla tecnica e sulla conoscenza del gioco. Il suo è stato un continuo crescendo di livello tanto da renderlo obiettivo di squadre sempre più ambiziose, con responsabilità sempre più diffuse e con tifoserie sempre più esigenti ma conquistate di volta in volta a suon di canestri, rimbalzi, tuffi e sudore speso sul parquet. Lessort è uno dei pochi che può dire di essere stato amato da tutta la Belgrado del basket con due canzoni a lui dedicate, una dalla tifoseria della Stella Rossa, una da quella del Partizan. Il 2024, poi, è stato l’apoteosi della sua carriera: devastante in Eurolega già durante la stagione, è stato addirittura immarcabile nelle Final 4 che hanno riportato il Panathinaikos sul tetto d’Europa tredici anni dopo l’ultima volta. La grande lezione di vita Alle Olimpiadi di Parigi, con quella nazionale francese con cui già aveva conquistato nel 2019 il bronzo mondiale, in una squadra piena di stelle, è stato spesso il trascinatore, in certe partite anche più di Wembanyama. A renderlo grande non è solo quello che ha vinto però, ma come è riuscito a vincere, come ha saputo arrivare così in alto. Dopo la conquista dell’Eurolega ha detto “Ho dimostrato che si può arrivare lontano anche partendo da una piccola isola che nessuno sa dov’è”, una bella lezione di vita che vale anche al di fuori dello sport. È indubbiamente lui il personaggio cestistico dell’anno, almeno nel mondo dei canestri extra NBA: purtroppo però l’anno magico, il suo personale 2024, è durato solo 353 giorni, non 365.

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Geri De Rosa